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 2016  ottobre 06 Giovedì calendario

TUTTI PAZZI PER I COUPON


Per sognare carrelli della spesa stracolmi che costano soltanto un sorriso c’è persino un programma tv: Spese pazze. Il fatto davvero divertente è però scoprire che le spese proposte la domenica su Real Time (Canali Sky 131 e 132 oppure canale 31 di TvSat) proprio «pazze» non sono, ma rappresentano l’ultima frontiera del couponing, termine preso dall’inglese per indicare l’arte estrema (sì, arte) del raccogliere buoni sconto e premi per alleggerire il budget familiare.
La trasmissione, importata dagli Stati Uniti, mostra quali acrobazie si possano compiere tra buoni sconto, carte fedeltà e promozioni, arrivando a risparmiare tra il 50 e il 70 per cento della spesa mensile. Negli Usa il fenomeno è così diffuso che esistono veri e propri magazine composti esclusivamente da buoni sconto da ritagliare, mentre in tv la trasmissione Extreme Couponing, arrivata alla quarta stagione, ha raccolto oltre 700 mila spettatori.
In Italia siamo ancora agli albori, ma l’interesse è forte: le ricerche su Google relative ai buoni sconto in Italia sono aumentate del 30 per cento in un anno, e oltre 5 milioni di persone hanno utilizzato almeno una volta negli ultimi 12 mesi un coupon digitale, cioè un codice promozionale che viene trasformato in un buono sconto da presentare in negozio.
«Il percorso per diventare couponista in fondo è semplice: si comincia raccogliendo buoni sconto dai volantini, dalle offerte che arrivano con le carte fedeltà o dai siti specializzati per poi ritagliarli e utilizzarli alla cassa» spiega Anna Nicosia, siciliana, collaboratrice del sito ScontOmaggio e animatrice di Risparmiare con i coupon si può, il gruppo Facebook da lei creato (oltre 9 mila iscritti). «Poi, quando si diventa più esperti, solitamente ci si abbona alle newsletter aziendali per essere informati sulle promozioni e ottenerne di più mirate. Infine, come ultimo passo, non rimane che buttarsi anche nel mondo dei concorsi a premio. Potrete anche non crederci, ma con i coupon e l’aiuto della fortuna, lo scorso anno ho risparmiato 7.500 euro. Certo, non è stato subito così semplice, ma l’esperienza premia. E se prima per riuscire a risparmiare dovevo dedicare allo studio dei coupon molte ore, adesso un paio al giorno sono più che sufficienti».

Anna Nicosia è ormai un punto di riferimento per molti aspiranti risparmiatori. E lei non fa mistero dei suoi trucchi. Ecco qualche esempio: sino a poco tempo fa con i prodotti Ace era possibile vincere 500 euro in buoni benzina Esso. Il concorso «TuttoPulito» (prodotti Bolton Group) invece, ne metteva in palio altri 500 per il carburante Ip. E poi buoni spesa Amazon, robot cucina, buoni per acquistare un po’ ovunque. Vogliamo invece un ricco carnet di coupon? In Italia per trovarli ci si affida ai volantini dei supermercati o ai siti specializzati, ai portali delle aziende o alle applicazioni digitali che permettono al consumatore di scaricare codici (cioè dei coupon digitali) e creare portafogli virtuali. Tra i più noti tra i siti dedicati, Scontomaggio, Dimmicosacerchi e CheBuoni. Per il portafoglio virtuale ci sono invece Klikkapromo o T-Frutta.
Trovati i coupon, virtuali o fisici, la prima cosa da fare è leggere i regolamenti delle promozioni e le date di scadenza pubblicate sui buoni sconto. E poi tenere presente che i coupon non sono cumulabili tra loro (un coupon, un prodotto). In compenso sono accettati quasi ovunque. Il risparmio più consistente arriva però con le cosiddette «Operazioni a premio sicuro» o «Prendi e riprendi»: si tratta di promozioni in cui l’azienda rimborsa con buoni spesa la metà o l’intero importo dei prodotti acquistati oppure premia la fedeltà del consumatore. Ecco qualche esempio: Nivea ha da poco attivato una promozione con la quale regala un buono spesa da 10 euro ogni due prodotti della linea For Men. Dixan sta invece rimborsando 10 euro ogni 10 euro di suoi prodotti acquistati.
Queste promozioni si ripetono più o meno periodicamente, all’inizio dell’anno e a settembre, con il rientro in attività. Si può trovare l’annuncio sui volantini dei supermercati o riceverlo via mail se iscritti a qualche sito, e il meccanismo è semplice: compri, fotografi lo scontrino, ti registri online al concorso e lo invii in busta chiusa all’azienda. Dopo qualche tempo, ecco che arrivano a casa i soldi o i buoni spesa promessi.
Il ritorno delle promozioni ha molte forme: dai buoni spesa generici o per prodotti della stessa azienda, ai buoni carburante, passando per tagliandi da spendere su siti di e-commerce come Zalando, Amazon, Decathlon e altri. «Si tratta pur sempre di soldi che tornano in portafoglio» spiega Valeria Zanelli, una delle più note esperte di questa nuova frontiera del consumismo scontato. «Va anche detto che le aziende consentono allo stesso consumatore di utilizzare la promozione anche due o tre volte. E il trucco in questo caso è di acquistare all’offerta migliore i prodotti necessari, per poi farsi fare scontrini separati alla cassa da inviare per la promozione». Le offerte «prendi e riprendi» sono frequenti nei grandi ipermercati e nel settore della cura della casa e dell’igiene personale, per lo più guidate da grandi multinazionali come Henkel, P&G, Ferrero, Barilla o Parmalat. Ma ci sono anche occasioni natalizie che i couponisti più esperti attendono con ansia: «Hasbro di solito rimborsa 20 euro ogni 40 euro di spesa in giocattoli. Ma a questo si aggiunga che, ogni anno, Iper Carrefour propone una settimana di promozione con cui l’ipermercato si impegna a fare lo stesso: 20 euro di rimborso per ogni 40 euro di spesa in giocattoli. Se si riesce a cogliere il momento giusto, cumulando, si torna a casa con i giocattoli e 40 euro per la spesa».

