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 2016  settembre 30 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO DEUTSCHE ILSOLE24ORE.IT Il titolo Deutsche Bank ha ripreso a volare a Wall Street trascinando i listini ai massimi di seduta

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO DEUTSCHE ILSOLE24ORE.IT Il titolo Deutsche Bank ha ripreso a volare a Wall Street trascinando i listini ai massimi di seduta. Anche l’euro ha azzerato le perdite. Quotato attraverso American depositary receipts (Adr), titoli che rappresentano una società non americana che viene scambiata nei mercati finanziari Usa, il titolo guadagna a metà pomeriggio il 13% a poco meno di 13 dollari. Si tratta di un livello ben lontano dai minimi intraday record raggiunti ieri e pari a 11,19 dollari. L’adr risente di voci riportate da Afp secondo cui già nel fine settimana il Dipartimento di Giustizia potrebbe annunciare un patteggiamento per la vendita fraudolenta di mutui subprime avvenuta prima dello scoppio della crisi del 2008. La multa che verrà imposta sembra si aggiri intorno ai 5,4 miliardi di dollari, molto meno dei 14 miliardi di dollari ipotizzati a metà settembre. Fu quella cifra monstre ad innescare le preoccupazioni sul futuro della banca tedesca. Se così fosse, il bisogno di una ricapitalizzazione o addirittura di un aiuto di stato da parte della Germania potrebbe venir meno. L’accordo non riguarderebbe solo la banca tedesca ma punterebbe a risolvere anche altri contenziosi. BERLINO STUDIA LE MOSSE 30 settembre 2016 Deutsche Bank nella tempesta, per Berlino e Francoforte l’inazione non è un’opzione Le indiscrezioni sono circolate all’indomani della telefonata fra Barack Obama e Angela Merkel. Da Berlino è stato smentito che il presidente Usa e la cancelliera abbiano parlato di Deutsche Bank, come detto dal portavoce dell’esecutivo tedesco alla conferenza stampa governativa del venerdì a Berlino. Ufficialmente Obama e Merkel si sono limitati a parlare di Siria e hanno condannato i bombardamenti russi e del regime siriano di Bashar al Assad su Aleppo, definendoli «barbari». Due settimane fa era emerso che il governo americano aveva chiesto 14 miliardi di dollari a Deutsche Bank per scontare i «peccati» nei derivati immobiliari: una cifra da record nella storia degli scandali esplosi con la crisi finanziaria. Ma la banca tedesca aveva replicato picche, affermando che non avrebbe mai pagato mai una simile cifra e auspicando invece un accordo per una multa assai più contenuta, tale da permetterle di archiviare uno dei casi che più hanno scosso la sua reputazione e che hanno fatto tremare i mercati, lasciando presagire uno tsunami in stile Lehman. In gioco, per le authority di Washington, sono i derivati su prestiti nel mercato residenziale americano che avrebbero visto l’istituto sottovalutare i rischi, ingannando investitori e risparmiatori sulla loro tossicità. Le cifre sulla sanzione finale in questi casi sono difficili da prevedere: tradizionalmente, come ha sottolineato Deutsche, le autorità statunitensi alzano il tiro prevedendo significativi ridimensionamenti della richiesta. Goldman Sachs cominciò da 15 miliardi e ne versò 5,1. JP Morgan da 20 per scendere a 13. Complessivamente JP Morgan, Citigroup e Morgan Stanley hanno pagato 23 miliardi per derivati immobiliari tossici fatti ingoiare agli investitori. TRA CAUSE E SVALUTAZIONI 17 settembre 2016 Deutsche Bank e quei 20 miliardi andati in fumo La prima banca tedesca (che a fine 2015 si ritrovava in pancia circa 42 mila miliardi di derivati lordi, circa 15 volte il Pil tedesco) può a suo favore rivendicare volumi di business inferiori ai rivali: nei due anni considerati i suoi titoli garantiti da mutui subprime sono stati pari a un terzo rispetto a Goldman e a un tredicesimo di quelli di Bank of America, detentrice della sanzione record con 16,6 miliardi. Parte di un tesoro di risarcimenti imposti al settore bancario per molteplici scandali per truffa e manipolazione che sfiora i 200 miliardi. Non sempre, però, le multe si sono rivelate proporzionali al business, prendendo in esame anche la gravità delle violazioni. E quel che è certo è che la cifra inizialmente messa sul tavolo dal governo nella vicenda Deutsche ha colto di sorpresa vertici dell’istituto