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 2016  ottobre 24 Lunedì calendario

MA MI FACCIA IL PIACERE

60 anni e li dimostra. “L’intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d’Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all’Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare l’aggressione imperialista nel Medio Oriente, ha contribuito in misura decisiva, oltre che a impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell’Urss, ma a salvare la pace nel mondo” (Giorgio Napolitano dalla tribuna dell’VIII Congresso del Pci a proposito della sanguinosa repressione sovietica della rivolta di Budapest, novembre 1956). “Napolitano da Costanzo battuto negli ascolti da Wanna Marchi” (Libero, 22.10). Come bugiarda è più simpatica.

Vilipendio di cadaveri. “L’ultima vigliaccata del Sì: arruolare anche Montanelli. Dopo averci provato con Berlinguer e Ingrao, gli ultrà renziani strumentalizzano il fondatore del ‘Giornale’” (il Giornale, 23.10). Lassù Indro, Enrico e Pietro si staranno sganasciando, nella sede del Comitato Paradiso del No.

Basta un Sì. “Il verdini di governo: alleanza con Alfano e in prima linea per il referendum” (Corriere della sera, 15.10). “Verdini: il 5 dicembre io entro nel governo” (la Repubblica, 15.10). E poi dicono che la riforma non cambia nulla.

Il portafortuna. “Eccoci. 72 ore col fiato sospeso. L’Italia guida l’Europa su Marte”. “L’Europa arriva su Marte con una missione a guida italiana. Trepidazione e orgoglio” (Matteo Renzi, Pd, presidente del Consiglio, Twitter, alla vigilia dello spiacevole schianto della sonda Schiaparelli, 16.10). E dire che gliel’avevano chiesto in ginocchio, di astenersi dagli auguri.

Profumo d’intesa. “Legge elettorale, intesa vicina: Renzi gioca la carta Cuperlo” (La Stampa, 21.10). Dev’essere proprio disperato.

L’angolo del buonumore. “Renzi: è l’Europa che preoccupa il mondo, non i nostri conti” (Corriere della sera, 21.10). Quelli non preoccupano: fanno ridere.

Nobel chi legge. “Hanno assegnato il Nobel per la Lettura a Bob Dylan” (Federica Panicucci, Mattino Cinque, Canale5, 14.10). Pare che sappia persino leggere, lui.

Leccardi. “Ieri, in treno, ho visto su Fb Bebe Vio con il vestito che stasera indosserà alla Casa Bianca, e ho pianto. Mi sono commosso per la bellezza, la gioia, l’amore per la vita che questa ragazza esprime, e che oggi donerà a tutti, nella cena con Obama… C’è una straordinaria ragazza di 19 anni felice di partecipare ad una cena con il Presidente Obama, c’è il nostro capo di governo che stasera porta alla Casa Bianca il volto bello del nostro paese. Direte che questa storia non c’entra niente con il 4 dicembre. Per me sì. Almeno se ha un fondamento una convinzione che ho già espresso, e cioè che il referendum è una sfida tra chi decide di investire sulla fiducia e chi, invece, non se la sente di farlo” (Claudio Velardi, Twitter, 18.10). “La verità è che c’è da essere orgogliosi di un’Italia con queste eccellenze, c’è da illuminarsi gli occhi (sic, ndr) quando il presidente americano Barack Obama loda il lavoro di Matteo Renzi e la sua grande umanità, c’è da avere il cuore gonfio di onore nel vedere i viali americani colorati dalle bandiere italiane. Sono questi i momenti di unità nazionale, quelli che fanno bello il nostro essere italiani. Non permettiamo a nessuno di toglierceli. Mai” (Velardi, l’Unità, 21.10). M’illumino d’incenso.

La guerra lampo dei fratelli Marx. “La strada per firmare la pace tra politica e giustizia”. “È fondamentale, per una democrazia matura, che sia rispettata l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, ma è altrettanto fondamentale che si rispetti l’autonomia e l’indipendenza della politica” (Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, Sel, la Repubblica, 22.10). Ma anche che non si calpestino le aiuole e non si parli al conducente.

Alta strategia. “L’Italia ha bisogno di meno burattini laureati e più gente con le palle. Per noi la Russia è chiaramente partner strategico” (Ignazio Corrao, eurodeputato M5S, 14.10). Per le persecuzioni ai gay, per i dissidenti arrestati, per gli oppositori di Assad bombardati, o per i giornalisti assassinati?

Il titolo della settimana. “Gli stranieri stuprano più degli italiani” (Libero, 22.10). L’ennesima dimostrazione che vengono qui a rubarci il lavoro. E pazienza, perdiamo anche l’ultimo primato.