VARIE 10/10/2016, 10 ottobre 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - HILLARY CONTRO TRUMP IN TV REPUBBLICA.IT NEW YORK - Secondo un nuovo sondaggio Nbc/Wsj, realizzato dopo la diffusione del video con le frasi sessiste di Donald Trump ma prima del secondo faccia a faccia televisivo tra i candidati alla successione di Obama alla Casa Bianca, Hillary Clinton accresce considerevolmente il vantaggio sul rivale
APPUNTI PER GAZZETTA - HILLARY CONTRO TRUMP IN TV REPUBBLICA.IT NEW YORK - Secondo un nuovo sondaggio Nbc/Wsj, realizzato dopo la diffusione del video con le frasi sessiste di Donald Trump ma prima del secondo faccia a faccia televisivo tra i candidati alla successione di Obama alla Casa Bianca, Hillary Clinton accresce considerevolmente il vantaggio sul rivale. La rilevazione, condotta tra sabato e domenica, evidenzia come la candidata democratica goda del 46% delle preferenze, mentre Trump sarebbe al 35%. Il sondaggio è stato condotto su base nazionale tra i probabili elettori e rispetto alla corsa ancora a quattro, ovvero con il candidato libertario Gary Johnson che registra il 9% dei consensi e la candidata dei Verdi Jill Stein cui va il 2%. Il distacco di Clinton da Trump risulta poi ancora più ampio quando nel sondaggio si prospetta soltanto la sfida a due, in cui la ex first lady risulta in testa con il 52% mentre Donald Trump è al 38%, con 14 punti percentuali di distanza. In attesa di capire attraverso la demoscopia quanto, al di là dei commenti degli analisti, il nuovo dibattito abbia inciso sulle percentuali del consenso, una nuova tegola cade sul capo di Trump. Lo speaker repubblicano della Camera, Paul Ryan, non ritira ufficialmente il suo endorsement al candidato del suo partito. Semplicemente, smetterà di difenderlo. E’ quanto emerge - secondo alcuni media come Politico e The Hill - dalla riunione a porte chiuse che Ryan ha avuto in mattinata con i deputati del Grand Old Party. Ryan, che nei giorni scorsi si era detto "disgustato" dalle frasi volgari e sessiste pronunciate da Trump in un video riemerso dal passato, avrebbe sottolineato comunque la necessità di fare tutto il necessario per la vittoria del candidato e la conquista della Casa Bianca da parte dei repubblicani. Ma ha aggiunto che da questo momento lui avrebbe concentrato i suoi sforzi sull’obiettivo di mantenere la maggioranza dei repubblicani al Congresso. Perché, ed è comune preoccupazione nel Ogp, le ripetute cadute di Trump rischiano di far perdere al partito anche le elezioni e il controllo della Camera. Uno dei presenti alla riunione ha spiegato che Ryan non ha manifestato l’intenzione di ritirare il suo sostegno a Trump, ma di non volerlo più difendere "per i prossimi 30 giorni", preferendo fare campagna per i candidati del Ogp al Congresso e "dedicare ogni sua energia ad assicurarsi che a Hillary Clinton non sia consegnato un assegno in bianco attraverso un Congresso controllato dai democratici". Un altro testimone riporta che lo speaker avrebbe consigliato ai presenti di "operare nei vostri distretti nel modo migliore per il vostro interesse". L’8 novembre, infatti, oltre all’elezione del nuovo presidente degli Usa, si cambiano tutti i 435 deputati della Camera dei Rappresentanti (al momento sono 247 repubblicani e 188 democratici) e 34 senatori (24 sono repubblicani e 10 democratici) su 100 (54 sono repubblicani, 44 democratici e due indipendenti che hanno sempre votato con l’Ogp), oltre a 12 governatori ( 7 repubblicani e 5 democratici) su 50. REPUBBLICA.IT L’ultima goccia ha fatto traboccare il vaso. In un partito repubblicano già diviso sulla candidatura di Donald Trump, le dichiarazioni sessiste, volgari e offensive nei confronti delle donne fatte nel passato da Trump e comparse sui media di tutto il mondo a ruota del Washington Post hanno creato il caos nel partito, provocando rabbia e costernazione e rilanciando l’ipotesi di un improvviso ritiro dalla corsa del candidato alla presidenza per le elezioni di novembre. Presidenziali Usa, nuove frasi sessiste di Trump: volgarità sulla figlia Ivanka Condividi Tale ipotesi è stata esclusa categoricamente dallo stesso Trump, ma molti importanti esponenti del suo partito hanno deciso di voltare le spalle al magnate a un mese esatto dalle elezioni. La Bbc ha pubblicato un elenco di esponenti del Gop che avrebbero deciso di non votare per il candidato emerso dalle primarie. Tra loro ci sono nomi altisonanti come l’ex presidente George W. Bush, il fratello Jeb, ex governatore della Florida, Carly Fiorina, l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney, l’ex direttore della Cia, Michael Hayden e l’ex segretario alla Difesa, William Cohen. E c’è chi si è spinto anche oltre: il senatore del South Dakota John Thune, che è il presidente della ’Republican Conference’, l’organizzazione che rappresenta i senatori al Congresso, ha chiesto che Trump lasci il posto a Pence. E non atteso è giunto anche un durissimo