varie, 26 ottobre 2016
DENTI PER SETTE
Secondo l’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica, tra i 15 e i 18 milioni di italiani soffrono di bruxismo, un disturbo che può manifestarsi con il serramento e digrignamento dei denti o con serramento della mandibola senza alcun contatto dentale. Tra le conseguenze del bruxismo, l’eccessiva e anomala usura dei denti e la presenza di scheggiature o incrinature. A favorirne la diffusione, tensione nervosa, ansia, stress (Di Todaro, Sta.it).
Secondo le stime, in Occidente il dodici per cento delle persone digrigna i denti di notte (bruxismo notturno), mentre circa una persona su tre avrebbe episodi nel corso della giornata (bruxismo diurno). (ibidem)
La carie è la seconda malattia più comune, dopo il raffreddore.
Nel Neolitico le carie si otturavano con la cera d’api.
Da un’indagine condotta dalla Società Italiana di Ortodonzia, emerge che – su un campione di 1269 persone che si sono sottoposte ad una visita ortodontica gratuita – quasi la metà (617) presenta carie, con leggera prevalenza dei maschi sulle femmine (55%) e degli abitanti del Sud (51%) rispetto al Nord (40%). La correlazione con il livello di igiene orale dimostra come, peggiorando le condizioni della salute orale, aumenti la presenza di carie: sul totale dei soggetti esaminati, il 77% con cattiva igiene orale presentava carie mentre la percentuale scendeva al 34% nei soggetti con buona igiene.
Secondo la la Società italiana di ortodonzia, latte, formaggio e frutta secca aiutano a contrastare le carie mentre le bevande dolci, gli agrumi e anche i cereali possono favorirne l’insorgenza.
La sacerdotessa Djedmaatesankh, del tempio di Amun-re a Karnak, morta a soli 35 anni per colpa di un ascesso sviluppatosi a un dente mal curato. I medici dell’ospedale di Toronto, nel rendere nota la diagnosi eseguita sulla mummia di 2900 anni fa, hanno anche fatto sapere che per gli antichi egiziani i denti erano un problema gravissimo, a causa della loro alimentazione dolce (miele, birra). Sconosciuta la pratica delle estrazioni, nota invece quella delle otturazioni, eseguite con farina di cereali, ocra e miele.
La Società Italiana di Parodontologia e Implantologia dice che dopo 4 ore da un pasto, se non ci si lavano bene i denti, un solo dente ospita un miliardo di batteri, quasi come tutti gli abitanti della Cina: la placca batterica si moltiplica e da un grammo di germi, pari a circa 100.000 microrganismi, decuplica facilitando la comparsa di carie e soprattutto infiammazione alle gengive. Un problema quest’ultimo che riguarda 20 milioni di over 35 di cui 8 milioni con una parodontite grave, 3 milioni addirittura a rischio di perdere i denti.
L’uomo ha 32 denti: 8 incisivi, 4 canini, 8 premolari, 12 molari.
A che cosa servono i denti. Gli incisivi tagliano e incidono il cibo. I canini lacerano gli alimenti più consistenti. I premolari triturano il cibo per impregnarlo di saliva. I molari triturano i vari alimenti prima dell’ingestione. Altro ruolo dei denti, oltre alla funzione strettamente masticatoria e alimentare: un ruolo strategico nello svolgimento di atti fisiologici come la deglutizione e la fonazione.
Quantità di cibo sminuzzata dai denti nei primi 50 anni di vita: 20 tonnellate.
Lo smalto dei denti è il tessuto più duro del corpo umano.
I denti cominciano a formarsi nell’utero, intorno alla sesta settimana di gravidanza.
Una persona in media spende 38.5 giorni in tutta la sua vita per spazzolarsi i denti.
Per lavarsi i denti alla mattina si usano circa 8 litri d’acqua (per via della cattiva abitudine di non chiudere il rubinetto durante l’operazione).
Emanuele Filiberto di Savoia, per non sprecare l’acqua, si lava i denti sotto la doccia.