e analisti. CORRELATI crisi bancarie 30 settembre 2016 I cds di Deutsche Bank volano al record di 550 punti Il management tedesco aveva ipotizzato una sanzione da due o tre miliardi, anche in considerazione di 1,9 miliardi pagati a fine 2013 per simili derivati ad autorità federali del settore casa. E aveva stanziato, al 30 giugno, solo 6,2 miliardi in dollari per spese legali pur indicando di voler rimpinguare questa cassaforte. Tra gli osservatori la cifra circolata era poco superiore, tra i 2 e i 5 miliardi. REPUBBLICA.IT MILANO - Una decina di hedge fund che lavora con Deutsche Bank ha spostato i suoi asset presso altre banche per ridurre l’esposizione verso l’istituto tedesco, le cui condizioni finanziarie sono giudicate precarie dal mercato. A preoccupare gli investitori è il rischio tenuta della bancha a fronte della maxi-multa da 14 miliardi di dollari arrivata dagli Stati Uniti per lo scandalo dei mutui subprime. Il gruppo tedesco confida di raggiungere un’intesa per chiudere con una transazione a valori molto più bassi, in scia a quanto successo ad altre banche d’affari, ma i mercati restano dubbiosi anche perché sulla testa del colosso teutonico pesa il fardello di 55mila miliardi di derivati, una cifra pari a 15 volte il Pil tedesco. In avvio di giornata il titolo crolla affonda i mercati, salvo poi invertire bruscamente la rotta sulle voti di patteggiamento negli Stati Uniti per 5,4 miliardi. Deutsche Bank, il crollo del titolo e l’aumento del rischio 1 di 2 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () PUBBLICITÀ inRead invented by Teads Nonostante tutto, i fondi, una piccola parte degli oltre 800 clienti del settore hedge fund di Deutsche Bank, hanno quindi trasferito parte delle loro partecipazioni in derivati verso altre società: la notizia è confermata da un documento interno della banca visionato da Bloomberg. "Ogni settimana abbiamo deflussi e ingressi e questa settimana non è diversa" ha commentato Barry Bausano, presidente di Deutsche Bank Securities e delle attività di hedge fund, senza dare indicazioni sui flussi netti registrati in settimana. Tuttavia, i deflussi sembrano evidenziare la percezione di un accresciuto rischio di controparte da parte di chi usa Deutsche Bank per le attività di clearing (compensazione). Crolla Deutsche Bank, Mastrobuoni: ’’Un caso molto spinoso per Angela Merkel’’ Condividi Tra i fondi che hanno spostato parte delle loro esposizioni in derivati figurano Millennium Partners, che gestisce 34 miliardi di dollari, Rokos capital Management (4 miliardi) e Capula Investment Management (14 miliardi). "I nostri clienti di trading sono tra i più sofisticati al mondo. Siamo fiduciosi che la grande maggioranza di loro abbiano una piena comprensione della nostra stabile posizione finanziaria, dell’attuale contesto macroeconomico, del contenzioso negli Stati Uniti e dei progressi che stiamo facendo con la nostra strategia" ha commentato Michael Golden, portavoce di Deutsche Bank. La multa più salata per un caso simile è stata pagata da Bank of America che nel 2014 ha versato 16,65 miliardi di dollari, mentre lo scorso aprile Goldman Sachs è stata multata per 5 miliardi. Deutsche Bank proverà, quindi, a trattare con le autorità americane per tagliare le sanzione anche perché per il momento non è chiaro quanto del totale sarebbe da versare in contanti e quanto andrebbe a rimborsare clienti che furono fuorviati andando ad alimentare la bolla immobiliare poi esplosa. Per gli stessi prodotti, Citigroup, Jp Morgan e Morgan Stanley hanno pagato complessivamente 23 miliardi di dollari. Anche per questo, le autorità americane non escludono di sanzionare con un’unica multa Barclays, Credit Suisse e Deutsche Bank. Il Ceo di Deutsche Bank John Cryan ha immediatamente scritto ai dipendenti invitandoli a mantenere la calma nonostante le turbolenze: "Non vi sono basi per tale speculazione, anche l’incertezza del risultato delle azioni legali negli Usa non è una ragione per questa pressione sulle nostre azioni, se prendiamo a confronto i nostri diretti concorrenti. Mai negli ultimi vent’anni Deutsche Bank è stata così sicura come oggi per quel che riguarda il bilancio. Con riserve superiori a 215 miliardi di euro la banca ha un cuscinetto di capitale molto confortevole".