intervento di Obama: "Donald Trump è un insicuro che gonfia se stesso denigrando le altre persone. Questo non è un tratto caratteriale che consiglierei per qualcuno nello Studio Ovale". Poi il presidente spiega: "Umilia le donne, degrada le donne, ma anche le minoranze, gli immigrati, i fedeli di altre religioni. Deride i disabili. Insulta le nostre truppe. Insulta i nostri veterani. Tutto questo ci rivela come non gli importa molto dei valori fondamentali che cerchiamo di trasmettere ai nostri figli. Rivela che sarebbe noncurante della civiltà e del rispetto che una vera e vibrante democrazia richiedono". Ma il candidato Trump non cede di un passo: "Quanti repubblicani ipocriti e moralisti", scrive su Twitter. E ribadisce: "Non mollo". E poco prima del confronto tv con Hillary, Trump è apparso con alcune donne che hanno in passato accusato Bill Clinton, tra cui Paula Jones, in una conferenza stampa in un Hotel a St. Louis La Bbc: ecco chi ha scaricato Trump - Ecco secondo la Bbc i big repubblicani che non voteranno per Trump: Susan collins, senatrice Maine; Dan Sullivan, senatore Alaska; Lisa Murkowski, senatrice Alaska; Kelly Ayotte, senatrice New Hampshire; Jeff Flake, senatore Arizona; Dean heller, senatore Nevada; Mark Kirk, senatore Illinois; Ben Sasse, senatore Nebraska; Mike Crapo, senatore Idaho; Rory Gardner, senatrice Colorado; Lindsey Graham, senatrice South Carolina; John Thune, senatore South Dakota; Dan fischer, senatore Nebraska; John Mccain, senatore Arizona. E ancora: Jeb Bush, ex governatore Florida; Tim Pawlenty, ex governatore Minnesota; Gary Herbert, governatore Utah; Jason Chaffetz, membro del congresso, Utah; Carly Fiorina, ex eceo di Hp e candidata alle presidenziali; Barbara Comstock, membro del congresso, Virginia; Mike Coffman, membro del congresso, Colorado; Mike Lee, membro del congresso, Utah; William Cohen, ex segretario alla Difesa; Michael Hayden, ex direttore Cia, ex direttore Nsa; John Kasich, governatore Ohio, candidato alle primarie 2016; Tom Ridge, ex governatore Pennsylvania, ex segretario per la sicurezza nazionale; Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, candidato alle presidenziali del 2012; Ileana Ros-Lehtinen, membro del congresso, Florida; George W. Bush, ex presidente degli Stati Uniti; Richard Armitage, ex vice segretario di stato; Hank Paulson, ex segretario al Tesoro; Brent Scowcroft, ex consigliere per la sicurezza nazionale; Richard Hanna, membro del congresso, New York; Chris Shays, ex membro del congresso, Connecticut; Meg Whitman, importante finanziatore repubblicano, ceo of Hewlett Packard. Quelli che ancora lo appoggiano - L’emittente di stato britannica pubblica anche un elenco di maggiorenti repubblicani che invece sostengono ancora Trump: Ted Cruz, senatore Texas; Ben Carson, neurochirurgo in pensione, candidato alle primarie 2016; Chris Christie, governatore New Jersey; Newt Gingrich, ex speaker della Camera; Rudy Giuliani, ex sindaco di New York; Mitch McConnell, leader della maggioranza al Senato; Paul Ryan, speaker della Camera; Marco Rubio, senatore Florida, candidato alle primarie 2016; Scott Walker, governatore Wisconsin, candidato alle primarie 2016. California, Roger Waters in concerto: ’’Donald Trump è un porco’’ L’ex Pink Floyd Roger Waters si è scagliato contro il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump nel corso di "Desert trip" la tre giorni di concerti rock in corso in California che vede sfilare alcune delle grandi star del rock, da dylan agli who ai Rolling Stones a Neil Young. Nel corso del concerto, mentre waters suonava la vecchia hit dei Pink Floyd "Pigs", un enorme palloncino a forma di di maiale con le scritte ""Divided we fall" (divisi cadiamo) e "ignorante, bugiardo, razzista, sessista" ha iniziato a volteggiare sulla folla. Poi sul grande schermo alle spalle del palco è apparsa la scritta "Donald Trump is a pig" (Donald Trump è un porco") Dichiarazioni sessiste, volgari e lesive della figura femminile. Ma prima la questione sul (presunto) mancato pagamento delle tasse per 18 anni e le dichiarazioni sulle email di Hillary Clinton. E prima ancora le questioni sulla sicurezza nazionale, sugli immigrati e il muro al confine con il Messico e l’eccessivo conservatorismo. Nel duello televisivo di St Louis, in Missouri, Donald Trump e Hillary Clinton non si sono stretti la mano, si sono attaccati con raffiche di colpi bassi e il linguaggio dei rispettivi corpi ha espresso insofferenza, se non repulsione, per l’avversario. Trump doveva salvare la propria candidatura dal terremoto in casa repubblicana causato dal video del 2005 sulle volgarità sessiste e lo ha fatto imputando a Hillary di essere “una bugiarda” fino a promettere di “mandarla in prigione” se verrà eletto. Lei gli ha imputato razzismo, falsità e difesa “solo dei propri interessi”. Nella cornice di un town hall meeting dove il pubblico ha violato le regole, facendo apertamente il tifo per i candidati.