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 2016  ottobre 19 Mercoledì calendario

Carlo per LaVerità– L’eterno erede al trono, a 67 anni, si sta conquistando faticosamente i suoi spazi

Carlo per LaVerità– L’eterno erede al trono, a 67 anni, si sta conquistando faticosamente i suoi spazi. Carlo d’Inghilterra è l’uomo che da più tempo attende la corona nella storia del Regno Unito. Ha battuto ormai abbondantemente il record di Guglielmo IV, che prese in mano lo scettro nel 1830, con i suoi 64 anni, dieci mesi e tre giorni sulle spalle. Eppure oggi, a distanza di 64 anni da quando sua madre, Elisabetta II, divenne regina, Carlo sta ereditando i suoi numerosi impegni: iniziative caritatevoli, cause, campagne di beneficenza. Solo tre anni fa Time mise in copertina il suo volto col titolo «Il principe dimenticato». Ma da quest’estate l’idea che Elisabetta II, superati i novant’anni, possa abdicare è nell’ordine delle cose. Si avvicina il momento in cui l’uomo più sottovalutato del Regno Unito potrà riprendersi la sua rivincita, sempre che il figlio William non gli scippi il trono. PATRIMONIO Patrimonio personale di Carlo d’Inghilterra: 130 milioni di sterline, cioè 170 milioni di euro. Si prendono cura di lui e di sua moglie Camilla 133 persone tra chef, cuochi, lacché, governanti, giardinieri, autisti, camerieri. Tre valletti hanno come unica responsabilità quella di prendersi cura del suo guardaroba, scegliendo anche gli abiti da indossare giorno per giorno. LACCI I valletti di Carlo stirano i lacci delle sue scarpe ogni volta che lui li slaccia per sfilarsi le calzature. SCARPE Carlo ha 50 paia di scarpe da 800 sterline l’uno fatte a mano da Lobb of St James’s. CONVERSAZIONI Nel 1986 il principe ammise di conversare con le sue piante. Da altre fonti sappiamo che confida i problemi che lo affliggono soprattutto ai suoi polli. Invece agli staff di Buckingham Palace e di Clarence House si rivolge con dei foglietti scritti a mano. IN VIAGGIO In viaggio, porta sempre con sé la sua personale tavola del gabinetto foderata di capretto bianco e una speciale carta igienica di velluto. SCHIENA In viaggio si porta anche il materasso ortopedico dotato di cinghie che, tenendolo fermo durante i voli, lo salvano dal mal di schiena. E i due acquerelli della Scozia dipinti per lui da Camilla. Se questi due acquerelli non sono appesi a una parete della stanza non riesce a prendere sonno. ACQUERELLI Sugli acquerelli c’è da dire questo: che Carlo, avendo studiato con Edward Seago (1910-1974), artista molto commerciale assai amato da sua nonna e da Filippo, dipinge acquerelli, poi ne cava delle litografie a tiratura limitata (cento copie) e le vende queste litografie on line a 2.500 sterline l’una. Si tratta cioè di uno degli artisti più pagati del Regno. BENEFICENZA Incassi dal commercio degli acquerelli e delle litografie: sei milioni di sterline, finora, tutte versate in beneficenza. PAESAGGI Carlo dipinge acquerelli tradizionalissimi: paesaggi campestri, visioni boscherecce, laghi alpini. Da un quarantennio incassa il silenzio — o il malcelato compatimento — dei critici e del mondo dell’arte. Tre anni fa, quando 130 suoi quadri vennero esposti sul suo sito ufficiale, a Londra se ne facevano beffe dicendo che era stato costretto a organizzare un’esposizione online perché non trovava nessuna galleria disposta a ospitarlo. TOPPA Carlo, una volta, andò a visitare il set di Dr Who a Cardiff con indosso un doppiopetto che aveva una vistosa toppa sulla tasca sinistra. 