Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  ottobre 27 Giovedì calendario

ARTICOLI LUCIANO RISPOLI – • Reggio Calabria 12 luglio 1932 – Roma 26 ottobre 2016. Conduttore tv

ARTICOLI LUCIANO RISPOLI – • Reggio Calabria 12 luglio 1932 – Roma 26 ottobre 2016. Conduttore tv. In Rai dal 1954 (vincitore di un concorso per radiocronisti), ha realizzato programmi radio di successo (Radiostop, Il vostro juke-box, Il vostro spettacolo), altri ne ha ideati (Chiamate Roma 3131, Gran varietà, La corrida, Il sabato del villaggio, Bandiera gialla). Tra i suoi programmi tv più noti Parola mia (dall’85), Tappeto volante (dal 1993 su Tmc, dove si era trasferito nel 1991, poi su Odeon, infine su Canale Italia). Anche direttore del dipartimento Scuola Educazione della Rai dal 1977 al 1987. • «Abbigliamento classico, modi fini, sorriso amichevole, grande semplicità. Con queste caratteristiche ha saputo conquistare negli anni la stima e l’affetto di un certo pubblico che ancora lo ama» (Claudia Carucci). • «Avrebbe potuto tenere un corso di buona educazione televisiva» (Maurizio Costanzo). • Tra i vincitori dell’ottavo premio Festival della radiotelevisione italiana e media. Nell’aprile 2014 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo nominò commendatore. • Sposato con Maria Teresa, tre figli. Con la moglie si conobbero salutandosi da una finestra di piazza del Popolo (lui palazzo Rai, lei palazzo Inam): «Io non c’ero mai, sapevo che aveva iniziato a uscire con un altro. L’ho chiamata e le ho detto: ti sposo io. E lei: quando? Io: a luglio. Era aprile. Non potevo sopportare l’idea che vedesse quell’imbecille con cui trescava». Le nozze, il 9 luglio 1962 a San Giovanni Rotondo, furono celebrate da padre Pio. • «Poche persone hanno occupato uno spazio nella mia esistenza. Ho avuto molti rapporti professionali arricchenti, come quello con Rita Forte». • «Mi avevano messo il pacemaker e non andava mai bene: a volte i battiti cardiaci erano troppi, a volte troppo pochi. C’era solo un momento in cui la frequenza era perfetta: quando il tecnico abbassava il braccio, la spia sulla telecamera si accendeva e io ero in onda» (a Silvia Nucini nel 2012). *** ++ Tv: è morto Luciano Rispoli ++ (ANSA) - ROMA, 27 OTT - E’ morto ieri sera a 84 anni Luciano Rispoli, conduttore di programmi storici come Parola mia e Tappeto volante. Ad annunciarlo il giornalista e scrittore Mariano Sabatini, a lungo suo collaboratore. (segue). MAJ 27-OTT-16 09:26 NNNN Tv: è morto Luciano Rispoli (2) (ANSA) - ROMA, 27 OTT - Nato a Reggio Calabria nel 1932, Rispoli "è mancato ieri sera tardi nella sua casa di Casalpalocco" spiega Sabatini. "Con grandissima costernazione, e in accordo con la moglie e i figli, devo dare la triste notizia della scomparsa del popolare giornalista, autore e conduttore di programmi celeberrimi: Parola mia e Tappeto volante su tutti". Entrato in Rai in seguito a un concorso per radiocronisti nel 1954, Rispoli "ha continuato a proporre la sua televisione civile e rispettosa anche dopo aver lasciato la tv pubblica, dal 1991, su Tmc e poi su altre emittenti, con un rientro in Rai nel 2002-2003. + mancato dopo una lunga malattia a 84 anni, compiuti il 12 luglio scorso", sottolinea Sabatini. "Io posso solo dire, al di là del grande dolore che provo in questo momento, che è stato un grande privilegio collaborare quindici anni con un padre fondatore della Tv come lui. Da Rispoli ho imparato tanto. Tutto. E mi dispiace che purtroppo questa Rai a cui aveva dato tantissimo, negli ultimi anni lo aveva dimenticato - conclude - provocandogli grande rammarico". *** TV: E’ MORTO LUCIANO RISPOLI, UNA VITA FRA RADIO E TV = TV: E’ MORTO LUCIANO RISPOLI, UNA VITA FRA RADIO E TV = Roma, 27 ott. (AdnKronos) - E’ morto Luciano RISPOLI, nato a Reggio Calabria nel 1932, conduttore televisivo, giornalista e conduttore radiofonico già direttore del Dipartimento Scuola Educazione