Ma le aziende cosa ci guadagnano con queste operazioni? «Il coupon è un importante strumento di profilazione e anche un mezzo per dialogare con i consumatori» spiega Giuliano Gherri, direttore marketing di Parmalat «I clienti si sentono ascoltati, soddisfatti, incentivati a non cambiare abitudini di acquisto. Un fattore ancora più importante quando l’azienda è multiprodotto e quindi impegnata a costruire un suo consumatore trasversale».
Morale, coi coupon ci guadagnano un po’ tutti: le aziende, i consumatori e anche chi su questo ha costruito un’impresa e posti di lavoro come il bolognese Valentino Marangi, 25 anni, fondatore di CheBuoni.it. «Ho iniziato tre anni fa a fare ricerche personali, capendo subito che questo mondo necessitava di ordine e di aggregazione» racconta. «Mi sono quindi messo a lavorare e la mia start-up è nata così. Oggi qui a Bologna lavorano dieci persone e il business cresce: sono le aziende che ci pagano per promuovere i buoni o perfezionare le promozioni personalizzate per gli utenti».
CheBuoni vale oggi 7 milioni e ha ceduto il 40 per cento a Localweb di Agron Shehaj, attivo nel settore dei call center. E un’altra azienda passata di mano in questo settore (oggi è del gruppo MutuiOnline) è Klikkapromo, diventata ormai un punto di riferimento nel couponing virtuale. «Pubblichiamo buoni sconto sul nostro sito e sulla nostra app, e l’utente non deve fare altro che scaricare quelli di suo interesse sul suo profilo» riferisce il direttore commerciale Matteo Coppola. «A questo punto si fanno gli acquisti, ma non è necessario mostrare i buoni sconto alla cassa. Sarà l’utente a comunicare la spesa fotografando e caricando lo scontrino sullo smartphone. Lo sconto gli verrà accreditato su un portafoglio virtuale che, al raggiungimento dei 20 euro, potrà essere convertito e quindi speso in ricariche telefoniche, fornitura di carburante o nei siti di e-commerce». Starà al consumatore quindi, riuscire a sommare lo sconto di Klikkapromo con le offerte dei supermercati, ottimizzando la promozione.
«Il futuro è sicuramente online» sottolinea Coppola. Ma per vincere al gioco del «massimo risparmio con minima spesa» bisogna accettare il fatto di essere iscritti a siti aziendali e piattaforme, e di conseguenza essere schedati, profilati e studiati sin nelle più remote abitudini di acquisto. Possiamo davvero rinunciare alla privacy e correre il rischio di far viaggiare tutti i nostri dati online? «Le grandi aziende sono costrette, per la loro stessa sopravvivenza, ad adottare i più moderni sistemi di sicurezza. E lo stesso vale per le app e i siti, se non vogliono rischiare di essere disertati e non scaricati sui telefonini» sostiene ancora Anna Nicosia, che conclude: «La loro necessità di sicurezza è ciò che permette anche a noi di stare tranquilli». Altrimenti, addio fiducia del consumatore.