Fabrizio Salvio, SportWeek 15/10/2016, 15 ottobre 2016
SIAMO FORTI PAP
Ne avrà da mangiare pane duro, il diciottenne Nicholas Pierini, attaccante della Primavera del Sassuolo con qualche presenza in panchina e zero minuti giocati (finora) nel calcio dei grandi, per raggiungere il numero di partite totalizzate in Serie A dal padre Alessandro, dignitoso difensore di Udinese (soprattutto), Fiorentina e Reggina a cavallo tra la metà degli Anni 90 e l’inizio dei Duemila. I Pierini rappresentano la punta dell’iceberg, per la verità non troppo imponente, costituito dalle coppie padre-figlio che si sono passati il testimone nel massimo campionato.
In questa stagione sono soltanto 11 i giocatori che hanno l’onore (e l’onere, visto che il cognome che portano impone loro di esserne degni calcisticamente parlando) di aver avuto il genitore protagonista sullo stesso palcoscenico. Il padre più famoso è senz’altro quel Diego Pablo Simeone padre di Giovanni, attuale centravanti del Genoa – capace di vincere con la Lazio scudetto, coppa Italia e Supercoppa italiana nello stesso anno, il 2000.
Dei 2 portieri che hanno un figlio a sua volta giocatore di A, soltanto uno – Roberto Sorrentino, in A col Catania nell’84 e col Bologna dall’88 al ’90 – ha avuto la soddisfazione di vedere l’erede cimentarsi nello stesso ruolo. L’altro, Beniamino Abate, portiere di Udinese, Inter e Cagliari tra l’85 e il ’96, ha il figlio Ignazio che corre su è giù sulla fascia destra al Milan. Condividono il destino di un ruolo diverso da quello oggi occupato dal figlio anche Roberto Antonelli (lui attaccante tra la fine degli Anni 70 e la metà del decennio successivo, il figlio Luca difensore), Flavio Destro (difensore dell’Ascoli in A dall’86 al ’90, il figlio Mattia attaccante), Eusebio Di Francesco (centrocampista in A tra il 1995 e il 2005, il figlio Federico attaccante). Gli altri padri vedono i loro figli trottare sulle stesse zolle di campo, chi più chi meno, compresi Federico Chiesa e Iannis Hagi, nominalmente ali destre, ma in realtà capaci di giocare anche più vicino alla porta. I rispettivi genitori, Enrico e Gheorghe, erano attaccante (in A dal ’94 al 2008) e trequartista (in A dal 1992 al 1994). Solo a fine carriera, presenze e vittorie alla mano, si potrà stabilire se gli 11 giovanotti “figli di” avranno fatto meglio del papà. Due sono già sicuri di aver superato il genitore: sono i fratelli Rigoni, che hanno totalizzato un buon numero di presenze nel massimo campionato, a fronte della sola che può vantare papà Gianluigi, salito alla ribalta in un’unica occasione con l’allora Lanerossi Vicenza, contro la Juve a Torino, il 18 maggio 1975: finì 5-0 per i bianconeri.
Anche tra gli stranieri che militano nell’attuale campionato ce ne sono almeno un paio i cui padri sono stati a loro volta giocatori di buono o ottimo livello, anche se non in Serie A. Quello col cognome più “pesante” è senz’altro Jorge Higuain, padre di Gonzalo, che oggi gioca nella Juventus dopo essersi laureato nella scorsa stagione capocannoniere del campionato con la maglia del Napoli dopo aver segnato 36 gol in 35 partite, nuovo record per il campionato a girone unico. Papà Jorge ha consumato la sua carriera in Argentina, vincendo anche un titolo nel ’90 col River, tranne una stagione nel Brest, in Francia. L’altro, dalla carriera ancora più prestigiosa, è Miguel Reina, papà del portiere del Napoli, Pepe: Miguel, anche lui portiere, ha giocato nella Liga dal ’62 all’80, con il Cordoba, il Barcellona e l’Atletico Madrid, squadra nella quale ha vinto il titolo nel ’77.