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 2016  ottobre 12 Mercoledì calendario

SOLE 24 ORE, INDAGINI ANCHE SUL MISTERO DELLA DI SOURCE

In arrivo dalla Consob la denuncia sui rapporti con la società costituita a Londra dagli stessi accusati a Madrid di aver aiutato Messi a evadere il fisco
di Giorgio Meletti | 12 ottobre 2016 Commenti
La Procura di Milano ha ufficializzato l’apertura di un fascicolo d’indagine sui conti del Sole 24 Ore. Il faro è stato acceso in seguito a un esposto del presidente dell’Adusbef Elio Lannutti che ipotizzava i reati di falso in bilancio e aggiotaggio. Per adesso il fascicolo non indica né indagati né reati. Ma il lavoro della Procura sarà complesso, visto che dovrà esaminare anche una serie di esposti arrivati alla Consob da parte di azionisti e da parte dello stesso presidente del collegio sindacale Luigi Biscozzi.
“Siamo un libro aperto, massima trasparenza e massima tranquillità”, hanno detto i portavoce della società. Oggi i 180 membri del Consiglio generale di Confindustria dovranno votare le proposte del presidente Vincenzo Boccia sia sulla lista per il cda in vista dell’assemblea dei soci del 14 novembre, sia sulla strategia per tirare fuori dalla crisi il giornale. Dopo la rottura tra Boccia e il predecessore Giorgio Squinzi, che si è dimesso dalla presidenza del Sole, la Confindustria arriva spaccata all’appuntamento.
Sul fronte delle indagini l’aspetto più misterioso è spiegato nell’esposto presentato alla Consob il 7 ottobre scorso dal giornalista del Sole Nicola Borzi. Si fa riferimento alla questione dei cosiddetti “abbonamenti multipli” online: a inizio estate l’Ads (Accertamento diffusione stampa) ne ha eliminati 109 mila dal conteggio del Sole in attesa di verificare se siano autentici o finti. La procura dovrà verificare se i dati di vendita del quotidiano economico siano stati “drogati” per sostenere l’immagine ma anche le tariffe pubblicitarie. Il direttore del quotidiano Roberto Napoletano, sfiduciato nei giorni scorsi da tre quarti dei giornalisti, ha già fatto sapere di non aver avuto alcun ruolo nelle pratiche commerciali dell’azienda.
Il rappresentante degli azionisti di minoranza Mario Anaclerio ha scritto ieri allo stesso Biscozzi e ai vertici aziendali chiedendo tempestive risposte. Al centro dell’attenzione ci sono due società di diritto britannico, la Di Source e la Fleet Street. Passa attraverso di una di loro la vendita di almeno 30 mila abbonamenti multipli. Le due società sono schermate da una fiduciaria, quindi non si sa di chi siano.
Si sa che sono state entrambe costituite (la prima nel 2012, la seconda nel 2014) dalla Jordan Cosec Limited. Quest’ultima è nota in tutto il mondo per il ruolo avuto nella costruzione delle società schermo che avrebbero consentito al calciatore Lionel Messi una maxi evasione fiscale, stando alle accuse della magistratura spagnola.
Borzi riferisce di aver contattato Filippo Beltramini, responsabile dei clienti italiani della Di Source e della Fleet Street. Beltramini ha detto di non sapere chi siano gli azionisti della Di Source. Di lui si sa che è socio della Bw Consulting srl insieme a Daniele Di Rocco, che ha svolto una consulenza per Il Sole 24 Ore sul fatturato digitale da gennaio a novembre 2012. La Di Source è stata costituita a Londra il 9 novembre 2012. Coincidenze? È la stessa domanda che Borzi rivolge al collegio sindacale e alla Consob, ed è verosimile che la Consob giri il quesito alla Procura di Milano.
C’è poi un’altro dettaglio che fa sospettare una gestione non limpida delle pratiche commerciali. Nella relazione semestrale approvata il 30 settembre l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio scrive che “è stata modificata la modalità di rilevazione dei ricavi relativi alla vendita di banche dati”. In pratica, in un documento con diversi rilievi di “errori” passati, si spiega che dal 2012 in poi si sono messi in bilancio come ricavi realizzati anche parte di quelli futuri. Del Torchio ha così dovuto cancellare 7,5 milioni dal patrimonio aziendale. Borzi chiede all’azienda e alla Consob di accertare se quei ricavi di fantasia abbiano generato “incentivi, premi o altri bonus erogati a esponenti aziendali, dirigenti, personale giornalistico”.