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 2016  ottobre 21 Venerdì calendario

ESCLUSA PERCHÉ “TROPPO BRAVA” RESTA SENZA LAVORO E FA CAUSA ALL’ASL

Ha 39 anni, non è sposata, è disoccupata, è di origine calabrese. E ha una grande dignità che le impedisce di trasformare l’ingiustizia subita in una fortuna mediatica: per questo ha rifiutato l’invito ad andare ospite in moltissimi programmi televisivi come Report, ad esempio. Vuole solo avere giustizia nelle sedi competenti.
La storia, comunque la si veda, ha dell’incredibile. L’Ats di Pavia (Agenzia della salute, ex Asl) ha bisogno di ricoprire un posto di coadiutore amministrativo a tempo indeterminato al Dipartimento prevenzione veterinaria, per cui è richiesta la licenza media. Essendo di categoria B non deve indire un concorso, obbligatorio per livelli più alti, ma deve accedere alla lista dei disoccupati del centro per l’impiego, ex ufficio di collocamento. Ricevuta la lista di 60 persone dal centro, nomina una commissione interna che dovrà giudicare chi sarà il primo idoneo della lista, quello che sarà assunto. La prima a risultare idonea è la ragazza calabrese, che a differenza degli altri è laureata in Scienze alimentari, però, nella lista di collocamento è al 54esimo posto, in quanto, pur essendo disoccupata, manca di altri requisiti come anzianità di disoccupazione, carichi famigliari, età avanzata ecc… E l’Ats sospende la selezione con l’intenzione di ripeterla, ritenendo le domande formulate troppo difficili, tant’è che le 53 persone prima della ragazza calabrese non sono risultate idonee.
Conclusione: la “vincitrice” non ha vinto in barba alla meritocrazia perché è “troppo brava”. Insomma, essendo brava non doveva partecipare. Questa la sua colpa. Lei, ovviamente, non ci sta e si rivolge al giudice del lavoro che il 18 novembre prossimo dovrà decidere se annullare la prova oppure ritenerla valida. Nel frattempo, torna nella sua terra, la Calabria e chiede al suo avvocato Stefano Nespor di Milano di non rivelare a nessuno la sua identità, chiudendosi in un religioso silenzio stampa.
“’Non parlo con nessuno’, mi ha detto”, spiega l’avvocato Nespor. “Pensi che non ha voluto neppure incontrare la ministra della Pubblica amministrazione e semplificazione Marianna Madia”, che via tweet aveva detto che avrebbe approfondito la questione.
L’Ats intanto, per bocca del direttore generale Anna Pavan, si difende spiegando che ha annullato la prova nell’interesse pubblico in quanto le domande formulate “peccano di eccessiva complessità”, precisando che non si è trattato di un concorso, bensì di una selezione che segue regole precise.
Ricapitolando: l’Ats aveva bisogno di un impiegato di livello inferiore alle domande formulate dalla commissione istituita dalla stessa Ats e la responsabilità alla fine è della ragazza che ha superato la selezione grazie alla sua preparazione. “Evidentemente cercavano uno meno idoneo di lei per ricoprire quel posto”, è il laconico commento dell’avvocato. Ne avevamo sentite tante, ma questa, sinceramente, ci mancava.