della Rai dal 1977 al 1987. RISPOLI si è spento a Roma. "Luciano RISPOLI è mancato ieri sera tardi nella sua casa di Casalpalocco", specifica il giornalista e scrittore Mariano Sabatini, a lungo collaboratore di RISPOLI. "Con grandissima costernazione, e in accordo i la moglie e i figli, devo dare la triste notizia della scomparsa del popolare giornalista, autore e conduttore di programmi celeberrimi: ’Parola mia’ e ’Tappeto volante’ su tutti. Entrato in Rai, in seguito a un concorso per radiocronisti nel 1954 ricorda Sabatini- ha continuato a proporre la sua televisione civile e rispettosa anche dopo aver lasciato la tv pubblica, dal 1991, su Tmc e poi su altre emittenti, con un rientro in Rai nel 2002-2003". RISPOLI "è mancato dopo una lunga malattia a 84 anni, compiuti il 12 luglio scorso. Io posso solo dire, al di là del grande dolore che provo in questo momento, che è stato un grande privilegio collaborare quindici anni con un padre fondatore della Tv come lui. Da RISPOLI ho imparato tanto. Tutto. E mi dispiace che purtroppo questa Rai a cui aveva dato tantissimo, negli ultimi anni lo aveva dimenticato, provocandogli grande rammarico", conclude Sabatini. (Spe/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-OTT-16 08:41 NNNN *** Da Parola mia a Tappeto volante, poi il rammarico dell’oblio Rai (ANSA) - ROMA, 27 OTT - "Ma che belle parole!": la tv misurata e perbene di Luciano Rispoli è tutta nel suo slogan, che oggi invade i social in segno di omaggio al giornalista e conduttore di programmi storici come Parola mia e tappeto volante, scomparso ieri a 84 anni dopo una lunga malattia nella sua casa di Casalpalocco, a Roma. Una tv rispettosa, non urlata, pronta a puntare "sulla cultura più che sugli ascolti" e a promuovere i giovani di talento, contro "l’intrattenimento ripugnante" e la "malvagità" dei talent. Una tv che Rispoli ha sempre incarnato, anche a costo di assumere posizioni scomode, criticando quei vertici della tv pubblica che, a suo dire, lo avevano escluso in maniera "indecente e volgare". Nato a Reggio Calabria nel 1932, Rispoli entra in Rai con un concorso per radiocronisti nel 1954. E’ tra gli ideatori di Bandiera gialla, condotta da Boncompagni e Arbore, e di Chiamate Roma 3131. "E’ lui - ricorda oggi affranto Mariano Sabatini, a lungo suo collaboratore - a convincere Corrado a fare la Corrida", a lanciare in radio personaggi come Raffaella Carrà, Maurizio Costanzo, Paolo Villaggio, Paolo Limiti. In tv propone nel 1975 L’ospite delle due, "che lo storico Michele Sorice definisce il primo talk show della tv italiana, antecedente a Bontà loro di Costanzo, che è dell’anno dopo", ricorda Sabatini. Poi verranno Pomeridiana, Il gioco dei misteri, Intervista con la scienza, Una grande occasione e soprattutto Parola mia. Dal 1985 al 1988 il preserale di Rai1 gioca con l’italiano per spingere ad esplorare la lingua, a impadronirsene ampliando il lessico e scoprendone le mistificazioni: un’ambizione che si sviluppa in varie manche di gara, complici il garbo di Anna Carlucci, il serafico accademismo e l’elegante ironia dell’italianista Gian Luigi Beccaria. Un modello di tv oggi forse impensabile, che affida le lezioni di galateo alla specialista Lina Sotis o alla voce di Arnoldo Foà la lettura dei brani di ’Caccia all’autore’. Dopo il grande successo, il format tornerà nel 2002-2003 su Rai3, prodotto dalla Rai Educational di Giovanni Minoli, con la scrittrice Chiara Gamberale co-conduttrice e ancora Beccaria. Un’esperienza che non durerà a lungo, ricorda Sabatini, "perché il programma faceva ascolti che oggi fanno trasmissioni che durano anni. E arrivò una valanga di lettere di protesta". Nel 1990 Rispoli lascia la Rai per Telemontecarlo, dove conduce Tappeto volante, che debutta nel 1993: un salotto in cui si parla di arte, spettacolo, scienza, politica con personaggi che vanno da Berlusconi a Bocca, da Scalfari a