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 2016  ottobre 05 Mercoledì calendario

“NON SONO LO SPONSOR DI MURARO. FU LEI A CERCARMI PER PRIMA” [Stefano Vignaroli] – Mi stanno scaricando addosso di tutto

“NON SONO LO SPONSOR DI MURARO. FU LEI A CERCARMI PER PRIMA” [Stefano Vignaroli] – Mi stanno scaricando addosso di tutto. Ma io ho una storia che parla per me”. Il deputato del M5s Stefano Vignaroli si macera dentro Montecitorio. Lo descrivono come “il garante” dell’accordo con il Colari, consorzio del patron dei rifiuti romani Manlio Cerroni, plurindagato. Gli rimproverano di aver indicato come assessore all’Ambiente a Roma Paola Muraro. E molto altro. Quando conobbe Muraro? Fu lei a cercarmi, credo nel 2014, perché difendeva l’Ama in una causa contro Cerroni, che chiedeva 900 milioni all’azienda per il mancato utilizzo di un gassificatore. Mi contattò tramite la senatrice del Pd Laura Puppato. Io avevo effettuato un accesso agli atti, acquisendo documentazione sugli impianti di Malagrotta, che consegnai anche in Procura. La aiutai e l’Ama vinse l’arbitrato. In seguito che rapporti avete avuto? Saltuari. Ci sentimmo soprattutto per l’arbitrato. Poi però lei l’ha indicata come assessore all’Ambiente. Il M5s mi chiese di cercare la figura giusta in virtù delle mie competenze. Trovai una quindicina di nomi, alcuni stranieri, e li sottoposi al mini-direttorio e alla sindaca. Molti rifiutarono, o non avevano le caratteristiche giuste. Muraro non era in testa alla lista? Mi è venuta in mente dopo. E comunque non sono lo sponsor di nessuno. Era pro-inceneritori, l’opposto della linea del M5s. Quello non è mai stato un problema. Se un assessore si impegna con noi deve rispettare la linea, o se ne va a casa. Ma perché proprio Muraro, vecchia consulente di Ama? Proprio per la sua esperienza. Sapeva dove mettere le mani, ed era competente. Però non sapevamo che fosse indagata: io lo ho appreso a fine luglio. Ed è rimasto zitto. Decidemmo di cercare altre informazioni. Non aveva ricevuto un avviso di garanzia. Assieme a Muraro incontraste i rappresentanti di Cerroni, il 30 giugno. E avete favorito la sua società. Non è affatto andata così. E allora come è andata? Diversi giorni prima incontrai Fortini nel comitato elettorale della Raggi, con la sindaca e Muraro. Discutemmo di come fronteggiare l’imminente sciopero nazionale dei netturbini, che rischiava di mettere in ginocchio Roma. E pensammo di ricorrere eccezionalmente all’impianto di Malagrotta, di proprietà del Colari. Così lo incontrammo. Organizzò lei? No, non ho mai avuto rapporti diretti con Colari, e tantomeno con Cerroni. Penso che se ne occupò Muraro, non ricordo. A me dissero solo di presentarmi a una riunione in Ama, mi pare il 28. Non fu inopportuno? Muraro non era ancora assessore, lei non è eletto in Comune. Raggi aveva già annunciato la sua nomina, e io godevo della fiducia della sindaca. Me lo chiese lei. E anche Fortini. Mi volevano come garanzia per Ama. Cosa successe in Ama? Chiedemmo all’avvocato Saioni, il rappresentante di Colari, di allargare l’orario di apertura di Malagrotta, e di accettare 200 tonnellate di rifiuti più in quei giorni. E sul tritovagliatore di Rocca Cencia? Colari chiese di utilizzarlo, ma io risposi: “Non ci pensate neppure”. Usare il trivogliatore significa rinunciare al recupero dei rifiuti. Come ne usciste? Colari oppose problemi di personale, fece resistenza. Ci siamo rivisti il 30 giugno nello studio di un mio collaboratore. Scelta infelice, non crede? È vero, fu una leggerezza. Ma era uno studio di architetti, non un luogo segreto. E comunque accettarono le nostre richieste. Lei è contro il tritovagliatore. Ma appena insediata Muraro rimproverò a Fortini di non averlo usato. Bella contraddizione. Gli ha chiesto perché lo aveva usato per tanto tempo e improvvisamente non più. Io sono contro il tritovagliatore. E a Roma siamo riusciti a fare manutenzione agli impianti senza usarlo più. In Ecomafie Fortini l’ha accusata di aver fatto pressioni sull’ex commissario prefettizio Tronca per far cacciare il dg di Ama Filippi: sempre per favorire Cerroni. Accuse ridicole, sono pronto a querelare chi me le rivolga. E trovo grave che frasi secretate siano apparse sulla stampa. Il presidente della Ecomafie Bratti vorrebbe ascoltarla. Non è mai successo che una commissione ascolti un suo membro. Non andrà? Sono pronto a parlare in Procura, ho già dato la mia disponibilità. Ma non accetto che si usi una commissione a fini politici. Muraro è indagata per due reati: si deve dimettere? Il mio periodo di affiancamento in Comune è finito. Valuterà la Raggi.