Il dente umano più grande è stato estratto il 28 giugno 2000 dalla bocca di Shane Russell, una bambina canadese di 9 anni: la larghezza media di un incisivo centrale è 0,9 cm, quello di Shane misurava quasi il doppio: 1,7 cm di larghezza per una lunghezza di 2,05 cm. Il dente più lungo del mondo, invece, è stato trovato il 6 aprile 2009 in bocca a Loo Hui Jing (Singapore): 3,2 centimetri. A un ragazzo indiano con una rara malattia sono stati estratti 232 denti.
La medicina popolare europea usò gli escrementi fino all’Ottocento: sulle guance gonfie per il mal di denti gli inglesi applicavano impacchi «freschi e fumanti» di sterco di vacca.
Convinto che il mal di denti causasse «perturbazioni nel lavoro e nel rendimento», André Citroën aveva istituito all’interno della sua industria uno studio dentistico: sei specialisti, capaci di curare fino a cento dipendenti al giorno, trattamenti e protesi gratuite.
Per proteggersi dal mal di denti i devoti di San Domenico tirano con la bocca la corda della campanella appesa a una parete della Chiesa. Il giorno della festa il parroco estrae dal reliquiario il molare del santo e lo porge ai fedeli perché lo bacino. Fu il santo stesso, in partenza dal paese, a cavarsi da solo il dente per lasciare almeno una reliquia ai suoi seguaci.
George Washington soffriva di mal di denti. A partire dall’età di 22 anni gli venne estratto quasi un dente all’anno. Quando divenne il primo presidente degli Stati Uniti, nel 1789, era praticamente sdentato. Ebbe dentiere fatte d’avorio, di piombo, e di denti umani (i suoi dentisti ottenevano i denti da profanatori di tombe; chi commerciava in denti aveva anche l’abitudine di seguire gli eserciti: dopo la battaglia strappava i denti a morti e moribondi).
Nel mondo esistono diversi musei dentali. Ad esempio a Londra il British Dental Association Museum, a Seoul il Museo di Odontoiatria. In quello di Baltimora è custodita fra l’altro una dentiera in avorio di George Washington.
Già nel settimo secolo avanti Cristo gli etruschi realizzavano dentiere intagliate in osso o in avorio, con ponti in oro.
Le prime vere dentiere, simili a quelle che si usano oggi, risalgono al 1770. Erano fatte di porcellana e vennero applicate per la prima volta dal francese Alexis Duchateau di Saint-Germain-en-Laye.
Clark Gable aveva i denti guasti e si fece impiantare una dentiera. Cui si deve il suo celebre sorriso.
Un’indagine realizzata da Ipsos (campione di 3.500 persone), dice che più della metà degli europei (52%) considerano il sorriso uno degli elementi più importanti del proprio aspetto fisico, in particolare gli italiani e gli spagnoli. Inoltre, l’81% degli europei ritiene di fondamentale importanza mantenere tutti i propri denti naturali e far sì che questi siano privi di carie e placca. Il 58% si lava i denti in media due volte al giorno, in particolare mattina e sera. Italiani e spagnoli li lavano tre volte al giorno, anche al pomeriggio: abitudine diffusa rispettivamente tra il 44% e il 35% della popolazione. Un quarto dei francesi, invece, si lava i denti solo una volta al giorno.
Un’inchiesta risalente a metà anni Cinquanta e citata da Vance Packard (I persuasori occulti, Einaudi) mostra che la maggior parte della gente a quell’epoca si lavava i denti «una sola volta al giorno, scegliendo, per di più, il momento meno efficace nelle ventiquattr’ore dal punto di vista dell’igiene della bocca; vale a dire al mattino, prima di colazione, quando i germi introdotti nella cavità orale dal pasto della sera precedente hanno avuto tutta la notte a disposizione, e prima che il nuovo pasto introduca altri bacteri». Un’indagine condotta da un’agenzia pubblicitaria rivelò che la maggior parte degli americani viveva spazzolino e dentifricio come una purga per la bocca e si lavava i denti al mattino semplicemente perchè desiderava eliminare il gusto cattivo che si era formato durante la nott.