Santoro, dalla Cardinale alla Fracci, dal Cardinal Tonini a Dario Fo. E poi Turturro, Gassman, Modugno, Sordi, Baudo, Fiorello, Biagi, Tremonti, Vespa, Prodi, Fassino, Bertinotti, Di Pietro, Bossi, Andreotti. Dal ’Tappeto’ di Rispoli, che è affiancato da Melba Ruffo, arrivano l’annuncio clamoroso di Severino Antinori del progetto di clonazione dell’uomo i ricordi esclusivi dell’ex Capo dello Stato Scalfaro sugli anni trascorsi al Quirinale. Dopo sette stagioni il programma trasloca su Odeon, Rai Sat e infine su Canale Italia. Rispoli aspetterà inutilmente una telefonata dalla Rai: "Da anni sono escluso dalla programmazione della tv pubblica perché ne ho più volte criticato la mancanza di contenuti. Trovo questo atteggiamento indecente, volgare e malvagio", si sfoga in un’intervista nel 2008. "La prima volta che ho incontrato il direttore generale Claudio Cappon mi disse: ’Non mi parli di programmi televisivi, io mi sono sempre occupato di siderurgia’. In questo contesto è difficile che nasca qualcosa di buono in televisione". "Sono nato in Rai e le sono molto affezionato. Ma il mio rispetto e ammirazione evidentemente non sono ricambiati", non si stancherà di ripetere. Un rammarico che lo ha accompagnato anche negli ultimi anni, racconta Sabatini, puntando il dito contro la "damnatio memoriae di un professionista solidissimo. Non gli è stata dedicata neanche una puntata di Techetechetè". *** SILVIA NUCINI, VANITY FAIR 4/7/2012 – Giornalista, conduttore radiofonico e televisivo, è mancato dopo una lunga malattia a 84 anni. Questa è la sua ultima intervista, sulle pagine di Vanity Fair del 4 luglio 2012. La storia che più di ogni altra racconta chi è Luciano Rispoli è quella del suo pacemaker. «Me l’avevano messo e non andava mai bene: a volte i battiti cardiaci erano troppi, a volte troppo pochi. C’era solo un momento in cui la frequenza era perfetta: quando il tecnico abbassava il braccio, la spia sulla telecamera si accendeva e io ero in onda». Lui, in onda, ci sarebbe stato 24 ore al giorno. Non potendo, ha spalmato negli anni
 il suo amore per la Tv: 60 legati al piccolo 
schermo. Che, su 80 che sta per compiere, sono parecchi. Rai, Telemontecarlo,
 Canale Italia, e per l’estate mi dice che ha
una mezza idea di proporre un programma a una rete locale zona Circeo, dove sarà in vacanza: con il passare degli anni ha 
ridimensionato le sue ambizioni, ma non 
l’amore per quello che «ha assorbito l’ottanta per cento della mia vita». «Novantacinque», corregge la signora Teresa, sua 
moglie da 50 anni tra pochi giorni, conosciuta salutandola da una finestra di piazza del Popolo (lui palazzo Rai, lei palazzo Inam) e chiesta in sposa con un gesto impulsivo. «Io non c’ero mai, sapevo che aveva iniziato a uscire con un altro. L’ho chiamata e le ho detto: ti sposo io. E lei: quando? Io: a luglio. Era aprile. Non potevo sopportare l’idea che vedesse quell’imbecille con cui trescava». Del matrimonio, officiato alle 5 del mattino da Padre Pio (loro non erano devoti, ma la madre di lui sì e sembrò un modo per renderle meno indigesto il fatto che il figlio uscisse di casa), Teresa ricorda che aveva sonno e che Padre Pio fu brusco: «Una pugliese e un calabrese? Non so se andrà bene». È andata bene, sono ancora insieme nella villetta di Casal Palocco ormai nido vuoto di tre figli grandi, ma che si riempie spesso delle voci dei nipoti. Rispoli, sul grande divano, è sempre lui: la voce di naso, la dizione scandita: «Non si lasci ingannare: questa camicia fuori dai pantaloni e queste scarpe da ginnastica sono un trucco che non può nascondere l’evidenza dei miei 80 anni». Non la sta prendendo bene. «Sono stati 80 anni interessanti e felici. Ma non ci sono né Santi né Madonne, sono tantissimi. È c’è un appuntamento che si avvicina, quello con la morte, che non mi crea ansia, ma irritazione. Qualsiasi soluzione brillante mi inventi, non la posso evitare». Irritazione