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 2016  ottobre 17 Lunedì calendario

BMW VISION NEXT 100, LA MOTO DEL FUTURO CHE NON CADE MAI

Più grande è la tradizione, più si guarda lontano. Non ci ha dovuto pensare troppo la BMW a trovare il motto per festeggiare il proprio centenario. The next 100 years, una vision sui prossimi cento anni durante i quali la casa di Monaco ha l’ambizione di «restare leader mondiale nella fornitura di veicoli e servizi premium per soddisfare le esigenze della libertà individuale». Fra brindisi e party i bavaresi hanno fatto vedere di avere le idee molto chiare su quello che accadrà in futuro, non solo nei decenni a venire, ma anche più in là. E per far ciò sono stati svelati quattro concept (uno per ogni brand del Gruppo) che anticipano in che direzione andranno i vari marchi, una visione comune declinata nei valori e nel Dna delle rispettive aziende (BMW, Mini, Rolls Royce e BMW Motorrad).
Lo show itinerante, Iconic Impulses. The BMW Group Future Experience, è partito dal quartier generale di Monaco il 7 marzo dove è stata presentata The Ultimate Driver (l’anticipazione di come saranno le auto BMW del futuro), ha fatto tappa a Pechino dal 5 al 15 maggio, per poi sbarcare a Londra (da 16 al 26 giugno) dove sono state esposte le Vision Next 100 dei brand inglesi del Gruppo, la Mini e la Rolls Royce. L’ultimo evento ha spento i riflettori poche ore fa a Los Angeles dove, al Barkar di Santa Monica, è stato il presidente Harald Krueger in persona ad alzare i veli dalla Vision della Motorrad: «Ecco come sarà secondo noi la moto del futuro. La digitalizzazione offre nuove opportunità per dare ai nostri clienti emozioni ed esperienze personali ancora più forti. Il piacere di guida non diminuirà affatto, anzi si rafforzerà; chi è in sella sarà ancora più immerso nella natura, non serviranno più né le protezioni né il casco poiché la tecnologia consentirà alla moto di non andare mai in terra. Come le altre Vision che abbiamo presentato anche questa due ruote sarà connessa e elettrificata e potrà essere condivisa e in grado di guidarsi da sola, ma solo quando il pilota lo deciderà».
Perché avete scelto gli Stati Uniti per l’ultima tappa del tour del centenario?
«Molti dei nostri clienti sono qui negli Usa, il nostro successo in questo mercato va oltre i prodotti, l’impegno è forte e di vasta portata. In questo paese siamo anche produttori, datori di lavoro, acquistiamo merci e servizi. In poche parole gli States sono la nostra seconda casa».
Può darci qualche numero?
«Ero a Spartanburg nel 1994 quando uscì la prima BMW americana dalla nostra nuova fabbrica, oggi il 70% dei modelli X prodotti in Carolina vengono esportati. Quello stabilimento è il più grande e importante del nostro network produttivo, lì in un ventennio sono stati investiti quasi sette miliardi di dollari e lo scorso anno il valore delle esportazioni ha sfiorato i dieci miliardi di dollari. Nel 2015 siamo stati il più grande esportatore di auto dagli Usa e diamo lavoro diretto o indiretto a 70 mila persone».
Los Angeles ha un significato particolare per la mobilità del futuro?
«Era il posto ideale per mostrare per la prima volta tutte insieme le nostre quattro Vision presentate quest’anno, conosco e apprezzo come gli americani siano predisposti ad accogliere le innovazioni. Lo Stato della California è considerato un pioniere della sostenibilità, in particolare nella riduzione delle emissioni. BMW ha un approccio simile per la mobilità sostenibile, nel 2008 abbiamo presentato proprio al salone di Los Angeles le nostre prime proposte elettrificate, il concept della Serie 7 ActiveHybrid e la Mini E, qui abbiamo iniziato un emozionante viaggio e le persone hanno apprezzato il nostro spirito pionieristico».
Come stanno andando le vendite dei vostri modelli a batterie?
«Lo scorso anno abbiamo consegnato 60 mila vetture che diventeranno 100 mila nel 2019. La nuova i3 ha un’autonomia aumentata del 50%, nel 2017 arriverà la i8 Roadster».
Agli americani piacciono le moto, ma i cinesi non sembrano altrettanto interessati?
«Negli Usa abbiamo importanti obiettivi di crescita, il nostro programma che prevede il raggiungimento delle 200 mila moto l’anno entro il 2020 include il raddoppio della quota di mercato negli Usa. Ma siamo anche contenti di come stanno andando le cose in Cina anche se possono migliorare».
Emissioni zero solo con le batterie. E l’idrogeno?
«Lavoriamo anche sulle fuel cell, in collaborazione con Toyota. Questo è uno dei tre asset per ridurre le emissioni nei prossimi anni, insieme alle auto elettriche e al miglioramento dell’efficienza dei motori termici».
La guida autonoma è vicina?
«La nostra strategia Number One Next prevede veicoli Aces: autonomi, connessi, elettrificati e sha- red, cioè condivisi. Le vetture autonomous drive di livello 3 saranno disponibili già il prossimo anno, per fare il passo successivo bisognerà attendere ancora un po’. È diverso viaggiare in autostrada piuttosto che muoversi in città dove il traffico è caotico e si possono trovare bambini ad ogni angolo. Per BMW la sicurezza resta prioritaria».
Giorgio Ursicino

