Maicol Mercuriali , ItaliaOggi 22/10/2017, 25 ottobre 2016
ANCHE GLI ANTICHI GRECI PRENDEVANO CERTE PILLOLE CONTRO LA DEPRESSIONE
La depressione è il male della modernità? Stando alle ultime scoperte degli archeologi sembrerebbe proprio di no: già nell’antica Grecia, infatti, erano attivi dei veri e propri laboratori specializzati in antidepressivi. Come quello venuto alla luce durante gli scavi condotti sul sito di Bathonea, città costruita dai greci nel secondo secolo avanti Cristo nel distretto Avcilar di Istanbul: qui gli archeologi hanno rinvenuto circa 700 bottigliette, in ceramica e in vetro, contenenti delle primitive pillole antidepressive.
«C’erano tantissimi pestelli, mortai, un punto per la cottura e poi centinaia di bottigliette», ha spiegato ai media Sengul Aydingun, professore della Kocaeli University e coordinatore degli scavi. «Sembra che qui ci fosse un vero e proprio centro di produzione di medicinali.
In passato avevamo già trovato degli unguenti, ma così tanti pezzi non erano mai emersi».
Sono state analizzate le tracce dei resti di lavorazione e i risultati sono sorprendenti: sono stati riscontrati i principi attivi usati negli antidepressivi e per le medicine per le malattie cardiache. Secondo le rilevazioni dei ricercatori dell’Istituto archeologico ed etnografico di Varsavia, i resti ritrovati si dovrebbero collocare tra il 620 e il 640. «Se tutto questo sarà accertato, la storia di Istanbul si arricchirà di una nuova pagina», aggiunge l’archeologo.
La depressione, quindi, era un problema già 1.400 anni fa e i medici dell’epoca si erano dati da fare per dar sollievo ai loro pazienti. Oggi la depressione in Italia colpisce 4,5 milioni di persone, le donne sono più soggette a questa malattia come emerge da una recente indagine curata dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda). La depressione, poi, secondo l’Oms è destinata a diventare la malattia cronica più diffusa del mondo entro il 2030.