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 2016  ottobre 05 Mercoledì calendario

IL SECOLO BELLO


In Calabria ci sono donne che portano in faccia il Novecento. Anime semplici, mogli, madri che hanno attraversato il secolo in disparte, restandosene in paesini dove tutto accade lento. Pochissime di loro hanno studiato e nei loro ricordi è difficile trovare qualcosa in più di un ritmo contadino. Non sono famose come i conterranei centenari di Bivongi o quelli di Molochio, protagonisti di studi di università italiane e straniere per capire il perché della loro longevità (aria buona, poco stress e una dieta povera di proteine animali e ricca di verdure, in specie fagiolini verdi, olive e pane integrale). Sono però le modelle preferite di un fotografo locale, che dal 2007 ha iniziato a ritrarle.
Raffaele Montepaone, 35 anni, vive e lavora a Vibo Valentia e con il suo progetto Life (a ottobre in mostra con una collettiva e una personale in Francia, a Grenoble) racconta la bellezza che non sfiorisce, anche quando la pelle si riempie di rughe. Gira per le campagne, arriva nei borghi più isolati e, quando incontra una di queste regine del vivere, inizia a parlarci. Si fa raccontare la toro storia, accetta di buon grado le domande incuriosite delle vecchie signore e solo quando sente che si è creata la giusta confidenza chiede se può scattare una foto. Dice che gli piace dare immortalità alla gente con un’immagine, poi ci pensa e aggiunge: «In questi volti c’è tutta la grandezza della vita».

MARINA MORELLO
103 anni
Durante una passeggiata per le vie di San Costantino di Briatico (provincia di Vibo Valentia), Raffaele Montepaone attraverso una finestra si accorge di una donna seduta sul letto, vestita di tutto punto come se fosse pronta per uscire. Chiede ai familiari di poterla incontrare, e una volta dentro la scopre intenta a ricamare, circondata da santini e rosari. Il fotografo le domanda come mai è imbacuccata, con tanto di cappotto e sciarpa, anche se non ha in programma di uscire né quel giorno né quello dopo. «Mi preparo esattamente come ho sempre fatto, così se arriva qualcuno a trovarmi sono pronta e presentabile». Poi racconta del marito, mancato da pochi anni e a cui aspetta di ricongiungersi in cielo. Di fianco a lei, sul materasso, è ben visibile la forma lasciata dalla sagoma del marito: quasi si avverte la sua presenza, con quella conca nel letto che apparteneva a lui.


ANGELA FORTUNA
100 anni
A Stefanaconi (provincia di Vibo Valentia), dove vive, è un po’ la nonna di tutti. È ancora perfettamente lucida e in discrete condizioni di salute, considerata l’età. Testimone di guerre, miseria e tempi bui, ha cresciuto da sola cinque figli dopo che il marito le è morto ancora giovane. Ha lavorato nei campi, ha venduto latte e fiori, che coltivava personalmente nel suo giardino, poi è diventata la custode di una grande proprietà nel centro del paese. Racconta spesso di quando la madre sistemava lei e la sua gemella in una cesta, che si metteva in testa per portarle con sé quando andava a coltivare la terra. Pur potendo contare sull’assistenza della famiglia, preferisce vivere da sola con il suo cane. Con gli occhi lucidi, si domanda: «Qui non si ferma più nessuno a parlare. Ma come siamo diventati in questo mondo?».

ROSA MARZANO FRAGOMENI
90 anni circa
(I NIPOTI NON SANNO LA DATA DI NASCITA ESATTA)
Destini incrociati per due sorelle di Siderno (provincia di Reggio Calabria). Si sposano con due fratelli, ma le loro vite sono molto diverse: una ha avuto un marito rispettoso, tanti figli, una famiglia agiata e colma di amore. L’altra ha convissuto con paure e frustrazioni (tra cui la mancata maternità), perché il suo sposo si è rivelato violento e geloso. «Il nostro futuro fu presagito durante un sogno in cui la Madonna donava a me delle lenzuola di lino, simbolo di prosperità, e a mia sorella un fascio di legna, segno di sventura», ricorda Catuzza. Ancora oggi, gli occhi di Rosina si riempiono di timore quando parla del marito, nonostante sia morto da tempo.

CATERINA LEGGIO
88 anni
Secondo una rilevazione Istat del 2012, Staiti (provincia di Reggio Calabria) con i suoi 260 abitanti è il comune in assoluto meno popolato della regione. In una viuzza in salita vive Caterina, ex maestra elementare arrivata lì da qualche parte del Nord e mai più ripartita. Un’amica del posto la segnala a Raffaele Montepaone, che si presenta da lei senza averla mai vista. La porta si apre sul suo sorriso beffardo con la sigaretta in bocca, e quando lui le dice che è bellissima, lei risponde: «Ma vui jistivu a scola?» (ma voi siete andato a scuola?), poi scoppia a ridere di fronte alla sua faccia spiazzata. Ha una casa piena di ricordi e di cultura, ma non c’è disordine. Le fanno compagnia un canarino giallo e le Ms – «sono arrivata a fumarne anche tre pacchetti al giorno» – e, se le offre, non accetta di sentirsi dire no. Tutti fumano, quando sono con lei.