L’attrice Jessica Simpson per «non rovinare lo smalto» non lava i denti più di tre volte a settimana: «Uso colluttorio e filo interdentale tutti i giorni, ma non uso lo spazzolino. Anche quando uso il dentifricio lo passo con una maglietta».
Il 74% degli italiani cambia lo spazzolino una volta ogni tre mesi. La media europea è del 65%, con una punta del 77% dei tedeschi (dati Ipsos).
In media gli italiani e gli spagnoli dedicano meno tempo allo spazzolamento dei denti rispetto ad altri popoli: il 62% dei tedeschi li spazzola più di due minuti, mentre il 63% degli italiani e il 59% degli spagnoli, mediamente, meno di due (dati Ipsos).
Il 64% degli europei utilizza regolarmente il filo interdentale (principalmente nelle ore serali), percentuale che scende tra gli italiani (38%) e i francesi (11%). (dati Ipsos)
Gli europei scelgono di prendere un appuntamento col dentista una o massimo due volte l’anno (rispettivamente il 32% e il 29%). Nella maggior parte dei casi si tratta di sottoporsi a un regolare check-up (58%) o per una pulizia dei denti. Molti sono coloro che non si recano dal dentista annualmente sia per un problema di costi dei trattamenti (40%) sia perché, non avendo problemi dentali, non lo ritengono necessario (30%). Esiste poi un 21% per il quale il principale motivo per non farsi visitare è costituito dalla paura, e un 15% che è rimasto traumatizzato da un’esperienza pregressa. Quando si tratta di bambini l’attenzione alla salute dentale aumenta: il 73% dei genitori, infatti, porta dal dentista i propri figli per un check-up regolare anche quando non presentano problemi di salute (dati Ipsos).
Secondo un’indagine realizzata dall’Osservatorio sull’igiene orale di AZ e Oral-B in collaborazione con Aidi (Associazione igienisti dentali italiani) otto italiani su dieci non sanno che, per non rovinare lo smalto dentale, occorre aspettare mezz’ora prima di lavarsi i denti dopo aver bevuto una spremuta d’arancia o un bicchiere di vino. Inoltre il 62,6% degli italiani bagna il dentifricio con l’acqua, diluendone così l’effetto, e il 78% circa sciacqua a lungo i denti con l’acqua dopo l’uso di spazzolino e dentifricio: sarebbe invece opportuno non insistere con il risciacquo, così la protezione garantita dal fluoro dura più ore. E ancora. Quasi il 60% degli intervistati spesso o qualche volta si concede spuntini notturni (si tratta soprattutto dei giovani) ma solo il 48% dopo si lava i denti.
Secondo uno studio dell’università del North Carolina la prima cosa che una donna tende a guardare in un uomo sono i denti. Se sono bianchi e ben allineati trasmettono una sensazione di forza, padronanza e importanza sociale.
Durante le risprese del film di Woody Allen Scoop Scarlett Johansson ogni mattina si faceva sbiancare i denti.
In Giappone le aspiranti geishe, per mettere in risalto il bianco del volto, si tingevano ogni giorno i denti di nero passandoci sopra una mistura, piuttosto maleodorante, di ossidi ferrosi bruciati, tè nero, riso, sake e caramello (pratica chiamata Ohaguro).
Un tedesco, avendo osservato i denti neri della regina d’Inghilterra Elisabetta I, riferì: «È un problema a cui gli inglesi sembrano soggetti a causa del grande consumo di zucchero».
Catullo riferisce che nel primo secolo dopo Cristo per sbiancare i denti li si strofinava con urina. Nel Medioevo si usava acido nitrico, che però distruggeva lo smalto. Anche il primo dentifricio, inventato in Inghilterra nel 1700 e a base di mattoni e ossi di seppia, era dannoso per i denti.
