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 2016  ottobre 04 Martedì calendario

I PETROLDOLLARI VALGONO BENE UNA LAUREA ALL’EMIRO LIBERTICIDA DEL BAHREIN

Una laurea honoris causa per l’emiro del Bahrein: a deciderlo, ieri, il consiglio di facoltà di Lettere e Filosofia dell’università La Sapienza di Roma, l’ateneo più grande d’Italia e d’Europa.
Il riconoscimento a Hamad bin Isa Al Khalifa è stato proposto dall’istituto di scienze delle religioni e assegnato, pare, in virtù del suo impegno nella comprensione e nella reciproca intesa tra i popoli e le religioni dimostrato dal sovrano del regno che affaccia sul Golfo Persico. In cambio, l’emiro finanzierà una cattedra. Questo è quanto si conosce sul lato italiano. In Bahrein, invece, un documento circolato nelle scorse settimane riferisce dell’istituzione di una cattedra nell’ambito della “coesistenza pacifica” tra i popoli sull’esempio di sua maestà.
Quale che sia la materia specifica, la decisione, comunque, dovrà passare al vaglio del Senato accademico che si riunirà martedì 11 ottobre per decidere, mentre l’ordine del giorno della discussione sarà essere pubblicato venerdì. E la consegna? Dovrebbe arrivare a novembre, in occasione di un evento celebrativo del Bahrein che si svolgerà tra il 9 e il 12 novembre proprio a Roma, organizzato dalla Bahrain Federation of Expatriate Associations (Bfea).
Il problema, però, è che associare l’emiro alla coesistenza pacifica è una questione quanto meno controversa. Basta tornare al 2011, quando avviò un’offensiva contro le opposizioni per rispondere alle manifestazioni che coinvolsero migliaia di cittadini di confessione sciita. Hamad bin Isa al-Khalifa, che è sunnita, dichiarò lo stato di emergenza e le truppe dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti invasero il Bahrein per sostenere il governo. Ci furono centinaia di morti e alcune organizzazioni non governative parlano di migliaia di civili incarcerati.
A giugno di quest’anno, poi, il governo stesso ha comunicato di aver privato della cittadinanza l’ayatollah sciita Sheikh Isa Qassim accusandolo di servire interessi stranieri e mantenere “contatto costante con organizzazioni e partiti che sono nemici del regno” avendo “aderito a una teocrazia e insistito su una lealtà assoluta nei confronti del clero”. Per molti è il segno di un prossimo e conflitto civile.