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 2016  ottobre 11 Martedì calendario

UNITE PER SEMPRE CI SPAVENTA QUESTO


La critica l’ha salutato come il miglior film italiano della stagione. Ora il botteghino conferma: in una settimana si è piazzato a un onorevole decimo posto della classifica. Non solo. Di Indivisibili si parla come dell’unica pellicola che avrebbe potuto garantire all’Italia la possibilità di conquistare un Oscar come “miglior film straniero” (pare abbia perso la candidatura alla nomination per un voto).
Si racconta la storia di Dasy e Viola, gemelle siamesi unite tra la coscia e il bacino, che vivono nel casertano, a Castelvolturno, nelle desolate campagne della Terra dei fuochi. La voce straordinaria delle ragazze (interpretate da Angela e Marianna Fontana, gemelle, al loro esordio) è la fonte di sostentamento della famiglia, con un padre-padrone e una madre dipendente dalla droga; a loro si accoda anche un viscido sacerdote deciso ad approfittare delle superstizioni della povera gente. Uno sfruttamento che le trasforma in un fenomeno da baraccone, divette del panorama neomelodico (la canzone tradizionale napoletana rivista in chiave moderna) chiamate a ogni ricevimento per matrimoni, comunioni o compleanni. A nessuno importa quali siano i veri desideri di Dasy e Viola, le quali, quando un medico spiega loro che possono essere divise e vivere una vita veramente autonoma, contrariamente a quanto i familiari avevano sempre sostenuto, scoprono tutta la rapacità di chi sta loro vicino.
Si è ispirato a una storia vera, accaduta in Inghilterra nei primi anni del ’900. Le sorelle Daisy e Violet Hilton, erano nate nel 1908 da una cameriera ventenne: gemelle siamesi unite ai fianchi e ai glutei, la loro disabilità fu vissuta dalla madre, che le concepì fuori dal matrimonio come una punizione di Dio. Le gemelle Hilton, però, non vollero mai affrontare un intervento chirurgico che, seppure con notevoli rischi, avrebbe potuto separarle.
L’esatto contrario di quanto raccontato invece in Indivisibili. Che riporta alla memoria un’altra storia vera, questa tutta italiana, di cui negli Anni 60 si era occupato molto anche Gente: le gemelle Giuseppina e Santina Foglia. Anche loro erano due gemelle siamesi unite nella zona delle ossa sacrali: il 10 maggio 1965, quando avevano 7 anni, furono separate con un intervento chirurgico eseguito all’ospedale Regina Margherita di Torino da un’équipe di 24 medici, fra chirurghi e anestesisti. Fu il primo caso di operazione andata a buon fine in Europa. Una vera sfida, raccolta dalla madre Elide (oggi morta).
«Dopo la separazione è stato come nascere una seconda volta, anzi nascere veramente», aveva raccontato qualche anno fa Giuseppina Foglia. E cosa significhi quel “rinascere” è ben spiegato dalla testimonianza che la mamma a un mese dall’intervento: «Ora che camminano, Santina e Giuseppina sembrano trasformate. Non stanno ferme un momento e ho un gran daffare a tenerle nel letto. Vorrebbero restare sempre in piedi e continuare a rincorrersi con grida di gioia. Non sono mai stanche». Le cronache del tempo raccontano la gioia incontenibile del primo vestitino che avevano potuto indossare, finalmente divise, convincendole, prima così timide, a posare per i fotografi. Erano loro per prime a volere essere separate: «Più di una volta, nei momenti di rabbia e disperazione abbiamo gridato a nostra madre: “Perché ci hai fatto così?”». Sì, perché come Giuseppina aveva ricordato, «non era facile accettarsi. Io ho cercato di cancellare la mia vita sino ai 7 anni: ho ricordi molto sfumati».
Oggi Giuseppina e Santina Foglia hanno 58 anni. La prima lavora in una banca del Piemonte, mentre la sorella Santina, che nel 1992 è diventata madre di Andrea, ha qualche problema di salute. Anche dopo l’intervento non è stato facile: «Io e mia sorella eravamo sempre sotto i riflettori, l’attenzione di giornali e televisione... La vita indipendente che finalmente avevamo conquistato ci veniva quasi negata», aveva raccontato. E le sue parole oggi sembrano voler rispondere ai mille interrogativi che in Indivisibili si pongono Dasy e Viola e che con ogni probabilità avevano convinto le gemelle inglesi a rinunciare: «Le differenze del passato e certe diversità del fisico lasciano il segno per sempre, anche se la gente non ti addita più».