è uno strano sentimento. «È qualcosa che ha molto a che fare col mio carattere, che il tempo non ha smussato, ma accentuato». Qual è stato il giorno più bello di tutti? «Quello in cui ho sposato questa signora dal forte temperamento. Non l’ho mai tradita perché mezz’ora dopo mi avrebbe scoperto e creato grossi disturbi. E perché il concetto di fedeltà mi appartiene anche nella professione. Non potrei vivere situazioni mascherate da riserve mentali». Lei è sempre stato circondato da colleghe molto affascinanti, tra l’altro. «Anche molto intelligenti. Non ho mai tollerato l’insufficienza culturale, la stupidità. Alcune mi sono apparse meno intelligenti di altre. Ma farle dei nomi sarebbe un’inutile cattiveria». Diceva del giorno più bello: e il più triste? «Quelli che precedettero la morte di mio padre, giorni in cui lo vedevo appassire, intristirsi». Invecchiando, ha visto entrare la tristezza anche nella sua vita? «C’è sempre stata, a dire la verità. L’ho tenuta a bada col temperamento: non le ho permesso di rompermi le scatole». Qual è il motore che l’ha spinta? «La fermezza nel non accettare imposizioni sulla mia persona e sui miei valori. E la passione per il mio lavoro». E adesso che non lavora? «È difficile non essere più una macchina che produce programmi: quel vuoto non lo riempie niente, neanche la mia grande passione per la politica». Ripensando alla sua televisione, di che cosa è più fiero? «Di non aver mai praticato i territori dell’insufficienza e del cattivo gusto. Il dettaglio dell’apice del mio orgoglio, se proprio lo vuole, è di essere riuscito a intervistare Ingrid Bergman per la trasmissione L’ospite delle due». Di lei dicono che abbia fatto un giornalismo garbato. «Garbato è uno degli aggettivi della lingua italiana che mi piacciono meno, come se contenesse una debolezza. È un limite che eredito dalle mie insicurezze giovanili». Quali insicurezze? «Un complesso per le gambe storte». Quindi non giornalismo garbato? «Rispettoso». Come è riuscito a combinare questo rispetto con la sua tempra accesa? «È una cosa che stupisce anche me. E non ho una risposta». La pazienza non l’ha persa mai? «La tentazione viene coi cretini, ma poi pensi che li devi tutelare, perché hanno una loro fragilità». Nessuno l’ha mai delusa? «Ugo La Malfa: era un uomo attento al piccolo, io l’avevo creduto un grande pensatore».
 Lei è stato un fedele berlusconiano: non è rimasto deluso da lui? «Ho grande simpatia per l’uomo, al quale non ho mai chiesto un favore, anzi: mi chiamò quando avevo appena firmato per Tmc e mi chiese di andare sulle sue reti. Rispose mia moglie in uno di quei momenti in cui è brillantemente se stessa e lo mandò affanculo, pensando fosse uno scherzo. Poi richiamò: mia moglie si convinse che era lui e me lo passò. Lo ringraziai, ma gli dissi che non potevo». Sul fronte politico che cosa ne pensa? «Rifletto sul senso della sua parabola e concludo che la vecchiaia è vecchiaia, gli anni ti picchiano inesorabilmente. In lui ho colto il decadere della persona. A un certo punto qualcosa si asciuga, è inevitabile. Quando mi sono reso conto che aveva meno fascino di come mi era sembrato anni fa, è scomparso dal mio orizzonte». Ha nuovi punti di riferimento politici? «No, e mi mancano molto. Seguo la politica con trepida attesa: non vorrei lasciarmi scappare il momento in cui arriverà qualcuno di qualità, chiedo spesso anche ai miei figli se si accorgono di qualche movimento interessante». Con questo 95 per cento di vita dedicato al lavoro, è stato un padre presente?«Ho molto rispettato i miei figli, e non sono stato così invadente da pretendere di gestire la loro vita». Ed è stato un buon amico, nella vita? «Non lo so: poche persone hanno occupato uno spazio nella mia esistenza. Ho avuto molti rapporti professionali arric- chenti, come quello con Rita Forte». La sua pianista: che cosa fa? «È viva, e già questa è una buona notizia».
