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 2016  ottobre 25 Martedì calendario

«GAY NON SI NASCE, LO SI DIVENTA»


Tra le cose più tristi che esistono per un genitore c’è forse proprio quella di dover spiegare e in qualche modo giustificare dinanzi ai propri figli l’esistenza del male nel mondo. Ovviamente tutti gli uomini, e quegli stessi uomini in potenza che sono i bambini, intuiscono prima o poi, la presenza nel mondo di un ordine che si esplica attraverso numerose leggi fisiche e morali che possono essere trasgredite, ma mai negate.
Tra esse la legge della riproduzione e della famiglia è una delle più note, universali e benefiche tra quelle instillate dalla natura (o da Dio) nel cuore degli uomini e, fatte le debite proporzioni, negli stessi animali.
L’approvazione di leggi sul matrimonio gay e l’adozione di minori da parte di queste nuove famiglie di positivo ha ben poco e di nefasto molto. Ma non basta lamentarsi. Bisogna formarsi e cercare di capire anche ciò che non si può ammettere.
L’ottantenne psicoterapeuta olandese Gerard van den Aardweg è oggi in Europa uno dei più grandi specialisti della genesi psichica dell’omosessualità, oltre a rappresentare un punto di riferimento per gli studi sulla pedofilia e le devianze. In lingua italiana sono già usciti due suoi saggi: Omosessualità e speranza (Ares, 1999) e Una strada per il domani. Guida all’autoterapia dell’omosessualità (Città Nuova, 2004).
La casa editrice Solfanelli ha ora pubblicato un volumetto di sintesi che brilla per la chiarezza dell’esposizione, la documentazione scientifica e la visione non solo medica dell’omosessualità, ma anche etica e sociale (G. van den Aardweg, La scienza dice NO.L’inganno del matrimonio gay, Solfanelli, 2016, pagine 170, euro 12).
Nella presentazione, Paolo Pasqualucci, professore già ordinario di filosofia del diritto a Perugia, fa notare i punti di forza delle ricerche di van den Aardweg e la sua originalità. Alla luce dei risultati del medico olandese appare chiaro che in nessun uomo «esiste un orientamento (…) omosessuale naturale, cioè innato» (pagina 7). Esso sorge sempre a causa di incertezze esistenziali vissute nell’infanzia e nell’adolescenza. «Nessuno scienziato è mai riuscito a dimostrare l’esistenza di un “gene gay” né di un “cervello gay”, nonostante i ripetuti tentativi» (pagina 7).
Lo psichiatra olandese, dal canto suo, richiama i suoi lettori alla riflessione critica su di una «ideologia realmente pericolosa» che potremmo definire come omosessismo: «Essa potrà provocare drammi ancora più vasti se non verrà fermata in tempo» (pagina 28).
Nel primo capitolo si fa stato di una verità negata: «Le cause fisiche ossia naturali, biologiche dell’omosessualità non sono state trovate» (pagina 31). Per van der Aardweg «c’è qualcosa che non funziona bene quando una persona, dotata di un integro apparato anatomico e fisiologico finalizzato alla procreazione, non sente alcuna attrazione per il sesso opposto, in contrasto col 95% del resto della popolazione» (pagina 34).
Tutte costatazioni che un’intera classe politica vorrebbe censurare, danneggiando in primis proprio gli omosessuali i quali, se vanno certamente rispettati, vanno pure aiutati a fronteggiare la problematicità della loro condizione, come nel caso noto di quegli omosessuali che riacquisendo l’eterosessualità biologica si sposano e hanno figli (cf. Luca di Tolve, Ero gay, Città Ideale, 2015).
Nel 2009 il presidente Obama ha invitato alla Casa Bianca 250 leader gay e ha premiato un loro rappresentante di nome Kameny «per la sua aperta battaglia per il riconoscimento della normalità e della bontà morale» dell’omosessualità (pagina 36). Piccolo particolare ignoto ai più: «Dopo la morte di Kameny nel 2011, la sua casa è stata inserita nel National Register of HistoricPlaces, i suoi scritti archiviati nella Biblioteca del Congresso e il suo bottone gayisgood è stato messo in mostra nell’American Museum of History(…). Kameny affermava: Godiamoci sempre migliori e ulteriori perversioni sessuali, qualsiasi sia la loro definizione, tra un numero sempre maggiore di adulti consenzienti […]. Se i rapporti sessuali con animali consenzienti fanno felice qualcuno, lasciamogli ricercare la sua felicità» (pagina 36, n. 7).
Ma cos’è allora l’omosessualità dal punto di vista scientifico?
Per il medico olandese «il tratto omosessuale non è innato» e deriverebbe «da un’insufficiente identificazione di genere, cosa che porta all’isolamento dai compagni dello stesso sesso» (pagina 47). Di solito, «la figura paterna, maschile, ha avuto un ruolo troppo piccolo nello sviluppo della personalità del ragazzo e quella materna, femminile (…) nello sviluppo della ragazza» (pagina 47).
Van den Aardweg parla poi dell’importante «dimensione della mascolinità e della femminilità nella personalità» (pagina 48), specie nella formazione adolescenziale. Ma forse è proprio per questo che l’ideologia del gender vuol cancellare ogni minima distinzione tra i sessi, colorando a forza le unghie dei maschietti e impedendo alle bambine di identificarsi con le principesse e le fate.
«Il concetto di immagine di sé è qui cruciale: gli uomini gay hanno una percezione limitata della loro mascolinità, le donne lesbiche hanno una percezione limitata della loro femminilità» (pagina 51). Cadono quindi in errore quei genitori ed educatori che trascurano le differenze naturali e sociali tra i bambini: i vestiti, il linguaggio, le capigliature e gli sport, sono importanti proprio perché distinguono e quindi identificano.
Sincere e tremende le parole di un attivista gay: «Combattere per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e per i suoi privilegi e poi, una volta che esso sia stato concesso, ridefinire completamente l’istituzione del matrimonio, rivendicare il diritto di sposarsi non come un mezzo per aderire ai codici morali della società bensì per sfatare un mito e alterare radicalmente un’istituzione arcaica» (pagina 75). Secondo l’autore, il matrimonio gay è «il primo passo verso la legalizzazione della poligamia» (pagina 74) e in effetti se il matrimonio classico è ridefinito a causa delle pretese di una parte assai minoritaria della popolazione, esso diviene ridefinibile a piacimento. E l’islam, che conta milioni di fedeli in Europa, non esclude la poligamia.
Le conseguenze delle nozze gay, al dire dell’autore, sarebbero queste: l’indottrinamento scolastico dei minori sui vari matrimoni possibili, l’apertura verso la poligamia, la poliandria e la stessa pedofilia (attraverso l’abbassamento costante dell’età del consenso sessuale), la distruzione delle legislazioni pro famiglia, la proibizione della ricerca psichiatrica sulle devianze e le perversioni, il divieto della cura dell’omosessualità, auspicata invece da un numero crescente di gay distonici.