Ricercatori italiani, in uno studio pubblicata su Nature Scientific Report condotto sul molare di un uomo vissuto 14mila anni fa, hanno messo in evidenza i segni di un rudimentale intervento odontoiatrico finalizzato alla cura di una carie: in mancanza di trapano, fu asportata con una sottile punta di pietra.
Gli antichi Egizi avevano l’abitudine di pulirsi i denti con una mistura abrasiva di pomice polverizzata e aceto.
I buddisti e gli antichi ebrei per pulirsi i denti utilizzavano dei pezzettini di legno come stuzzicadenti. I sumeri, i babilonesi e gli assiri li avevano costruiti in oro.
Un manoscritto egiziano del IV secolo d.C., riporta un primo riferimento al dentifricio, fatto da una miscela di fiori di iris. Ne XIX secolo in Gran Bretagna erano d’uso comune le polveri per denti, fatte in casa usando come ingredienti gesso, mattoni polverizzati, o sale.
Nel 4000 a.C. gli antichi indiani si spazzolavano i denti al mattino con un ramoscello di una pianta, possibilmente di acacia, che doveva essere lungo 20 centimetri e avere un diametro di 7 millimetri. Prima dell’uso si consigliava di masticarne l’estremità così che assumesse la forma di una morbida spazzola.
Maometto, maniaco dell’igiene orale, si spazzolava i denti con un piccolo pezzo di legno sfilacciato, il siwk.
I denti più lunghi li ha l’elefante: 3,5 metri.
Ogni lumaca ha 21mila denti microscopici.
La radula, collocata nella bocca della chiocciola, ha la forma di un nastro con denti silicei impiantati in più file regolari. Non taglia né tritura ma funziona come una raspa che disgrega, per sfregamento, i cibi di cui la chiocciola vuole nutrirsi. A lungo andare la radula potrebbe logorarsi ma i denti anteriori, quelli più esposti, vengono automaticamente sostituiti da altri che si formano più indietro. Il funzionamento di quel meccanismo produce un rumore speciale, e quando parecchie chiocciole sono a tavola assieme, il rumore è tale da svegliare un uomo che dorma.
Gli squali possono avere contemporaneamente fino a 3 mila denti, sviluppati su diverse file. Generalmente, nel corso della loro esistenza, questi animali ne perdono almeno 30 mila. Ma nel giro di qualche mese i denti persi ricrescono. Dopo aver esaminato gli embrioni di una specie di squalo chiamata “Gattuccio”, gli scienziati dell’Università di Sheffield (Regno Unito) hanno scoperto che la “rigenerazione permanente” sarebbe merito della lamina dentaria, costituita da cellule epiteliali possedute anche dall’uomo, al quale però consentono solo un ricambio, dai denti da latte a quelli permanenti. Poi si deteriorano. Secondo il dottor Gareth Fraser, che ha guidato lo studio, in futuro, attraverso terapie odontoiatrice capaci di rinvigorire le cellule deteriorate, la rigenerazione potrebbe verificarsi anche negli esseri umani.
I denti dello squalo bianco sono triangolari, con un margine seghettato che li rende taglientissimi. Perfettamente simmetrici al punto che alcune tribù della California li utilizzavano come punte di frecce senza apportare alcuna modifica.
Gli abitanti delle isole Figi, fino ai primi del Novecento, usavano come merce di scambio denti di balena.
L’ animale con i denti più duri al mondo è il chitone, un mollusco marino della classe dei Poliplacofori che vive sul fondo dei mari e degli oceani senza subire significative mutazioni da oltre 400 milioni di anni. Questo mollusco, riconoscibile per la conchiglia ovale formata da otto piastre, si nutre delle alghe che stacca dalle rocce grazie ai suoi robustissimi denti fatti di magnetite, un ossido del ferro tra i più duri esistenti sul pianeta.
