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 2016  agosto 23 Martedì calendario

TENACIA E CASO (E LA LEZIONE SUL CONFRONTO)

Nel 1928 il medico Alexander Fleming, dopo avere lasciato inavvertitamente una coltura aperta, scoprì la potente azione antibiotica della penicillina. Gli ingredienti che lo portarono al premio Nobel furono la perseveranza e il caso. Nel 2009 a Jan Koum, il padre di WhatsApp, è accaduto di inciampare nella stessa miscela esplosiva: «Avevamo lavorato alla possibilità di comunicare il proprio status con la telefonia, per poter dire se si era occupati o meno. Non andò bene, ma non dovevamo dichia-rarci falliti, così abbiamo aggiunto la messaggistica». Il resto è storia del web: Koum ha ucciso gli sms con 30 miliardi di messaggi che ogni giorno vengono inviati nel mondo. L’innovazione spesso è più casuale di quanto la raccontiamo a posteriori. Ma richiede perseveranza. E forse è sempre per caso che ieri è anche emersa una lezione per tutti quando un ragazzo ha chiesto a Koum che cosa ne pensasse di Allo, uno dei servizi potenzialmente concorrenti di WhatsApp. «Alla mia squadra dico di rimanere concentrati su quello che facciamo, non voglio che ci preoccupiamo troppo di cosa fanno gli altri». Nell’era dell’ open innovation , della sharing economy e della condivisione forzata della nostra vita da Truman Show, quello che una volta sarebbe stato banale oggi merita una riflessione. Internet ha reso tutto più accessibile amplificando ossessivamente il confronto e il controllo di cosa fa il vicino, l’amico, il nemico, il collega, il concorrente. Siamo tutti inconsciamente follower di qualcosa, magari anche quando stiamo facendo bene. Mettersi in gioco è una cosa sana: Koum lo ha fatto senza che per lui fosse facile. Ma mettersi in gioco ogni cinque minuti è una nuova sindrome: la paranoia in streaming.