Sandro Iannaccone, D, Lui, la Repubblica 1/10/2016, 1 ottobre 2016
DOTTORE, HO UN PROBLEMA LAGGIÙ?
Corrono tempi duri per i latin lover. Stretti tra l’affermazione della loro virilità e le angosce, le preoccupazioni e le ipocondrie relative alla salute del loro pene. I loro spauracchi hanno nomi come disfunzione erettile, eiaculazione precoce, varicocele. E si tratta talvolta di paure ingiustificate, talaltra esagerate, altre volte ancora nascoste con pudore. Per gran parte degli uomini, infatti, è estremamente difficile mettere da parte le remore, prendere coscienza dei propri problemi e abbassarsi i pantaloni davanti a un medico, con quel che ne consegue. Per questo, dicono gli specialisti, gli interventi sanitari più efficaci in materia di prevenzione andrologica e urologica devono essere di tipo culturale, volti cioè a far superare imbarazzi, paure e vergogne.
In questo senso, uno dei problemi più difficili da affrontare riguarda la disfunzione erettile, il disturbo che mette più in imbarazzo il maschio latino. «La disfunzione erettile», spiega Vincenzo Mirone, ordinario di urologia all’Università Federico II di Napoli, «colpisce oltre 3 milioni di persone nel nostro Paese ed è un disturbo di natura ormonale: nei maschi sopra i 35 anni si tratta infatti quasi sempre di uno dei sintomi tipici della sindrome metabolica, che provoca un deficit dell’ormone maschile, il testosterone». Per questo, il primo controllo medico consigliato è un prelievo per misurarne i livelli nel sangue. «Se l’ipotestosteronemia è accertata», continua ancora Mirone, «si può procedere con il trattamento farmacologico, estremamente efficace. Al momento sono in commercio tre tipi di farmaci, che variano a seconda della durata temporale del principio attivo: short (Viagra e Levitra), middle (Spedra) e long (Cialis)». Nei soggetti più giovani, invece, le cause della disfunzione erettile sono quasi sempre di tipo psicologico o legate al consumo di alcol e stupefacenti, che aumentano il desiderio ma diminuiscono la rigidità. Altri fattori che possono contribuire sono l’assunzione di farmaci come gli antidepressivi e gli antipsicotici, anche se di solito il disturbo scompare quando si termina la terapia. In chiave di prevenzione, spiega ancora Mirone, è particolarmente importante l’adozione di uno stile di vita salutare: «L’aspetto fondamentale è il controllo del peso corporeo, perché il testosterone tende a essere catturato dagli adipociti e quindi, nei soggetti sovrappeso, ad accumularsi nei tessuti grassi anziché circolare nel sangue», con conseguente insorgenza di disfunzione erettile. Ovvero, in altre parole: per fare bene l’amore, tenete sotto controllo l’alimentazione e fate tanta ginnastica. Diversi studi recenti hanno inoltre mostrato che l’assunzione di sostanze come la caffeina e i flavonoidi – composti contenuti, per esempio, nel mirtillo e nel vino rosso – sembra essere associata a una minore probabilità di soffrire di disfunzione erettile, in particolare tra gli uomini sotto i settant’anni.
Sul versante diametralmente opposto si trova invece l’eiaculazione precoce, che colpisce circa 4 milioni di persone ed è la più diffusa disfunzione sessuale maschile. «Una “malattia oscura” a tutti gli effetti», spiega Mirone, «perché, per ragioni sia culturali che di pudore, non è concepita come disturbo vero e proprio. La maggior parte delle volte gli uomini accettano di sottoporsi a controlli medici solo se spinti dalla partner, la quale, in conseguenza del disturbo, soffre di anorgasmia». In Italia, il tempo di eiaculazione medio si attesta intorno a 6-7 minuti dall’inizio del rapporto (solo penetrativo, senza comprendere i preliminari): per definizione, è considerato precoce l’uomo che eiacula entro 2 minuti; al di sotto del minuto, i medici parlano di eiaculazione precoce grave. È importante sottolineare che esistono rimedi: «Il trattamento più promettente», dice Mirone, «è la dapoxetina, un farmaco che inibisce la ricaptazione della serotonina, un neurotrasmettitore che regola, tra le altre cose, la risposta sessuale maschile. I risultati migliori si ottengono combinando il trattamento farmacologico con esercizi fisici di riabilitazione della camera eiaculatoria, una zona situata tra lo scroto e il perineo che sovrintende ai tempi di eiaculazione». In gergo medico, gli esercizi sono detti “biofeedback” del muscolo pelvico e vanno svolti sotto stretto controllo di un urologo – il che, ancora una volta, rende evidente l’importanza di riconoscere il problema e di rivolgersi per tempo al proprio medico.
Un altro aspetto è quello riproduttivo, certamente non meno importante: «Secondo diverse stime», spiega Giuseppe Carrieri, ordinario di urologia e direttore della clinica urologica dell’Università di Foggia, «un italiano su cinque soffre di varicocele, disturbo che consiste nell’incontinenza delle vene dello scroto e che causa la riduzione del numero e della vitalità degli spermatozoi». Il che a lungo andare può portare all’infertilità. Fortunatamente il varicocele, una volta individuato mediante controllo urologico, si può risolvere in via definitiva con un semplice intervento chirurgico. Anche deficit ormonali possono portare, più raramente, alla degradazione degli spermatozoi: in questo caso si interviene farmacologicamente tramite integratori esterni. Altri fattori che possono minare la salute dello sperma sono legati allo stile di vita: fumo, eccesso di alcol e caffè e obesità. Antiossidanti e vitamine C ed E, al contrario, sembrano avere un effetto moderatamente positivo.
Per completare il quadro, infine, non si può non parlare di prostata. «Le patologie che colpiscono la prostata sono principalmente tre», racconta Walter Artibani, direttore del reparto di urologia all’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e presidente della Società italiana di urologia. «Le prostatiti, l’ipertrofia prostatica benigna (Ipb) e il cancro alla prostata. Quest’ultimo è il tumore più frequente in assoluto, ma fortunatamente ha una progressione piuttosto lenta, il che rende fondamentale, per aumentare le probabilità di guarigione, una diagnosi precoce».
Il miglior metodo di prevenzione per le prostatiti, ci spiega l’esperto, passa sempre per l’adozione di uno stile di vita adeguato: evitare dunque strapazzi alimentari, maratone sessuali, rapporti anali non protetti, grandi affaticamenti, in generale mantenere una corretta salute minzionale e sessuale. E, ancora, sottoporsi a check-up periodici, specialmente a partire dai 45 anni.