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 2016  ottobre 29 Sabato calendario

IL JOLLY MAGNETI MARELLI

Uno sceneggiatore cinematografico potrebbe titolare: la rivincita di Magneti Marelli. La principale azienda della componentistica di Fca (le altre sono Comau e Teksid) per anni ha rappresentato una provincia molto remota dell’impero del Lingotto. Una provincia destinata soprattutto al business intragruppo. Invece, nelle ultime settimane, la controllata guidata dal ceo Pietro Gorlier non solo è tornata al centro delle cronache per un presunto interesse da parte del colosso hi-tech coreano Samsung (che ora sembra definitivamente tramontato) ma anche perché potrebbe anche rivelarsi strategica per i piani di Sergio Marchionne. Non a caso il titolo Fca in settimana (+13,9%) non solo ha beneficiato della diffusione dei buoni risultati del terzo trimestre e del conseguente rialzo dei target per l’anno in corso, ma è anche stato spinto dalle speculazioni riguardanti Magneti Marelli.
Martedì 25 (nella conference call con i broker che ha seguito la pubblicazione dei conti) Marchionne ha spiegato a chiare lettere che Fca non ha in programma alcuna operazione di m&a da qui al termine del 2016. «Posso dire al 100% che non sarà finalizzata alcuna cessione di asset nel quarto trimestre di quest’anno» ha annunciato Marchionne alla comunità finanziaria mondiale. Questo tuttavia, come ha rivelato Mf-Milano Finanza lo stesso martedì 25, non ha tolto dalla testa degli operatori la sensazione che ai piani alti del Lingotto si stiano valutando più opzioni strategiche per Magneti Marelli. In primo luogo perché potrebbe essere utilizzata come merce di scambio sul tavolo delle alleanze con altre case. Un tema che dal prossimo anno tornerà di stretta attualità, anche perché qualcuno ha già cominciato a muoversi per tempo (leggasi Renault -Nissan, che ha appena acquistato una quota di controllo in Mitsubishi Motors).

Questa opzione tuttavia non è l’unica in mano a Marchionne. Magneti Marelli infatti ha quasi completato una trasformazione da società basata soprattutto sul business intragruppo ad azienda in grado di sopravvivere da sola sul mercato. Soprattutto in virtù delle attività nel lighting, i ricavi netti di Magneti Marelli da clienti terzi sono saliti del 69% nel trimestre. Per questo non è nemmeno da scartare l’ipotesi di uno scorporo della società (ora controllata al 100% da Fca ) per poi avviare una quotazione in borsa. Un percorso sullo stile di quanto fatto con Ferrari e che potrebbe garantire al Lingotto mezzi freschi per nuovi investimenti e per abbattere lo stock di debito. D’altronde, più di un osservatore ha fatto notare come una mossa del genere non sarebbe inedita, visto che sia General Motors che Ford negli anni scorsi avevano già scorporato le controllate attive in business simili a quello di Magneti Marelli. Insomma, in un futuro non tanto lontano non sarebbe da escludere che Fca ceda completamente Magneti Marelli, riservando una maggioranza qualificata alla controllante Exor . In questo modo la società della componentistica passerebbe direttamente sotto il controllo della holding di casa Agnelli che (ripetendo lo schema adottato con Cnh Industrial , Fca e non ultima la Ferrari ) potrebbe anche basare la sede di Marelli nei Paesi Bassi. Questa scelta consentirebbe a Exor di utilizzare una volta ancora la normativa sul voto multiplo. E quindi cedere sul mercato una percentuale più alta del capitale di Magneti Marelli pur mantenendone il controllo, con evidente ricadute benefiche in termini di introito .
Ma quanto potrebbe valere Magneti Marelli? La scorsa estate , quando uscirono i primi rumor sull’interessamento di Samsung per l’azienda italiana, le indiscrezioni provenieneti dal Sudcorea parlavano di 4 miliardi di dollari (3,6 miliardi di euro). In realtà al Lingotto ritengono che la società possa valere molto di più e che 3,5 miliardi di euro sia solo la parte bassa di una forchetta che potrebbe arrivare sino a 5 miliardi, se le cose andranno bene.