varie, 18 ottobre 2016
ARTE «Non sono arrogante: sono consapevole delle mie capacità. Sono come un artista e il calcio è la mia arte» (Walter Mazzarri, allenatore di calcio, del Watford, club di Premier League)
ARTE «Non sono arrogante: sono consapevole delle mie capacità. Sono come un artista e il calcio è la mia arte» (Walter Mazzarri, allenatore di calcio, del Watford, club di Premier League). NAIF «Il bello di Peter? In tutto quello che fa attira l’attenzione verso il ciclismo anche da parte dei non addetti ai lavori. E i suoi comportamenti istrionici non sono studiati. Lui è proprio così, spontaneo, naif. Quello che pensa, dice. Quello che pensa, fa. Senza filtri» (Giovanni Lombardi, ex ciclista, ora manager del campione del mondo Peter Sagan). PSICOLOGIA «Oggi c’è tanta più psicologia nei rapporti coi giocatori» (Marco Simone, ex calciatore, ora allenatore disoccupato). STANCHEZZA «Non c’è dubbio che debba ritrovarmi soprattutto dal punto di vista mentale ed emotivo. Probabilmente si tratta solo di stanchezza per la quantità di partite che ho giocato negli ultimi 15-20 mesi. Prima o poi doveva succedere, sapevo che non avrei potuto mantenere sempre un livello così alto» (Novak Djokovic, tennista, numero 1 al mondo del ranking mondiale). SCHIAVI «Il rapporto che Marc ha con il suo gruppo è speciale. La gente diceva: la Honda è schiava di Marquez. In realtà lo abbiamo solo messo nella migliore condizione psicologica per sfruttare il suo potenziale. Non ho mai visto un pilota che spende tanto tempo con i suoi meccanici, che ride e scherza con loro» (Livio Suppo, team principal del team di moto Gp della Honda che con Marc Marquez ha appena vinto il titolo mondiale). POCHE «Mi allenerò in tutte le discipline, ma in gara preferisco eccellere in poche piuttosto che soffrire in tante. Perciò farò sempre Gigante e SuperG, mentre in discesa e slalom mi cimenterò con continuità solo se sarò competitiva, quindi se riuscirò a stare tra le venti» (Federica Brignone, sciatrice). STRANIERI «Una volta di straniero c’ero solo io fra venti italiani, ora magari c’è un solo italiano in mezzo a tutti stranieri. Che dirle? Ciò che conta non è avere presidenti residenti all’estero, ma averli che capiscano di calcio» (Herbert Prohaska, ex calciatore che giocò con Roma e Inter). CRITICHE «Metto tutto nel conto, faccio l’allenatore e scelgo il meglio per il gruppo. Se pensassi alle critiche dovrei fare altro» (Massimo Rastelli, allenatore di calcio, del Cagliari).