Adriana Bazzi, Corriere della Sera 31/10/2016, 31 ottobre 2016
LA SFIDA DI FEDERICA GUARITA DAL CANCRO «STUDIO UN VACCINO ANTI METASTASI»
Anche la ricerca scientifica è sexy: basta scovarne gli aspetti più eccitanti. La pensava così Guido Forni, immunologo dei tumori di fama internazionale e cattedratico all’Università di Torino. «È lui il mio mentore. È lui che, con il suo carisma, mi ha trasmesso l’entusiasmo, la curiosità e la passione necessari per dedicarmi a questo lavoro — dice Federica Cavallo, uno dei ricercatori che l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) ha finanziato per un progetto di studio —. La ricerca è una sfida a trovare soluzioni per malattie importanti, come il cancro. E, fin da quando sono entrata nei laboratori del professor Forni, ho scelto di studiare il tumore al seno e di concentrarmi sullo studio di un vaccino per controllarlo».
Federica Cavallo, il cancro l’ha sfidato due volte: la prima come ricercatrice, la seconda come donna. «Mi sono ammalata di un tumore al seno nel 2001 — continua — e anche mio marito ne ha avuto uno, al rene, diagnosticato nel 2005: siamo due ”cancer survivors” ma, in un certo senso, siamo stati fortunati perché la malattia è stata scoperta all’inizio. Non è stato semplice: è quasi più facile affrontare la propria malattia che quella di una persona a noi vicina. Ora sono passati quindici anni e ho superato la cosa, ma la paura che possa ritornare rimane. Ed è anche per questo che mi sono concentrata sulle possibilità di bloccare le metastasi del carcinoma alla mammella e di prevenire le ricadute».
Laureata in biologia e ora professore associato di Immunologia al Centro di Biotecnologie molecolari dell’Università di Torino, Federica Cavallo è coetanea dell’Airc (l’anno di nascita per entrambe è il 1965): forse un segno del destino. Dall’associazione ha sempre avuto un sostegno al suo lavoro, fin dal 2004, quando cercava di identificare, sulle cellule tumorali, dei marcatori che potessero rappresentare un bersaglio per le cure anti-cancro.
Negli ultimi anni, l’immunologia dei tumori è esplosa, tant’è vero che oggi nuovi farmaci immunoterapici, capaci di aiutare il sistema immunitario dell’organismo a aggredire le cellule neoplastiche, stanno rivoluzionando la terapia di molte forme di malattia, aumentando la sopravvivenza dei pazienti, ma occorre fare di più. A volte il tumore si ripresenta, altre volte dà origine a metastasi, altre ancora non risponde alle terapie.
«La mia ricerca si sta ora concentrando sul “nocciolo duro” del tumore: le sue cellule staminali, particolarmente resistenti sia alla radioterapia che alla chemioterapia — precisa Cavallo, entrando in qualche dettaglio tecnico dell’ultimo lavoro finanziato dall’Airc —. Abbiamo individuato, sulle staminali del carcinoma mammario metastatico, un antigene (si tratta di una proteina che sta sulla loro superficie, ndr ) potenziale bersaglio per il sistema immunitario e abbiamo poi costruito un vaccino a Dna: quest’ultimo, in esperimenti di laboratorio, si è rivelato capace di impedire lo sviluppo di metastasi».
Ricerche di avanguardia, ma che sono sempre state così al Centro di Torino. «Ho avuto molti contatti con i colleghi all’estero — commenta Cavallo — ma non ho mai trascorso lunghi periodi di lavoro fuori dall’Italia: non ne sentivo il bisogno perché l’ambiente dei nostri laboratori è sempre stato assai stimolante. Oggi sono due le possibilità per chi vuol fare ricerca d’avanguardia in Italia: pensare che non ci siano sufficienti opportunità e andarsene altrove oppure rimanere, tirarsi su le maniche e crearle. Ho scelto la seconda: non sono mai voluta diventare un “cervello in fuga”».