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 2016  ottobre 12 Mercoledì calendario

“CI VUOLE UN CONCLAVE PER VENDICARE LE DONNE” [Robert Harris] – Quando la conversazione va a parare sullo scioccante epilogo di Conclave, e che investe l’atavica questione femminile nella Chiesa, Robert Harris rivolge una supplica comprensibilissima per uno scrittore di thriller: “La prego di non rivelare il finale del libro”

“CI VUOLE UN CONCLAVE PER VENDICARE LE DONNE” [Robert Harris] – Quando la conversazione va a parare sullo scioccante epilogo di Conclave, e che investe l’atavica questione femminile nella Chiesa, Robert Harris rivolge una supplica comprensibilissima per uno scrittore di thriller: “La prego di non rivelare il finale del libro”. Già. Diciamo solo, allora, che la donna ha un ruolo centrale nell’ultimo capitolo. Stop. Tocca al lettore scoprirlo e stupirsi. Giornalista e commentatore politico inglese, Harris è uno dei pochi autori al mondo capace di maneggiare con maestria la Storia e di infilarci dentro un mistero. Adesso si è cimentato con l’elezione più antica e segreta dell’orbe terracqueo: quella del pontefice romano. Titolo, appunto: Conclave. Protagonista è Jacopo Lomeli, che si trova nel 2018 a gestire da cardinale decano la successione di un papa che assomiglia a Francesco ma non è Francesco. Francesco è ancora vivo. Ed è un uomo forte, una figura molto affascinante che mi pare aver risolto i grossi conflitti che c’erano prima, con Ratzinger. In ogni caso, la Chiesa di Roma è l’ideale per un thriller. Da tempo avevo una forte curiosità per questo meccanismo elettivo che resiste da secoli. E da giornalista politico, non solo da scrittore, sono abituato a esplorare il rapporto tra il Potere e il potente. L’ho fatto con Stalin, con Cicerone, con il primo ministro britannico. Mancava il papa. La Chiesa ha una struttura universale. La sede è a Roma ma potrebbe essere benissimo a Manila. Indagare sulla Chiesa però mi ha stupito. Perché? Non immaginavo una dimensione così laica del Conclave. Il potere corrompe. Lì dovrebbero predominare la fede e la preghiera. Invece? C’è l’aspetto laico dell’ambizione e se devo essere onesto non mi aspettavo che potesse essere così politico. In che modo ha ricavato questa certezza? Studiando, documentandomi. Non sapevo praticamente nulla. Ho cominciato dai quattro Vangeli. E poi? Libri, giornali, ho visitato il Vaticano. Ma per Conclave mi sono basato soprattutto sue due fonti. Quali? Un diario segreto pubblicato da Limes sul Conclave del 2005 (quello che elesse Ratzinger, ndr) e alcune conversazioni con un cardinale. È stato lui a illuminarmi sul carattere politico. Che cosa le ha detto? Semplice: all’inizio di un conclave ogni cardinale favorito dichiara che non vuole essere eletto. In realtà in quel preciso momento inizia le manovre per la sua elezione. Manovre che lei descrive meticolosamente. Attraverso gli occhi di Lomeli si vive il Conclave in diretta. Era ciò che volevo. Raccontare questa elezione con gli occhi di un uomo di fede, Lomeli, e sviluppare questa ambivalenza, fatta di spiritualità e politica. In fondo un papa eletto che cos’è? Che cos’è? Un uomo anziano che quando appare per la prima volta è circondato da altri anziani, alcuni mondani, altri divertiti, altri ancora più innocenti. Infine si è vendicato crudelmente con un finale scioccante. Non scriva nulla. Le donne nella Chiesa… Nella Chiesa sono ridotte a fare le cameriere in un mondo che si appresta ad avere il potere in mano a tre donne: Hillary Clinton negli Usa, Angela Merkel in Germania, Theresa May in Gran Bretagna. Nella discussione politica del suo Conclave tengono banco anche altri temi che causano le divisioni di oggi: il relativismo, l’Islam e il terrorismo religioso, la corruzione della Chiesa. Spero di essere stato neutrale. Ho solo calato questi temi per drammatizzare il racconto. Però… Però? Mi pare che la guerra di religione sia un dato di fatto, oggettivo. I cristiani sono perseguitati in Africa e Medio Oriente. Ammetto che tutto questo mi meraviglia. Perché? Non credevo che con la fine del Muro e delle ideologie le religiosi potessero occupare questo ruolo predominante. L’Isis fa tremare tutti. So solo una cosa. Quale? Non mi era mai capitato, da scrittore, di chiedermi se avessi scelto la religione giusta. Cioè? Occupandomi di una questione così sacra e segreta come il Conclave ho gustato tutta la libertà che avevo per farlo. Con l’Islam non sarebbe accaduto, sarei stato minacciato, ci sarebbero state polemiche e proteste. Al momento non potrei mai scrivere un thriller sull’Islam.