Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  ottobre 25 Martedì calendario

CAPITANO, MIO CAPITANO MA QUANTE NE HAI FATTE


Una cosa è certa: a soli 23 anni il calciatore Mauro Icardi ne ha combinate tante da riempire le pagine di un libro sulla sua vita. Che infatti ha appena dato alle stampe. Scatenando l’ennesimo putiferio. Già, perché con quella faccia da bravo ragazzo che sembra sempre appena uscito da messa. Icardi non solo è un attaccante spietato, ma fa (meglio, faceva) pure strage di donne ed è uno che non ha paura di nessuno, che non le manda a dire a tifosi e dirigenti. E quasi stupisce che fra una polemica e l’altra con mezzo mondo, e una vita familiare a dir poco movimentata, trovi il tempo di scendere in campo.
Ma facciamo un passo indietro (anche se il libro si chiama Sempre avanti, Sperling & Kupfer, 18,90 euro): Mauro Emanuel Icardi Rivero, detto Maurito, centravanti e capitano dell’Inter, argentino, infanzia povera nei sobborghi di Rosario (300 chilometri a nord di Buenos Aires), ora fra i più ricchi giocatori della serie A, ha scritto a pagina 61 che non sempre i suoi rapporti coi tifosi, per lo meno quelli duri della Curva, sono stati idilliaci. Una volta è arrivato a minacciarne alcuni che lo insultavano dopo una pesante sconfitta: “Sono pronto ad affrontarli a uno a uno, forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati. Porto qui cento criminali dall’Argentina che li ammazzano sul posto, poi vediamo”, ha scritto nel libro. Apriti cielo. La Curva Nord è insorta, chiedendo che la società togliesse la fascia da capitano al giocatore. La società, che non si era presa pena di leggere prima quanto il suo giocatore raccontava, è letteralmente caduta dal pero e ha dovuto organizzare in tutta fretta un incontro chiarificatore. Conclusosi con una forte tirata d’orecchio e una multa, pare piuttosto salata, un comunicato e la promessa di Icardi di ritirare il volume per cancellare la pagina che ha scatenato la rissa, “una pagina dove alcuni toni sono inappropriati”, ha ammesso a malincuore Maurito. La Curva Nord interista ha dichiarata chiusa la vicenda, ribadendo però: «Icardi non è e non sarà mai più il nostro capitano».
Maurito non sarebbe il personaggio che è se non avesse accanto la donna che ha: sua moglie Wanda Nara, vistosissima ventinovenne, una che a quattro anni, in Argentina, faceva la modella. Prima Wanda ha sposato il bomber, poi ne è diventata l’agente che sigla e ritocca al rialzo il suo contratto principesco. Questa estate ha tenuto in scacco il calciomercato dell’Inter per due mesi, dicendo che o l’Inter alzava il compenso del marito-assistito, oppure Maurito se ne andava altrove, magari al Napoli, dove il presidente-produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis le aveva pure promesso una parte in un film.
Naturalmente, nel braccio di ferro fra l’Inter e la signora Nara, l’ha spuntata lei, «perché l’intelligenza è sexy e io sono più intelligente che sexy», come ama ripetere. Per Mauro, lei ha lasciato il marito precedente, Maxi Lopez, altro calciatore, altro argentino che gioca in Italia e che di Icardi era amico. Da Lopez, Wanda ha avuto tre figli, di sette (Valentino), cinque (Benedicto) e quattro anni (Constantino), che oggi vivono con la mamma e col patrigno Icardi. Ai tre si è aggiunta la figlia Francesca, in onore di Papa Francesco, la bimba che Icardi e Wanda hanno avuto nel gennaio del 2015. Ma stanno già aspettando un’altra creatura: Isabel.
Non tutti, nel mondo del calcio, rigido su certe cose, hanno accolto la nuova coppia con spirito sportivo. Maradona non perde occasione per dare a Icardi del traditore. Maxi Lopez, quando incontra Icardi su un campo di gara, si rifiuta di dargli la mano. «Sono una persona educata e gliela porgo sempre. Quando mi sono fidanzato con Wanda, la loro storia era già finita. Quindi non vedo il problema: non sono uno che soffia la donna agli amici», garantisce Icardi.
Per la moglie, Mauro ha messo la testa a posto: “Quando ero a Barcellona, dove giocavo nelle giovanili, avevo mille fidanzate. Il numero è simbolico, per dire che ne ho avute tante e ne ho cambiate tante”, scrive nel suo libro. A proposito del libro, non ci sarebbe da meravigliarsi se dietro alla decisione di pubblicarlo ci sia anche la mano della moglie-agente. Per farne un personaggio. Per costruire un’icona. Non a caso i due, appena possono, invadono il Web con foto che li ritraggono sulla terrazza del loro attico in pose glamour. Stessa cosa a New York, durante una vacanza. O a Miami. O a fare shopping da Armani. O con l’ultimo tatuaggio (“Ne ho su oltre metà corpo”, conteggia lui).
«Non siamo poveri né ipocriti, perché dovremmo nasconderci? Ma non ci vedrete mai in discoteca. Teniamo figli e famiglia, mica facciamo le ore piccole nei locali notturni... E comunque non mi posso far carico dell’invidia della gente», ha detto lei in una recente intervista. Ha già troppo a cui pensare.
Giorgio Caldonazzo