Danilo Taino, Sette 7/10/2016, 7 ottobre 2016
LA DIFESA COMUNE EUROPEA? SEMBRA FACILE
Le idee che non volano la prima volta non è detto che prendano quota la seconda. La prospettiva di creare un inizio di Difesa comune europea, della quale si discute con determinazione da qualche settimana, andrebbe guardata con gli occhi asciutti, per capire se ci sono le condizioni affinché abbia successo. Lanciare l’idea con fanfara e poi vederla finire nella sabbia sarebbe un altro colpo alla reputazione della Ue. Il fallimento della Comunità europea di Difesa (Ced) nel 1954 fu qualcosa che si ricorda ancora sessant’anni dopo. Alla luce delle sfide alla sua sicurezza che l’Europa ha oggi di fronte, il colpo sarebbe probabilmente più forte.
L’iniziativa ruota attorno all’ormai arrugginito asse tra Berlino e Parigi ma trova anche l’appoggio dell’Italia. Incontrerà ostacoli? Beh, sì, alcuni sostanziali. Qualche esempio. Quando nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si votò la nofly zone contro la Libia di Gheddafi, nella primavera 2011, la Francia votò a favore ma la Germania si astenne, al fianco di Cina e Russia. Nella guerra contro l’Isis in Medio Oriente, Parigi ha un ruolo diretto e attivo ma la ministra tedesca della Difesa, Ursula von der Leyen, assicura che i suoi militari si terranno a debita distanza dalle zone di operazione pericolose. Quando Barack Obama decise di non intervenire in Siria nonostante il regime di Assad avesse oltrepassato la “linea rossa” tracciata dal presidente americano stesso sull’uso di armi chimiche, François Hollande si indignò, da Angela Merkel non arrivò una parola. Insomma, i due Paesi divergono quasi sempre, quando si viene alle questioni militari: la Francia tende a essere interventista, la Germania a non intervenire.
POCHI FONDI. È vero che Berlino e Parigi furono concordi nell’opporsi all’invasione americana dell’Iraq nel 2003. Questo episodio, però, solleva un altro ostacolo, probabilmente il maggiore. A quel tempo, la Casa Bianca di George Bush e l’establishment americano considerarono la posizione franco-tedesca una rottura tra alleati. In parte ricomposta ma che ha lasciato a Washington il dubbio su quanto gli europei vogliano essere veri partner nella Nato (dubbio rafforzato dai pochi fondi che destinano all’alleanza atlantica). In America, l’idea di una Difesa comune europea alimenta il sospetto che possa essere in contrasto con la Nato. Razionalizzare gli investimenti per gli eserciti europei è certamente un’ottima idea. Una politica della Difesa comune è però un’altra cosa.