Non è che è un po’ anaffettivo? «L’anaffettività, in effetti, me la contesto». Ha qualche amarezza per come è andata in Rai? Da un certo punto in poi è scomparso dal piccolo schermo. «Io sono stato largamente compensato nella mia vita, molto di più di quanto ritenessi giusto. Non vanto nessun credito, davvero. Sono entrato in Tv giovanotto e la Tv mi ha fatto crescere, mi ha consentito di arrivare ai vertici premiando le mie capacità». C’è qualcosa di bello nella vecchiaia? «La vecchiaia fa schifo». Che cosa le manca della giovinezza? «Non so, cosa potrebbe mancarmi?». Non so, fare una corsa a perdifiato... «Ma no, chissenefrega di correre». Fare l’amore? «Ecco, sì, fare l’amore. Ma si può dire che non faccio più l’amore?». Beh, alla sua età penso di sì. «Mi piaceva tanto. Sa qual è una cosa che mi è sempre piaciuta fare?». Si guarda intorno, chiede dov’è sua moglie. È sul terrazzo, non ci sente.
 No, mi dica. 
«Bere, di tanto in tanto. Ormai a ottant’anni lo posso dire. L’alcol ha scacciato parecchie mie ombre, malinconie. So sempre che funziona». Bere con moderazione? «La moderazione non fa parte del mio carattere».
Lo posso scrivere?
«Certo: glielo sto dicendo». *** ANTONIO DIPOLLINA, REPUBBLICA.IT 27/10/2016 – Non serve un grande sforzo per immaginare cosa potesse pensare negli ultimi tempi Luciano Rispoli accendendo la tv: a qualunque ora, ma soprattutto in quei pomeriggi che in anni lontani ma nemmeno troppo lo videro padrone di casa con Tappeto (volante) a vista, chiacchiere come dicono tutti "garbate" e sorrisi spesso addirittura sinceri da parte degli ospiti. Così come diventa lunare il ricordo di un programma giustamente entrato nella leggenda tv, una cosa di cui ci si racconta ormai nelle notti di luna come qualcosa di incredibile a farsi e dirsi in tv, ovvero il Parola Mia: la lingua italiana in bella mostra, raccontata e giocata con piacere e puntiglio, e addirittura nel pre-serale di Raiuno. Ma era sul finire degli anni 80, come a dire il Mesozoico e peraltro a tarda sera poi andava Arbore con Indietro Tutta - e ognuno i paragoni con la sbobba attuale li può fare da solo, se c’era e ricorda. Parola Mia, peraltro, venne ripreso con blando tentativo nel 2002: purtroppo là fuori c’era il mondo che iniziava a chiedersi perché non si potesse invece scrivere "perké", risparmiando ben una lettera dell’alfabeto e guadagnando così secondi preziosi da spendere in altre fesserie. Zio Luciano è però soprattutto quello del Tappeto Volante come talk sostenibile, prolungabile nel tempo infinito e che poi invece finisce: semplicemente perché si decide che il pomeriggio tv dev’essere hot e nessuno ci prova più, ma nemmeno a fare un tentativo, hai visto mai che poi piace alla gente e poi che ci facciamo con gli inviati fissi di pomeriggio ad Avetrana. Comunque, bando ai nostalgismi, chi rilegge la biografia di Rispoli può cogliere eccome echi di tutt’altro tipo, per esempio quello che si intuisce come un magnifico attivismo di tempi pionieri di radio e tv da cui saltano fuori idee come Bandiera Gialla o la Corrida: e ne ricorda il modo amaro e combattivo quando, a cose finite, Rispoli sapeva raccontare, rimpiangere, chiedersi il perché di tempi nuovi siffatti. Sempre con garbo, ci mancherebbe, ma quanta rabbia e combattività ci leggevi dietro. *** E’ morto, all’eta’ di 84 anni, Luciano RISPOLI, volto storico della tv. Nato a Reggio Calabria, ben presto si trasferisce a Roma ed entra alla RAI nel 1954. Negli anni ricopre in Rai ruoli dirigenziali, direttore di Rai Educational per dieci anni e assistente del vicedirettore generale