Gli umani sono gli unici animali i cui denti crescono di frequente storti, e tale caratteristica dipenderebbe dalla nostra antica abitudine di cucinare il cibo. Ad affermarlo è Peter Lucas, antropologo della George Washington University. Secondo Lucas i cibi cotti avrebbero favorito lo siluppo di mascelle più piccole, mentre l’usanza di spezzettare il cibo mediante strumenti più o meno rozzi avrebbe costretto i denti umani a ridurre le proprie dimensioni. Questi due processi, tuttavia, non sarebbero avvenuti in contemporanea. E la leggera mancanza di sincronia avrebbe causato la riduzione dello spazio disponibile per la crescita dei denti, con tutte le storture del caso.
Alcune celebrità che hanno portato l’apparecchio per raddrizzare i denti: gli attori Tom Cruise, Julia Roberts e Angelina Jolie, la cantante Gwen Stefani.
A scuola Ilary Blasi portava l’apparecchio: «Sette anni di dannazione. Mia madre era fissata, ripeteva sempre: "Puoi essere bella quanto ti pare, ma se ridi con i denti storti è finita”. Andare in giro con i baffi d’acciaio non era il massimo. Ma ora la ringrazio: sono così dritti che mi chiedono se porto la dentiera».
«Ho molti sorrisi. In quello da un milione di dollari mi limito a mostrare i denti. In quello da quattro milioni di dollari mostro più denti ancora. In quello da otto milioni di dollari si vede anche il chewng-gum» (Cindy Crawford).
«La nonna Cia era completamente senza denti. Ma riusciva a masticare tutto lo stesso, anche il torrone. Quando ero piccola i miei compagni di catechismo mi dicevano: sai che mio nonno va a cavallo? Sai che il mio fa l’avvocato? Sai che mia nonna dà ripetizioni di latino? E io rispondevo: e sai che mia nonna spacca le noci con le gengive? E vincevo sempre io. Orgogliosa così non lo sono mai stata» (un aneddoto da Col cavolo di Luciana Littizzetto).
Una volta Michele di Borbone, dopo un’immersione in mare, tornò in barca annunciando d’aver perso un dente, di quelli avvitati: «Però so esattamente dove l’ho perduto. Torno giù e lo prendo... E così fa, riemerge col dente in mano e se lo avvita sotto i nostri occhi» (raccontato da Silvana Pampanini).
Dicono che Josef von Sternberg convinse la sua musa, Marlene Dietrich, a farsi estrarre 4 denti per avere le guance più incavate.
Il dentista Aga Hruska lavorò anche per la Paramount, che sosteneva le cure dentistiche dei suoi attori. Incaricato di donare a Greta Garbo, per Ninotchka, un’aria più intellettuale, si fece venire l’idea di allungarle gli incisivi con capsule mobili. Queste capsule davano all’attrice una voce strana e le impedivano di masticare, ma il film era doppiato e si evitarono scene in cui dovesse mangiare.
Raccapriccio di Aga Hruska, alla fine della seconda guerra mondiale, quando scoprì che l’oro tedesco di cui si era rifornito il suo studio milanese fino al 1943 proveniva dalla fusione di protesi dentarie. La faccenda saltò fuori quando un treno merci che trasportava in Svizzera protesi ancora attaccate alle radici dei denti fu bombardato lungo la frontiera (un settimanale mostrava le schede corrispondenti a ogni dente, con nome, età e origine del proprietario).
Il santo patrono dei dentisti è Santa Apollonia, che rifiutò di rinunciare alla sua fede subendo la tortura dell’estrazione dei denti.
«Dentista: un prestigiatore che inserendo del metallo nella vostra bocca estrae delle monete dal vostro portafogli» (Ambrose Bierce).
Annuncio comparso sulla Gazzetta di Parma del 13 maggio 1925: «Compro dentiere e denti artificiali, anche logori. Pago fino a 16 lire per dente. Dal giorno 13 al 18, dalle ore 9 alle 20. Albergo Aurora, camera numero 2».