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Dopo i concept a quattro ruote Vision Next 100 di BMW, Mini e Rolls Royce è stata la divisione Motorrad di Monaco di Baviera a chiudere il cerchio, svelando in California un’idea ancora più rivoluzionaria. Una moto che, quando arriverà, cambierà completamente il modo di viaggiare, farà riscoprire sensazioni e sapori antichi recentemente sacrificati sull’imprescindibile altare della sicurezza.
La guida autonoma, si sa, promette grandi vantaggi e siamo certi li manterrà, ma è come una nuvola nera per chi non è ancora pronto a rinunciare al volante. Per un motociclista privarsi del timone sarebbe ancora più tosto; così BMW, che conosce a fondo gusti e aspettative dei propri clienti, ha ribaltato lo scenario trasformando quello che poteva sembrare un problema in una formidabile opportunità. Motorrad Vision Next 100 non ha il classico manubrio con gli snodi che gira la ruota anteriore, il concept sfoggia un telaio flexframe così avanzato che è in grado di deformarsi indirizzando le traiettorie a seconda delle indicazioni fornite da chi è in sella.
UNA VISIERA MAGICA
La digitalizzazione e i numerosi dispositivi di assistenza alla guida forniscono però al driver un’infinità di informazioni per muoversi in totale sicurezza e, se il pilota non recepisce, sono pronti a prendere i comandi per evitare cadute e incidenti.
Proprio per questo sarà possibile viaggiare come ai vecchi tempi, cioè senza casco e indumenti protettivi, attualmente indispensabili in caso di scivolata. Sulla Next 100 tutto è improntato al massimo comfort e le diavolerie elettroniche esaltano il rapporto fra uomo, macchina e natura, cioè il paesaggio che ci circonda e la totale connessione con tutti i dispositivi di abituale utilizzo. La tuta sarà sottile, fornirà informazioni sulla guida emettendo vibrazioni e terrà sotto controllo temperatura e battiti corporei per mettere a disposizione la migliore climatizzazione. Oltre all’innovazione e alla tradizione, uno dei valori più apprezzati del brand BMW è il design e gli stilisti guidati da Edgar Heinrich si sono dati parecchio da fare per conciliare la più avanzata delle tecnologia con un design che doveva necessariamente essere in linea con l’heritage del marchio. Il telaio nero a triangolo ricorda quello della R32, il promo veicolo dell’azienda tedesca lanciato nel 1923; non c’è serbatoio perché l’alimentazione sarà zero emission (prevedibilmente elettrica), il blocco motore-cambio in alluminio lucidato è appeso e vanta due elementi che ricordano le testate di mitici bicilindrici boxer. Quando la moto è a riposo rientrano pronti ad uscire di nuovo dal guscio appena si accende il propulsore. Non c’è strumentazione, tutte le informazioni (molto più di quelle fornite dalle moto attuali) sono proiettate sulla speciale visiera che indossa chi guida, i comandi sono gestuali. I pneumatici svolgono funzione ammortizzante e variano il profilo a secondo del tipo di fondo. La diavoleria che più fa la differenza, però, è l’accompagnatore digitale: Next 100 resta in piedi da sola, non cade mai, sia da fermo che in velocità. Ognuno può liberamente guidare in base alle proprie capacità, il supervisore è pronto ad entrare in azione solo se si va oltre i limiti.
G.Urs.