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 2016  ottobre 11 Martedì calendario

TONI LANCIA PAZZINI

Per tutta l’estate Luca Toni ha mandato lo stesso disco: «E’ un lusso per la B... E’ un valore aggiunto.... Fa la differenza...» eccetera. Adesso che Giampaolo Pazzini nelle 5 partite giocate ha segnato 8 reti ed è capocannoniere, con la media voto Gazzetta più alta della B (7,2), non si può dire che non avesse ragione. Toni lo segue da dirigente, nel nuovo ruolo che s’è ritagliato nel Verona, ma anche da amico ed ex compagno.

Aveva proprio ragione lei...

«Non sono mai state in discussione le sue qualità. Bisognava convincerlo che il Verona in B è di passaggio. S’è preso una bella responsabilità, con coraggio: siamo sulla buona strada».

Pazzini oggi sembra rinato. Cosa è cambiato in lui?

«Ha entusiasmo. E sta molto bene, non come l’anno scorso. Si è sbloccato subito, gli è tornata la voglia di segnare».

In campo adesso si fa sentire anche fuori dall’area.

«Entra di più nel vivo del gioco, prima era abituato ad aspettare. Ha capito che il gol è solo la ciliegina: deve trascinare ed aiutare e può solo migliorare».

Quest’estate, in vacanza in Sardegna e poi in ritiro, gli ha fatto il lavaggio del cervello?

«Non proprio... Ma abbiamo parlato parecchio. Verona in B non poteva prescindere da lui, gli ho fatto una testa così, questa piazza con l’entusiasmo giusto ti fa sentire importante. E siccome smettevo io, doveva toccare a lui riportarci in A».

Temeva che partisse?

«Qualche chiacchiera c’era stata, anche dall’estero. Ma gli dicevo che erano squadre che non facevano per lui...». (ride)

Da compagni di squadra a dirigente-giocatore: com’è cambiato il vostro rapporto?

«Mi da sempre del tu.... C’è rispetto dei ruoli, tra ragazzi intelligenti ci si capisce: il lavoro è una cosa, fuori un’altra. Mi dice che lo stresso, ma gli parlo con entusiasmo e lui lo sa».

Insieme avete fatto sfracelli nei due anni a Firenze: 29 partite in campo insieme, 59 gol in tutto.

«Sì ma 47 io e 12 lui... Lui è più giovane, giocava meno e si alternava con Bojinov. Quando sono partito ha avuto più spazio: poi è esploso alla Samp».

A Verona avete fatto 6 gol a testa, ma solo 17 partite insieme. Avete segnato nel 3-1 al Chievo: è quel derby il ricordo più bello?

«Ricordi belli ne abbiamo pochi, vista la retrocessione. Lui ha la fortuna di potersi rifare. Quando segna noto in lui l’entusiasmo giusto: spero di rivederlo nel Verona in Serie A».

A Firenze per caricarvi sentivate «Su di noi» di Pupo. E adesso?

«Pupo ci veniva anche a trovare. Adesso non so: fanno i ragazzi nello spogliatoio, sono più giovani, sentono hip-hop, canzoni che non conosco...».

Quali difficoltà può incontrare Pazzini in questa Serie B?

«Lo aspettano tutti. Ogni difensore lo vuole fermare. Ma sono sfide che lo devono caricare. E’ capocannoniere, vuole migliorare: un atteggiamento giusto».

Capocannoniere con 5 rigori...

«C’erano tutti, a parte uno... Però bisogna segnarli: c’è chi ha perso un Mondiale ai rigori. Lui segna perché sta bene. Visto col Brescia? Il primo gol è stato da centravanti vero».

Nel 2003-04 lei è stato capocannoniere in B: 30 gol nel Palermo. Lui può arrivare così in alto?

«Sì, tornerebbe in A da protagonista. Ma se fa 30 gol e non andiamo in A, sarebbe un disastro! Se invece vinciamo il campionato con lui capocannoniere, beh, mi deve offrire una settimana di vacanza...».

A Firenze e Verona per 13 volte Pazzini l’ha sostituita, mentre lei è entrato al suo posto solo 2 volte. Sarà così nel management del futuro Verona?

«E’ presto, deve pensare a giocare, è giovane e ha un lungo contratto. Prima lasci imparare a me, poi toccherà a lui».