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 2016  ottobre 05 Mercoledì calendario

STALKER «Una volta mi trovavo in un albergo, stavo dormendo. Una dipendente dell’hotel è entrata con la chiave di servizio, si è seduta sul mio letto e ha iniziato ad accarezzarmi

STALKER «Una volta mi trovavo in un albergo, stavo dormendo. Una dipendente dell’hotel è entrata con la chiave di servizio, si è seduta sul mio letto e ha iniziato ad accarezzarmi. Mi sono spaventato. In seguito quella donna mi ha seguito in giro per l’Europa, a Rotterdam e a Barcellona. Non è stato per nulla piacevole» (Andy Murray, tennista). WIKIPEDIA «Sono attivissimo su Facebook, Twitter e Instagram. Sono utili ma essendo potentissimi vanno adoperati con intelligenza. Il web aiuta ma serve attenzione: è pieno di errori. Ad esempio: su Wikipedia c’è scritto che sono nato a Madrid, invece di Buenos Aires. Non è grave, però significa che non bisogna fidarsi del tutto, no?» (Giovanni Simeone, calciatore, attaccante del Genoa e figlio dell’allenatore dell’Atletico Madrid Diego Simeone). FISCHI «In Giappone quasi mai ci sono fischi, verso la mia squadra invece penso ce ne siano troppi. Quello che davvero non funziona al Milan è che quando sei sotto durante una partita, i tifosi ti abbandonano, non sento alcun amore. Ma appena inizi a vincere, ti trattano come uno di famiglia. A loro interessano solo i numeri, conta solo vincere o perdere» (Keisuke Honda, calciatore giapponese, centrocampista del Milan). FAMIGLIA «Quando una partita è sofferta, mio padre se ne va, non la vede fino alla fine. E una importante, una semifinale di Champions per esempio, non la va proprio a vedere. Ognuno ha il proprio modo di essere, nella mia famiglia siamo fatti così» (Andrés Iniesta, calciatore, centrocampista del Barcellona e della nazionale spagnola). CONSIGLI «Sono felice che i compagni seguano i miei consigli, ma io sono uno come gli altri. Io capitano? No, il mio capitano è Storari» (Bruno Alves, calciatore, difensore del Cagliari). MURO «Non avesse avuto tanti infortuni e non si dedicasse troppo agli affari, penserei quasi che potrebbe essere l’uomo in grado di abbattere il muro delle due ore in maratona» (Jos Hermens, manager del maratoneta etiope Kenenisa Bekele, campione olimpico nei 5.000 e nei 10.000 metri). RECORD «So che ho fatto tanto e che valgo tanto. Inseguo altri ori olimpici, stavolta senza più ansie: se dovesse di colpo girare tutto storto non resterei a mani vuote comunque. Qualcosa c’è. Poi so già che la gente aspetta il record del mondo...» (Gregorio Paltrinieri, nuotatore, campione olimpico nei 1.500 stile libero).