Emmanuele Milano. Nel corso della carriera scopre e lancia personaggi di primo piano, tra i quali Maurizio Costanzo, Paolo Villaggio, Raffaella Carra’, Paolo Limiti, Rita Forte, Melba Ruffo, Michela Rocco di Torrepadula, Gianni Boncompagni. Per la radio partecipa alle Radiosquadre, conduce il Buttafuori e partecipa all’ideazione della trasmissione cult Bandiera gialla (di cui inventa il titolo), Chiamate Roma 3131 e della trasmissione di Corrado La corrida. Negli anni novanta, RISPOLI conduce su Radiodue i quiz Impara l’arte (intorno al 1992) e Il signor Bonalettura, mentre e’ gia’ legato all’emittente Tmc per la Tv. Nel 1975, RISPOLI propone L’ospite delle due. Per Rai 1 e Rai 2 e’ inoltre ideatore e conduttore di: Pomeridiana, Il gioco dei mestieri, Intervista con la scienza, Pranzo in TV, La grande corsa, Una grande occasione e Parola mia, gioco incentrato sulla lingua italiana con la partecipazione in qualita’ di arbitro del linguista Gian Luigi Beccaria e infine La rete. Tra il 1977 e il 1987 dirige il DSE (Dipartimento Scuola Educazione), futura Rai Educational. (ITALPRESS) - (SEGUE). TV: ADDIO A LUCIANO RISPOLI, DA "PAROLA MIA" A "TAPPETO VOLANTE"-2- TV: ADDIO A LUCIANO RISPOLI, DA "PAROLA MIA" A "TAPPETO VOLANTE"-2- Nel 1990 lascia la RAI per Telemontecarlo, dove conduce il gioco-spettacolo Ho fatto 13!!!, accompagnato da un gruppo di comici, il varieta’ rievocativo delle canzoni di Sanremo La piu’ bella sei tu (tre fortunate edizioni), fino a quando non inventa e conduce il longevo Tappeto volante, talk show quotidiano del pomeriggio, affiancato da Melba Ruffo. Nel 2002 il conduttore propone su Rai Uno il talk Casa RISPOLI, interviste nel salotto della sua villa. Nel 2002-2003 lancia su Rai Tre una nuova edizione quotidiana di Parola mia, voluta da Giovanni Minoli, settanta puntate all’ora di pranzo. Nel 2009 e’ tra gli opinionisti de L’Italia sul 2, condotto da Milo Infante e Lorena Bianchetti su Rai 2. (ITALPRESS). mgg/red 27-Ott-16 12:06 NNNN *** I funerali di Luciano Rispoli venerdì alle 11.00 a Roma I funerali di Luciano Rispoli venerdì alle 11.00 a Roma Presso la Parrocchia di San Timoteo Roma, 27 ott. (askanews) - I funerali di Luciano Rispoli si terranno a Roma presso la Parrocchia di San Timoteo, viale Prassilia, zona Casal Palocco domani venerdì 28 ottobre alle ore 11.00. Cms 20161027T112517Z *** RENATO FRANCO, REPUBBLICA.IT 27/10 – «L’urlo, lo scandalo e la volgarità non hanno mai abitato nella mia televisione, per questione di rispetto». Se ne è andato uno degli ultimi simboli di una televisione che non c’è più, quella «garbata», aggettivo ormai sparito dal lessico non solo televisivo. Luciano Rispoli è morto dopo lunga malattia — era da tempo malato di cuore — nella sua casa romana. Aveva 84 anni. shadow carousel Da «Parola Mia» a «Tappeto Volante» Per sintetizzare la sua carriera in due programmi non si può prescindere da Parola mia e Tappeto volante. Il primo fu un successo che oggi finirebbe annegato su Rai Scuola, un quiz sulla lingua italiana — un po’ divulgazione, un po’ intrattenimento — composto da tre rubriche: Conoscere l’italiano, Usare l’italiano, Amare l’italiano. Etimologie, significati delle parole, modi di dire, sinonimi e contrari, insomma l’abc per poter esprimere dei concetti in tempi in cui la forma non era così svilita. A fare da arbitro Gian Luigi Beccaria, docente di lingua italiana all’Università di Torino, mentre Rispoli conduceva affiancato da Anna Carlucci. Parola mia andò in onda per tre edizioni dal 1985 al 1988 su Rai1 e poi azzardò un nuovo tentativo nel 2002 (questa volta su