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 2016  ottobre 07 Venerdì calendario

IL CANTO DELLE MEGATTERE


La megattera, il mammifero massimo, il leviatano, la grigia mobile isola che sbuffa umido respiro è fascino e mistero insieme. Di Megaptera novaengliae conosciamo i fascinosi canti. Anni fa, in un incontro all’università di Rennes, Roger Payne, scienziato del mare, li fece ascoltare. Toni da baritono da contralto, da soprano. Una, due, tante voci, calde e vibrate. Un incanto che i versi di Ted Hughes hanno così colto «Oh ascolta della balena / la colossale canzone! / Più flessuosa della/ lingua di un soprano / e selvaggia come una mano / tra corde d’arpa, / tuffandosi nel mare / ella canta». Sappiamo anche della sua vita tra i tropici e i poli. Migrano regolarmente le megattere dalle tiepide acque tropicali, dove passano l’inverno in attività riproduttive, a quelle fredde polari, affollate di minuscoli crostacei (il krill, il loro cibo), ove passano l’estate e l’autunno intente solo a rimpinzarsi. Una migrazione di migliaia di km. Un lungo viaggio che tuttavia secondo gli scienziati si sta modificando a causa del cambiamento del clima. In Antartide infatti si è visto che sono riluttanti a lasciare le acque polari e tendano a trattenersi più a lungo.
Li conosciamo anche come animali vivaci. Più di altre balene, con le loro 40 tonnellate, saltano fuori dall’acqua, sbattono coda e pinne sulla superficie. È loro il record dell’arto più lungo: le pinne pettorali arrivano anche 5 metri. E ora lo studio di ricercatori californiani apparso su Marine Mammal Science ci racconta di un comportamento mai osservato prima. Le megattere fanno mobbing, ovvero attaccano in gruppo, le orche intente a predare. Richiamate dai vocalizzi, le raggiungono, interferiscono con la predazione permettendo così alle prede (foche, cuccioli di leone marino) di fuggire. Il comportamento delle megattere è interpretato da un lato come difesa dei cuccioli del gruppo che a volte, se pur raramente, cadono preda delle orche o come un altruismo a beneficio delle altre prede delle orche.