Gabriella Saba, il venerdì 21/10/2016, 21 ottobre 2016
SU CHÁVEZ UNO SCONTRO A COLPI DI FICTION
È bastato che il trailer della serie televisiva El Comandante cominciasse a circolare in rete, perché ai piani alti del governo venezuelano ripartisse la polemica. La serie in sessanta puntate sulla vita dell’ex presidente Hugo Chávez, morto nel marzo del 2013, aveva attirato proteste già nel maggio scorso, quando era stata annunciata dalla Sony Pictures Television, e gli spezzoni trasmessi sul web hanno rinfocolato le critiche. Non che nel trailer si veda granché, e quello che si vede è piuttosto neutro, ma nell’attesa che la serie cominci, in una data imprecisata dei primi mesi del 2017, tutto fa brodo per attizzare scontri e provocare dichiarazioni infervorate di chavisti e oppositori: i primi preoccupati che la serie mostri un’immagine poco elogiativa del Comandante, e gli altri che idealizzi un presidente sopravvalutato. «Non accettiamo che si menta sulla vita onesta e consacrata al popolo del comandante Chávez» ha tuonato l’ambasciatore del Venezuela alle Nazioni Unite, Rafael Ramírez, mentre l’ex ministro Andrés Izarra ha definito la serie “offensiva” approfittandone per dare a quelli di destra dei “figli di puttana”. Già nel maggio di quest’anno, d’altronde, il deputato Diosdado Cabello aveva espresso il proprio disappunto nel corso del suo programma Con el mazo dando, e tra i motivi c’era che nel ruolo di Chávez era stato chiamato il colombiano Andrés Parra, interprete di Pablo Escobar in El patrón del mal, una scelta che denoterebbe poco rispetto. A dare la prima notizia della serie sul proprio account di twitter era stato proprio Parra, con una foto di se stesso nelle vesti di Chávez e la scritta El poder de la pasión y la pasión por el poder. A parte il basco rosso e l’uniforme militare, il Comandante della foto non somigliava affatto a quello reale, ma non è stato questo a scatenare le proteste. Piuttosto il fatto che la serie è tratta da un libro di Moisés Naim, famoso intellettuale antichavista, e le dichiarazioni altisonanti della Sony non fanno che aumentare la preoccupazione. Stando alla casa di produzione, El Comandante (che verrà trasmesso dalla catena statunitense Telemundo e dal canale spagnolo Tnt) sarebbe infatti la serie più ambiziosa mai realizzata dalla sezione della compagnia che si occupa di America Latina e di ispanofoni negli Stati Uniti: un lavoro che mescola biografia, fiction e documentario e si propone come un dramma politico e umano in cui si incrociano ambizione e sete di potere, eroismo e tradimenti con tanto di scena hot del presidente con la seconda moglie Marisabel Rodríguez. Ai tempi dell’annuncio, un furioso Cabello aveva ipotizzato di ricorrere alle vie legali, ma ora i vertici venezuelani hanno optato per una risposta “a tono”, producendo a loro volta un film che racconti il “vero” Chávez. «Abbiamo deciso di produrre un film sulla vita del comandante dal suo Venezuela, dalla sua terra, dal suo spirito» ha dichiarato Nicolás Maduro (la serie della Sony, le cui riprese sono cominciate qualche mese fa e termineranno alla fine del 2016, è girata invece in Colombia). Eppure, nelle intenzioni degli ideatori il lavoro era nato con buone intenzioni e con pretese di obiettività. «Ci siamo ispirati alla vita di un leader che ha suscitato opinioni diverse, ha provocato sentimenti contrastanti e ha cambiato un popolo per sempre. Un uomo che è riuscito a determinare un cambio politico profondo in America Latina, e influenzerà le nuove generazioni». Non fa una piega, almeno sulla carta.