Rai3) quando ormai la tv era già stata irrimediabilmente infettata dal Grande Fratello. L’altro grande successo fu Tappeto Volante, un talk show quotidiano, nel quale Rispoli fu affiancato da diverse conduttrici (Rita Forte e Melba Ruffo quelle che sono più rimaste impresse, ma passarono anche Roberta Capua, Samantha De Grenet, Michela Rocco di Torrepadula). Era il periodo in cui il conduttore gentleman aveva lasciato la Rai (1990) per passare a Telemontecarlo. E Tappeto volante (dal 1993) rappresentò ancora una volta la cifra — sempre perbene, mai scorretta — della sua televisione: un talk show classico (dove sfilavano personaggi della politica, dell’attualità, della cultura e dello spettacolo) con interviste dai toni civili e non urlati a cui si accompagnavano anche momenti dedicati all’attualità, con un centralino sempre aperto al pubblico. PUBBLICITÀ inRead invented by Teads L’amarezza con la Rai Rispoli ricordava così l’esperienza di Tappeto volante, in onda tutti i giorni dalle 12 alle 18.45, con l’ interruzione di un film e dei tg di giornata: «All’inizio sembrava un’impresa quasi suicida: fare un programma così lungo, con un budget francescano, con pochi collaboratori, in uno studio televisivo appena attrezzato, ancora con i calcinacci per terra. Poi mi sono appassionato all’idea di questo dialogo continuo con gli spettatori, sui temi brucianti dell’ultima ora. Abbiamo creato un lungo pomeriggio diverso dalle altre reti e il costante aumento di ascoltatori ci ha premiato». Tanto premiato a Tmc, quanto ignorato in Rai. «Avevo regalato alla prima rete un gioiello di trasmissione come Parola mia, che la gente ancora mi chiede di rifare. Ma nessuno in Viale Mazzini mi chiese di rimanere e di realizzare di nuovo il programma. Sia il direttore generale Pasquarelli, sia il direttore di Rai1 Fuscagni non ritennero opportuno ricevermi o farmi una telefonata. E così, dopo aver fatto lunghe anticamere senza ottenere risposta, decisi di andarmene». Sposato da Padre Pio Nato a Reggio Calabria nel 1932, Rispoli fu assunto in Rai nel 1954 a 22 anni. Da responsabile del settore varietà fece esordire personaggi come Maurizio Costanzo, Raffaella Carrà, Paolo Villaggio, Paolo Limiti mentre di pari passo si affermò sempre più prima come voce (in radio) e poi come volto (in tv). La svolta nella vita privata invece risale al 1962, quando si sposa nella chiesa di San Giovanni Rotondo. Nozze celebrate da Padre Pio. Lui ricordava: «Il rito era fissato per le 4 del mattino. Ci avvicinammo all’altare e dopo un po’ arrivò Padre Pio. Era un uomo burbero, ai limiti della scortesia, frettoloso anche nella celebrazione del matrimonio. Dava la sensazione di adempiere con fatica e con fastidio agli obblighi enormi della sua vita di santo in terra». Rispoli sapeva anche essere autoironico sui suoi modi a volte eccessivamente ossequiosi: «È vero che a volte sono un po’ cerimonioso. Ho fatto esercizi per parlare in modo più asciutto, meno iperbolico, ma non sono riuscito a cambiare una virgola, sono così». *** ALDO GRASSO, CORRIERE.IT 27/10 – Luciani Rispoli era nato a Reggio Calabria nel 1932. Ha incominciato a lavorare in Rai nel 1954 (anno di inizio dei programmi ufficiali), dopo aver superato un concorso per cronisti. Verso la fine degli anni ’60 ha realizzato programmi radiofonici di successo come Radiostop, Il vostro juke-box, Il vostro spettacolo. Come dirigente, responsabile del settore rivista e varietà, ha continuato a ideare trasmissioni radiofoniche, diventate molto popolari: Chiamate Roma 3131, Gran varietà, La corrida, Il buttafuori, Il