Oggi 12/10/2016, 12 ottobre 2016
PUPO: QUELLA VOLTA CHE SUL PALCO MI SCAPPAVA
Sul palco, ai confini del palcoscenico, o dietro le quinte del mondo dello spettacolo, ne succedono di tutti i colori. Gag, imprevisti, scherzi, piccoli drammi e fatti imbarazzanti spesso coinvolgono star della tv, del cinema, della musica e del teatro. Di solito rappresentano quello che gli artisti non dicono. Ora, invece, c’è una singolare antologia che li raccoglie: è il libro Il peggio della diretta scritto dal giornalista Franco Bagnasco e pubblicato da Mondadori. Bagnasco, che si occupa di spettacolo da oltre 20 anni, ha raccolto i segreti di una cinquantina di artisti, da Al Bano a Pupo, da Pippo Baudo a Virginia Raffaele. «Tutti gli aneddoti che riporto nel libro sono veri, sono confidenze che gli artisti mi hanno fatto. Non ci sono leggende o gossip», precisa il giornalista. Qui anticipiamo alcuni brani del libro, in uscita il 18 ottobre.
(M. G. Buonanno)
PUPO VESTITO DI BIANCO
Durante un concerto, in Calabria, a Zungri, in provincia di Vibo Valentia, Pupo aveva un fastidiosissimo disturbo intestinale. Ma andò lo stesso sul palco preparato per la festa del paese. Era completamente vestito di bianco e se la fece addosso. Lui lo ricorda così.
«Avevo continuamente bisogno di andare in bagno, e i fermenti lattici che stavo prendendo non avevano ancora dato i loro frutti... Sotto sforzo per l’impegno vocale e per il movimento contemporaneo del corpo, spinsi più del solito... Mollai quella che lì per lì pensai fosse una scorreggia e che invece si rivelò, purtroppo, il rubinetto di apertura di un autentico fiume di m...».
AL BANO TRA BUGIE E MAL DI STOMACO
«Il mio incubo agli inizi della mia carriera era il vomito. Nessuno l’ha mai saputo, ma per me fu un vero dramma. Prima di ogni concerto, non so che cosa mi prendesse, forse l’emozione o lo stress, fatto sta che sboccavo in continuazione. Andavo nel retropalco o addirittura sotto il palco e davo di stomaco. Nascondendomi come un ladro. Una cosa patologica e reiterata. A un certo punto, prima di passare alla storia come il più grande vomitatore della musica leggera italiana (non sarebbe stata particolarmente gradevole come etichetta), mi sono detto: cerca di ammazzare questa cosa prima che lei ammazzi te. E sono riuscito pian piano a venirne a capo...».
Nel libro Il peggio della diretta, capita che un’artista racconti più di un aneddoto. E Al Bano rivela anche che una volta, in Spagna, nel 1976, per giustificare un ritardo a un concerto che doveva tenere con Romina, finse di aver avuto un incidente e si presentò sul palco con la faccia sporca e la giacca strappata ad arte.
PAOLA PEREGO ANDO IN CATALESSI
«Il trauma tuttora per me indimenticabile, una sorta di attacco di panico, lo ebbi al Petruzzelli di Bari per “Azzurro ‘86”. Avevo 19 anni, ero agli inizi, ma ancora oggi ricordo tutto, istante per istante, come il peggiore degli incubi... Ogni squadra di cantanti aveva il nome di un animale e una capitana... Io seguivo la squadra dei delfini. Dovevo uscire sul palco e annunciare: “E ora il prossimo delfino, che in realtà è una delfina: con Run to Me, Tracy Spencer!”. Una breve presentazione che resterà per sempre scolpita nella mia mente. Niente di particolarmente difficile, ma mi successe l’imprevedibile. Dissi: “E ora il prossimo delfino, che in realtà è una delfina...”. Stop. Da lì un blocco totale. Rimasi ferma sul palco in silenzio con lo sguardo fisso nel vuoto per un tempo che mi sembrò interminabile. Come se fossi in catalessi. Dopo due-tre minuti arrivò qualcuno in scena e mi portò letteralmente fuori, dietro le quinte. Subii un forte stress, non lo so ancora esattamente, ma so soltanto che ricordo tutto tranne quel buco nero».
VIRGINIA RAFFAELE MALATA SUL PALCO
Nel 2001, Virginia Raffaele doveva sostituire una collega malata nello spettacolo La scuola di Domenico Starnone, in teatro, a Firenze, ma si ammalò. Andò lo stesso sul palco e andò così... «Iniziai a inventarmi patetiche scuse fuori testo e fuori copione, ovviamente, per uscire un attimo, e sboccare in un secchio. Dicevo: “Mi è sembrato di sentire un rumore...” Gli altri: “Sì, anche a me è parso di udirlo...”, con voce stentorea da teatro impegnato. “Vado a controllare”. Mi allontanavo, andavo dietro le quinte, uno mi teneva la testa con la mano, e vomitavo. Poi rientravo in scena, resistevo finché potevo, e mi facevo chiamare da qualcuno... Così per tutto lo spettacolo. Un inferno vero, perché stai malissimo e nessuno spettatore se ne deve accorgere...».
PIPPO LITIGA PER WHITNEY HOUSTON
«Me la vidi davvero brutta a Sanremo, nel 1987. Avevamo invitato come ospite straniera la giovanissima Whitney Houston... Sul palco, in diretta, il pubblico dell’Ariston andò in delirio per quella voce, e molti si alzarono in piedi reclamando il bis... Whitney era sostanzialmente d’accordo, ma non i suoi genitori, che la aspettavano dietro le quinte... Si misero fra me e lei e iniziarono a inveire: due persone di colore infuriate, sui 120 chili a testa, che urlavano a pochi centimetri dalla mia faccia. Più io insistevo, più loro s’imbestialivano. Volarono parole grosse...».