Stefano Feltri, Il Fatto Quotidiano 12/10/2016, 12 ottobre 2016
LE SURREALI FAVOLE MODERNE DI CIMINO: LA RIPETIZIONE È IL SEGRETO DEL SUCCESSO
Aleggere o rileggere le storie di Rodolfo Cimino è inevitabile un senso di déjà vu: le conosciamo tutti. Anzi, ci sembra quasi di conoscere soltanto quelle, come se i personaggi Disney non possano esistere in una versione differente da quella dello sceneggiatore morto nel 2012. Un volume Disney-Panini, Topolino Classic, raccoglie alcune delle sue avventure, tutte con protagonisti i paperi, soprattutto Paperino e zio Paperone. Storie con titoli come “Paperino e il roditorinco nordico”, perché Cimino è famoso tanto per lo schema rigido, quasi un canone, che ha introdotto nelle sceneggiature quanto per la creatività verbale (a lui si devono le imprecazioni di Paperone come “me misero, me tapino”). I tanti disegnatori che nel volume raccontano come si lavorava con Cimino spiegano che usava mandare uno storyboard da lui stesso abbozzato, una bizzarria per molti anni, che si apriva con una grande vignetta e poi seguiva una traccia ripetuta: Paperone ha un problema, per risolverlo arruola Paperino e i nipotini e, a dorso di qualche veicolo improbabile, parte per mete esotiche. Con risultati sempre lontani da quelli desiderati.
C’è un vuoto nelle storie raccolte nell’antologia: si salta dal 1975 al 1988: nel mezzo Rodolfo Cimino ha seguito un’altra carriera, quella della politica. Dal 1975 al 1986 è assessore ai Lavori pubblici a Venezia, con il Partito socialista. Visti gli anni e la compagnia, non poteva mancare l’appendice giudiziaria: un imprenditore inizia a parlare di tangenti e favori negli appalti e nel 1986 Cimino viene arrestato da Arnaldo La Barbera. La vicenda si chiude nel 1990: la Corte d’appello di Venezia derubrica l’accusa a corruzione, Cimino e altri vengono prescritti. Nel frattempo da politico Cimino era tornato sceneggiatore, rifugiandosi in Topolino mentre la Prima Repubblica iniziava a crollare.
Sarebbe però ingiusto cercare nelle storie disneyane echi dell’altra vita di Cimino: certo, si potrebbe malignare sulla presenza della banda bassotti o su Paperone che ha il problema di nascondere montagne di contante, sfida familiare a molti socialisti poi arrestati. Ma paperi e politica non si mischiano, Cimino riesce a creare un universo coerente, prevedibile nei suoi meccanismi comici e per questo sempre efficace. Un mondo a cui oggi, noi che siamo cresciuti con le sue storie, guardiamo con nostalgia. Concedendo anche l’amnistia della memoria, oltre alla prescrizione, alla parte giudiziaria.