Luca Ventura, Vanity Fair 19/10/2016, 19 ottobre 2016
SARÀ TUTTO PIÙ NOTO
Presto lo vedrete ovunque: Noto è la font creata da Google per scrivere in tutti gli alfabeti. Dotato di oltre 110 mila caratteri, è utilizzabile in 800 linguaggi ed è già disponibile gratis online a chiunque voglia usarlo. A che serve? A creare testi digitali che possano essere visualizzati correttamente su qualsiasi computer e browser. Anche se i caratteri tipografici non sono mai stati in cima ai vostri pensieri, l’invenzione di un sistema di scrittura universale rappresenta una vera rivoluzione: sono infatti passati quasi sei secoli da quando Gutenberg ha inventato la stampa a metà del 1400. Noto, inoltre, potrà essere utilizzato «retroattivamente» anche nelle lingue morte: insomma, se avete sempre sognato di scambiare messaggi email usando i geroglifici egiziani o la lingua cuneiforme dell’antica Mesopotamia la vostra attesa è stata finalmente soddisfatta.
COSÌ PARLÒ IL SAURASHTRA–
Se qualche quadretto sulla pagina web non vi ha mai dato fastidio è perché, per esempio, non siete tra le 250 mila persone appartenenti ai popoli aborigeni del Canada: fino a oggi, il loro alfabeto non era supportato da nessun browser. Stesso discorso per quei 100 milioni che usano come sistema calligrafico l’Urdu Nastaliq, per il cui riconoscimento lo scrittore pakistano Ali Eteraz (quello del Bambino che leggeva il Corano) ha lottato per anni.
Tra le lingue «salvate», anche il Saurashtra, usato nell’India del Sud, e il Fula, diffuso in 20 Paesi africani.
SUL «FONT» DI GUERRA–
La creazione di Noto è solo l’ultimo capitolo di una contesa secolare ricca di sgambetti e colpi di scena per conquistare i vostri occhi. Avete mai sentito parlare, per esempio, dell’accesissima disputa tra i sostenitori dell’Helvetica e quelli dell’Arial? O del polverone sollevato dalla Microsoft quando, nel 2007, ha rimpiazzato il Times New Roman con il Calibrì come carattere di default di Word?
E lo sapete che uno degli inventori del Gotham, usato per esempio da Obama per i suoi famosi poster con la parola HOPE, ha fatto causa al socio per frode chiedendo 20 milioni di dollari? Che caratter...ini.
NIENTE PIÙ TOFU–
Noto deve il suo nome al... tofu. E sì: quei quadratini (come questi: ☐☐ che compaiono talvolta nelle pagine web quando un carattere non viene adeguatamente riconosciuto dal vostro sistema vengono proprio chiamati come i cubetti di soia della cucina cinese e giapponese. Creato da Google in collaborazione con la società di design Monotype, Noto (che sta, appunto, per No more tofu) può essere utilizzato non solo con testi, ma anche con emoji o simboli musicali e matematici.