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 2016  ottobre 19 Mercoledì calendario

Domenica In per LaVerità– Partiamo dagli anni: Domenica In ne compie 40, Pippo Baudo ne ha esattamente il doppio, Chiara Francini, la sua spalla, ne ha 36

Domenica In per LaVerità– Partiamo dagli anni: Domenica In ne compie 40, Pippo Baudo ne ha esattamente il doppio, Chiara Francini, la sua spalla, ne ha 36. Altro numero: 13, come le edizioni della trasmissione condotte da Baudo. La novità per quest’anno è all’insegna della tradizione: un contenitore con i sani ingredienti di una volta. Quindi le due vallette: oltre alla Francini, ci sarà la show girl Emanuela Zero, con il compito di raccontare in musica gli ospiti e l’attualità. Ma il protagonista assoluto è sempre Pippo Baudo, ripescato dalla Rai quando ormai temeva tristemente che le sue porte si fossero chiuse del tutto. Gli ospiti della prima puntata di domani – dalle 17.05, 140 minuti, tra L’arena e L’eredità – saranno Eleonora Giorgi, Cristina Comencini e le due attrici del suo ultimo film Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, poi Fiorella Mannoia. «E ricorderemo coloro che in 40 anni hanno condotto questo contenitore», racconta Baudo. «Si partirà con il grande Corrado. A proposito, di quelli della mia generazione, Corrado appunto, Buongiorno e Tortora, il sottoscritto è l’unico sopravvissuto. Lasciatemi vivere». INSIEMEIl titolo originale è Domenica insieme, poi Corrado decide di troncarlo. Dal Radiocorriere del 1976: «La preposizione «in» sta a significare la sillaba di introduzione, insieme, insomma ma soprattutto incontro». AUSTERITYDomenica In nasce per colpa dei rincari petroliferi decisi dai paesi arabi. Occorre convincere gli italiani a restare in casa e guardare la televisione evitando di prendere l’automobile per la gita domenicale. Sono gli anni dell’austerity. PRIMA Domenica 3 ottobre 1976 va in onda sul Primo Canale Domenica In, ideato e condotto da Corrado, valletta Dora Moroni. Inizia alle 14 in punto, finisce 10 minuti prima del Telegiornale delle ore 20. TERMINIDomenicanismo, ovvero la capacità di tenere inchiodati allo schermo gli spettatori per una quantità imprecisata di ore. Il termine lo inventa Franca Valeri, enunciandolo durante l’ultima puntata della terza edizione. S.A.D.E. Quella volta che Carmelo Bene (1937-2002) partecipò a Domenica In. Era il 1975, e lui cantò – benissimo – una canzoncina tratta da S.A.D.E., ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina. DISCORINGDomenica 20 febbraio 1977, all’interno di Domenica in, Gianni Boncompagni conduce la prima puntata di Discoring, quaranta minuti di musica leggera. Pubblico di ragazze tra i 13 e i 20 anni. TONYNel 1977 improvvisa celebrità per il mago Tony Binarelli che, in collegamento da New York, riesce a indovinare le professioni dei componenti del pubblico dello Studio 5 di via Teluada. CARBONI La camminata a piedi scalzi sui carboni ardenti di Mino Damato (1937-2010), conduttore dell’edizione 1985-86. Da qui l’epiteto di Beppe grillo, «Mino D’Amianto». RAFFAELLA La prima conduttrice donna è Raffaella Carrà, nella stagione 1986-1987. TESTE«Papà, in piedi alla mia destra, fa sì con la testa. Mamma, seduta alla mia sinistra, fa sì con la testa. La donna bionda fa sì con la testa. Io, diosanto, faccio sì con la testa» (anno 1979, la famiglia dello scrittore Maurizio Cotrona assiste alla Domenica In in cui Giulio Andreotti dice a Raffaella Carrà che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca). QUIZ Nel 1997 l’addio di Mara Venier, tra lacrime e polemiche, dopo aver smascherato in diretta la truffa dei quiz truccati. RICORDI I ricordi più vividi di Pippo Baudo a Domenica In: «La volta che ho ballato con Sean Connery che faceva la donna, o l’intervista a Robert De Niro che aveva dato una disponibilità di 5 minuti e invece è un’ora». ECCOIl cardinale Ersilio Tonini (1916-2013) nel 2002: «Sarò ospite fisso di Domenica In. Mi piace essere in un programma vedendo il quale mio padre e mia madre, se fossero ancora vivi, potrebbero dire: «Ecco, nostro figlio è al suo posto». INPS «Non sarà una Domenica Inps. Non mi sono mai ritenuto estinto. Io sono l’erede di me stesso» (Pippo Baudo, alla vigilia di questa quarantesima edizione della trasmissione). *** «È l’Obi Wan Kenobi della televisione», ha detto di lui Simona Ventura; «È lo showman della tradizione. È il centro. Culturale, politico, sociale», ha scritto Edmondo Berselli (1951-2010). Pippo Baudo domani torna su Raiuno non per portare rivoluzioni ma per riproporre l’ordine costituito delle cose buone, come quando tutto è iniziato. Figlio di Giovanni, avvocato penalista, e di Enza, casalinga, Pippo – al secolo Giuseppe Raimondo Vittorio – è nato e cresciuto in campagna, a Militello, in provincia di Catania. A 12 anni faceva il tapeur, «suonavo il pianoforte fra il primo e il secondo atto». Prima apparizione tv: come pianista nell’orchestra Moonlight durante il programma La Caravella dei successi in onda da Palermo. Giunto a Roma, affrontò un provino con Antonello Falqui (allo stesso provino s’era presentato pure Luciano Rispoli), e fu assegnato ai programmi minori. La svolta nel 1967: non era arrivato in tempo il filmato di Rin Tin Tin e si decise in fretta e furia di mettere al suo posto Settevoci, «un programma che era considerato bruttissimo, che mi avevano fatto fare e che poi avevano chiuso in un cassetto». Grande e inatteso successo. Baudo considera come momento della vera consacrazione la chiamata di Mina a Studio Uno, insieme con Bongiorno, Corrado ed Enzo Tortora, in quel momento presentatori molto più accreditati di lui. «Enzo, terribile, mi sussurrò: sei alto, mettiti in punta di piedi dietro a Mike, così lo fai sembrare ancora più basso... Quella fu forse la giornata più bella della mia vita». Inutile elencare i suoi programmi, gli addii polemici alla Rai, i passaggi a Mediaset e i ritorni a Viale Mazzini; basta ricordare che detiene il record di Festival di Sanremo condotti: 13 (Mike Bongiorno si era fermato a 11). Ha sempre rivendicato il suo essere democristiano: «Non significa appartenere a un partito. È un modo di intendere la vita». Nazionalpopolare anche nei suoi amori. A domanda, ricorda come prima storia una Tina, cioè Agatina, poi questore. Nel 1967 sposò Angela Lippi, dalla quale ebbe la figlia Tiziana, e nell’86 Katia Ricciarelli (dalla quale si separò nel 2004). Nel 2000 riconobbe Alessandro Formosa, figlio nato da una lontana relazione fine anni Cinquanta. La Ricciarelli gli chiese pubblicamente di tornare insieme («Pippo, ma chi ce lo ha fatto fare? Alla nostra età...»). Invocazione a cui Baudo rispose freddamente: «Non si entra e non si esce da un matrimonio come se fosse una passeggiata». E poi, tifa Catania, in camerino tiene sempre una foto di Padre Pio e ammette di essersi trapiantati i capelli: «Quanti? 4.000. Ma erano tutti miei. Li hanno presi di lato e li hanno messi sopra. Il complesso della calvizie è atroce».