Flavio Pompetti, Il Messaggero 17/10/2016, 17 ottobre 2016
RIVERA: «INSEGNERO’ CALCIO AGLI AMERICANI» – Gianni Rivera sente nostalgia per i campi di calcio
RIVERA: «INSEGNERO’ CALCIO AGLI AMERICANI» – Gianni Rivera sente nostalgia per i campi di calcio. Dopo il tempo della politica e dopo quello delle cariche federali (dal 2013 è presidente del settore tecnico della FIGC), l’ex golden boy si sta preparando per ottenere la licenza di allenatore dalla Uefa e reclamare un posto in panchina. Nel frattempo è arrivato negli Usa a ricevere gli onori consolari a New York e quelli dell’ambasciata a Washington, e per presentare lo splendido volume biografico che sua moglie Laura Marconi ha messo insieme, raccogliendo immagini e memorie della sua carriera calcistica, e che presto avrà una traduzione in inglese. Che accoglienza ha trovato in America? «Sono sorpreso nel vedere tanti giovani che mi accostano per salutarmi, chiedere autografi. E’ una generazione che non mi ha potuto vedere giocare prima del ritiro nel 1979, ma che ha sentito parlare di me sul web, o in famiglia dai genitori e dai nonni». Lei ha visitato una scuola di calcio a New York, che impressione ne ha avuto? «Sono andato a vedere l’allenamento del Met Oval, un club diretto dall’allenatore italiano Filippo Giovagnoli, e ne sono rimasto positivamente impressionato. Ho trovato una grande attenzione per il settore giovanile e un livello di preparazione tecnica raffinato. Ci sono senz’altro le basi per uno sviluppo futuro». Lei pensa di poter essere parte di questo futuro, negli Usa o in Italia? «Sto mettendo a punto una squadra di collaboratori e un format, una sorte di accademia itinerante, che penso di offrire alle squadre che vorranno adottare i suggerimenti tecnici che io ho elaborato. E’ per questo che sto frequentando i corsi della Uefa per ottenere la licenza. Questo sarà il primo passo per tornare a calcare i campi di gioco». Vuol dire che ce ne saranno altri, che le piacerebbe legarsi a una squadra come allenatore? «Se riceverò delle offerte sono disposto a discuterle. Non nascondo che la prospettiva di tornare al calcio attivo mi interessa, e non solo a livello di club privato. La licenza di allenatore sarebbe preziosa anche per l’attività di selezionatore della nazionale». Tra quanto tempo sarà pronto a scendere in campo? «A metà di dicembre dovrei avere il primo livello di qualifica Uefa, quello che mi permetterà di lanciare la proposta dell’accademia. Poi vedremo come l’iniziativa sarà accolta, e se ci sono i presupposti per andare avanti». A New York ha sfilato in testa alla parata del Columbus Day, a Washington l’ha ricevuta l’ambasciatore Varricchio. Sente ancora il riverbero delle passate investiture politiche? «E’ piuttosto il passato sportivo a segnalarmi. La pagina della politica è definitivamente chiusa, almeno in via ufficiale, tranne qualche richiesta di collaborazione che mi arriva da amici. Ho scoperto, purtroppo, che la politica non è terreno florido per l’amicizia, e che per avere successo bisogna essere più egoisti di quanto mi riesca possibile». Cosa altro ha trovato nel viaggio americano? «L’abbraccio di una comunità di italoamericani più grande di quanto pensassi. Tornerò presto a visitarli, e la prossima volta mi rivolgerò anche a questo universo in espansione esplosiva che è il calcio americano».