Pier Andrea Canei, Style, Corriere della Sera 10/2016, 30 settembre 2016
DICONO DALLA REGIA– BRANDO DE SICA
PADRI E FIGLI. Classe 1983, Brando De Sica è figlio di Christian (il mattatore dei cinepanettoni). Nel giro di un paio d’anni ha girato due cortometraggi in cui i genitori fanno fuori i figli, ma (assicura) «questa cosa da Edipo al contrario mi diverte; ho però lavorato su copioni non scritti da me. Sono scelte inconsce, non moti di ribellione; ho un bellissimo rapporto con mio padre. Mi ha sembpre incoraggiato, sì; e io, ho sempre cercato di fare tutta la strada da solo».
La strada. «Da bambino avevo una telecamerina con cui giravo film, organizzavo recite a scuola. Sapevo che volevo fare il regista. Anche quando recitavo nella serie tv Compagni di scuola con Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi, Michele Riondino; tutti agli inizi».
In the Usa. «Sette anni in America, a studiare cinema alla USC: come prof avevo David Lynch».
In Italia. «Ho cominciato come aiuto regista di Pupi Avati e Matteo Garrone, collaborando anche alla scrittura del Racconto dei racconti. Incontro cruciale. Ora comincio le riprese del mio primo film a novembre. Sarà un po’ tipo Edward mani di forbice, una favola nera moderna ambientata in una Napoli esoterica».
Miti a confronto. «Steven Spielberg per me è lo sguardo che ha quando racconta una storia: quello di un bambino la prima volta a Disneyland. Lo incontrai al ristorante, e con le lacrime agli occhi gli dissi: per me è come incontrare Biancaneve. Saputo che ero nipote di Vittorio De Sica (regista di Ladri di biciclette, ndr) disse: “tu vieni da un paio di jeans meglio dei miei”».