sabato del villaggio (programma in cui ha esordito Paolo Villaggio) e Bandiera gialla. Negli anni ’70 è stato nominato vicedirettore dei programmi per le famiglie e i giovani, pur continuando la sua attività di ideatore e conduttore con spettacoli televisivi come La partita e Ma che tipo è?. Nel 1977 è stato nominato direttore del Dipartimento Scuola Educazione (DSE), incaricato della produzione didattica e culturale della Rai (è rimasto in carica dieci anni presentando per due edizioni Intervista con la scienza). Come conduttore ha proposto sulla prima rete L’ospite delle due (1979), Pranzo in TV (1982), Pomeridiana (1983), Il gioco dei mestieri (1984) e le tre fortunate edizioni di Parola mia (dal 1985), programma con il quale è riuscito a unire spettacolo e informazione; per la seconda rete le trasmissioni Una grande occasione (1987), La grande corsa (1987), La rete (1988), Argento e oro (1989; delle ultime due è stato anche ideatore). Nel ruolo di presentatore Rispoli ha rivelato al pubblico il suo manierismo, la sua tendenza a mostrarsi a volte eccessivamente ossequioso. Trasferitosi a Telemontecarlo nel 1991, ha condotto per la rete monegasca Caccia al 13, La più bella sei tu (1991-92), programma dai buoni ascolti in cui ha riproposto le canzoni del Festival di Sanremo, e in seguito Tappeto volante (1993), un appuntamento quotidiano in salotto, con Rita Forte e Melba Ruffo, sicuramente la più riuscita trasmissione di Rispoli per questa emittente. *** STEFANO PEZZINI, LASTAMPA.IT 27/10 – Lutto nel mondo della cultura e dell’informazione. È morto, a 84 anni, Luciano Rispoli, autore e conduttore televisivo, giornalista e conduttore radiofonico già direttore del Dipartimento Scuola Educazione della Rai dal 1977 al 1987. Rispoli, nato a Reggio Calabria, classe 1932, si è spento nella tarda serata di ieri nella sua abitazione di Casalpalocco a Roma. A dare la notizia il giornalista e scrittore Mariano Sabatini, a lungo collaboratore di Rispoli: «Con grandissima costernazione, e in accordo i la moglie e i figli, devo dare la triste notizia della scomparsa del popolare giornalista, autore e conduttore di programmi celeberrimi: “Parola mia” e “Tappeto volante” su tutti. Entrato in Rai, in seguito a un concorso per radiocronisti nel 1954 ha continuato a proporre la sua televisione civile e rispettosa anche dopo aver lasciato la tv pubblica, dal 1991, su Tmc e poi su altre emittenti, con un rientro in Rai nel 2002-2003». Rispoli «è mancato dopo una lunga malattia a 84 anni, compiuti il 12 luglio scorso. Io posso solo dire, al di là del grande dolore che provo in questo momento, che è stato un grande privilegio collaborare quindici anni con un padre fondatore della Tv come lui. Da Rispoli ho imparato tanto. Tutto. E mi dispiace che purtroppo questa Rai a cui aveva dato tantissimo, negli ultimi anni lo aveva dimenticato, provocandogli grande rammarico», conclude Sabatini. Rispoli è stato anche una voce radiofonica. Ha partecipato alle Radiosquadre, ha condotto il Buttafuori e partecipato all’ideazione della trasmissione cult Bandiera gialla (di cui inventa il titolo), Chiamate Roma 3131 e della trasmissione di Corrado La corrida. In qualità di responsabile del settore varietà ha fatto esordire personaggi del calibro di Maurizio Costanzo per i testi di Canzoni e nuvole di Nunzio Filogamo, Raffaella Carrà (Raffaella col microfono a tracolla), Paolo Villaggio a cui affida il primo programma dal titolo Il sabato del Villaggio, Paolo Limiti. Sempre in radio ha condotto negli anni novanta, Rispoli i quiz Impara l’arte e Il signor Bonalettura.