Guido Biondi, Il Fatto Quotidiano 7/10/2016, 7 ottobre 2016
LE CANZONI SONO BELLE ANCHE SE SONO A METÀ
Giuseppe Peveri – in arte Dente – seguita a stupire album dopo album. Dopo essersi ritagliato uno spazio di tutto rispetto nello scarno panorama cantautorale del Belpaese, è riuscito a definire uno stile unico e inimitabile. Tra i più battistiani dei nostri compositori, Giuseppe – nato a Fidenza – ha iniziato a vent’anni con Anice in bocca, seguito da Non c’è due senza te. Canzoni a metà, pubblicato oggi, è già dal titolo una dichiarazione d’intenti: un doppio senso riferito alle canzoni dedicate alle sue dolci metà (vere e immaginate, per sua stessa ammissione) e, nel contempo, l’accento su una forma-canzone mai del tutto conclusa.
È qui, nel concetto di canzone – apparentemente – incompiuta la cifra stilistica di Dente: frammenti, istantanee, appunti di viaggio descritti con una delicatezza e una sensibilità fuori dall’ordinario. La forma canzone è destrutturata eppure pop: ecco il rimando al grande Lucio, soprattutto nei suoi album più sperimentali, Anima latina su tutti. Battisti arrivò a definire Anima latina “una operazione culturale” e non era una esagerazione. Dente, nel suo piccolo, si muove sullo stesso percorso, in quel limbo tra il pop in divenire e la sperimentazione, ricordando – per quanto osa spingere l’asticella – anche un altro outsider, Beck. “L’album raccoglie canzoni un po’ anomale, apparentemente non sviluppate” racconta Giuseppe, “come se fossero state lasciate a metà. Resta il fatto che nella mia visione della musica queste non siano ovviamente canzoni incompiute, ritengo infatti che le canzoni sincere e ben fatte abbiano una loro dignità, indipendentemente dal numero di strofe e ritornelli che contengono”.
Per presentare il suo nuovo singolo “Curriculum” Dente ha scelto il suo profilo Facebook, realizzando tredici videoclip in dodici ore della stessa canzone e ottenendo oltre centomila visualizzazioni. “Curriculum” sono immagini estratte da una relazione vista da lontano, con il giusto distacco. Una visione da nerd o, forse, apparentemente da snob; in realtà un lucido elenco di azioni vissute con o senza successo ma esistenti e quindi utili. Le altre tracce sono caratterizzate da una grande ironia e un pizzico di sarcasmo (“Canzoncina” recita: “Scrivo una canzoncina tutta per te, vera come le mie lacrime, ma non ti preoccupare non la sentirà nessuno; i cantautori non vendono più”).
C’è un notevole spirito di osservazione capace di raccontare storie sentimentali senza mai banalizzarle ma, al contrario, scandagliando come uno psicologo l’animo umano di ogni coppia quotidiana. E molto realismo, basta ascoltare “Come eravamo noi”: “Bugiardi come la luna, rassegnati come fiumi, abituati a convivere coi sogni, sapendo che i sogni si fanno da soli”. La copertina raffigura una sirena “al contrario”, formata da parti profondamente diverse, perfetta trasposizione dei suoi “frammenti”. Dante è un solitario: ha scritto, arrangiato e suonato tutti i brani del disco; ha voluto coinvolgere solo Andrea Appino degli Zen Circus per registrare e mixare Canzoni a metà. In attesa del tour vero e proprio in partenza il 20 ottobre da Brescia (5/11 Napoli, 9/11 Milano, 18/11 Roma più altre venti date), Dente presenterà il disco negli store della Feltrinelli, da oggi (Milano) sino al 13 ottobre (Torino).