1969 «Indosso certe scarpe da 40, 45 anni e intendo farmi seppellire indossandole. Sono scarpe costose, ma durano. Ogni tanto bisogna risuolarle, ma ciò crea occupazione per chi fa mestieri che riparano le cose, mestieri in via di estinzione. Invece di buttare via una cosa quando è rotta o non funziona, c’è un’intera economia con un enorme potenziale per il settore delle riparazioni. Vale per tutto, vale anche per l’abbigliamento. Io indosso ancora vestiti, giacche, che ho comprato nel 1969» (Carlo d’Inghilterra). SARTO Il suo sarto è dal 1982 Anderson & Sheppard, che stava in Savile Row e ora si è trasferito dietro l’angolo, in Old Burlington Street, con la stessa boiserie alle pareti e prezzi che partono da 4.000 sterline ad abito. Per ogni cliente, vengono annotati su volumi rilegati in pelle nome, indirizzo e misure, e ognuno deve scrivere personalmente il proprio nome perché ci sia una prova che ha ordinato l’abito e vengano poi evitate discussioni sul conto. Nei volumi ci sono i nomi di Picasso, Rodolfo Valentino e Fred Astaire, ma non c’è quello del Principe del Galles, identificato come Charles Smith. Nel negozio tutti si chiamano con l’appellativo di «Mr» e i nomi di battesimo sono banditi. In uno scatolone identificato dalla scritta «HRH Prince of Wales» sono conservati i pezzi di stoffa avanzati di tutti i suoi vestiti, pronti per le toppe di Carlo. CAPPOTTI Carlo possiede una collezione di cappotti pakistani che usa solo per andare nell’orto. IMBARAZZO L’incarico più imbarazzante di Paul Burrell, valletto per vent’anni a Buckingham Palace: «Quella volta che il principe mi ordinò di comunicare ai reali di Spagna, ospiti a palazzo, di non buttare assorbenti e condom nel gabinetto per non danneggiare l’apparato fognario del giardino». ENERGIA Ha fatto installare nella residenza di Clarence House dei contatori che avvertono quando si consuma troppa energia. AVANZI Non sopportando gli sprechi di cibo, quando organizza un tè fa impacchettare gli avanzi per la cena. Quando va a Balmoral controlla per prima che cosa c’è nel frigo e chiede ai domestici per chi sia stato comprato tutto quel latte e quelle cosce di pollo. Mangia pochissimo e beve solo un bicchiere di vino bianco. OSAMA «E suo fratello cosa sta facendo di bello?» (così il principe Carlo d’Inghilterra a Bakar bin Laden, fratello di Osama, durante un ricevimento ufficiale). *** La principessa Diana la chiamava Camilla-Godzilla, i sudditi di Sua Maestà l’avevano ribattezzata Cowmilla (da cow, vacca). Già da liceale Camilla Shand non era certo tra le allieve più graziose, tanto che a scuola le era concesso truccarsi: «Permettevamo alle meno carine di usare un po’ di make-up», ha ricordato la scrittrice Penelope Fitzgerald, che le insegnò il francese. Eppure, con tattica, attendismo, prudenza, Camilla nel 2005, dopo oltre trent’anni di retrobottega e incontri clandestini, è riuscita a sposare il suo Carlo, diventando in un sol colpo principessa ed eroina delle racchie. Il primo incontro tra i due avvenne nel 1970 – lei aveva 23 anni, lui 16 mesi di meno – a una partita di polo. Allora il principe di Galles non pensava a sposarsi e la regina non pensava che quella sgraziata ragazza altoborghese, figlia di un maggiore dell’esercito poi diventato mercante di vini, potesse essere un partito accettabile. Perciò divennero solo amanti. Nel 1973 la signorina Shand andò in sposa all’ufficiale di cavalleria Andrew Parker Bowles. Un matrimonio su cui all’epoca non mancarono commenti acidi visto che il ragazzo, noto playboy, poteva scegliere tra le più belle donne di Londra. Scelse Camilla, conquistato dalla sua allegria, dal suo temperamento focoso, dalla sua capacità di ascolto. Al matrimonio con Diana c’era pure Camilla, i due restarono amanti anche quando nacquero William e poi Harry. Carlo era così cotto di Camilla che in una telefonata del 1989, registrata, arrivò a dirle: «La sola cosa che voglio è stare con te, tutt’intorno a te, sopra e sotto dentro e fuori, soprattutto dentro e fuori...». Poco dopo Camilla e Andrew Parker Bowles divorziarono, Carlo e Diana si separarono, tutti cominciarono a vivere più felici e contenti finché il 31 agosto del 1997 Diana e il suo nuovo compagno Dodi al Fayed morirono. Piano piano Carlo e Camilla uscirono allo scoperto: il primo bacio in pubblico fu nel 2000. Poi, venerdì 8 aprile 2005, le nozze a Windsor. La sposa, 59 anni, indosso un abito color ostrica, in testa un cappello-meringa bordato di pizzo color avorio, per l’occasione s’era fatta sbiancare i denti, aveva perso sei chili, aveva cambiato acconciatura. Trasformandosi dalla ex sciatta Camilla-Godzilla in una matura e vincente icona di femminilità. E trasformando in unione regale trent’anni di principesche corna.