Anna Lisa Bonfranceschi, D, la Repubblica 24/9/2016, 24 settembre 2016
CHE COSA METTERE NEL CV FRA VENT’ANNI
Guida spaziale o biohacker freelance. Il futuro è pieno di possibilità, lavorativamente parlando. Se da una parte infatti l’arrivo di nuove tecnologie o diavolerie informatiche, come i robot di prossima generazione e gli altri avatar, rischierà di mettere in crisi l’impiego degli esseri umani, dall’altra saranno proprio le nuove invenzioni digitali ad aprirci una serie di carriere finora impensabili. Tanto che in futuro il 65% degli studenti teenager di oggi faranno lavori che neanche esistono.
A snocciolare l’elenco delle professioni a venire è uno studio serissimo, il report Tomorrow’s Jobs realizzato dagli esperti scenaristi inglesi del The Future Laboratory con quelli americani di Microsoft Surface. Scopriamo così che il crowdsourcing in medicina sarà sempre più diffuso, tanto che medici e biologi lavoreranno come freelance biohacker su piattaforme open-source, in remoto. Le passeggiate in orbita diventeranno di routine, almeno per chi di lavoro farà la guida, nell’era, prossima, del turismo spaziale. Non meno estremo il compito dei designer di corpi umani: specialisti a metà tra bioingegneri e progettisti, in grado di ideare protesi adatte a ciascuno, grazie all’esplosione della medicina rigenerativa. Abilità da designer, ma di ambienti virtuali, saranno richieste ad architetti e ingegneri, calcolando che nel 2025 gran parte del nostro tempo sarà speso all’interno di cyberspazi, magari in compagnia di robot sempre più efficienti, tanto da richiedere l’affiancamento di avvocati esperti in etica della tecnologia.
Di pari passo saranno utili figure come i creativi specializzati nell’Internet delle cose, per interpretare l’enorme mole di dati generati e scambiati dai dispositivi di cui ci circonderemo, dalle auto alle lavatrici, controllati dai telefoni che dovranno avere batterie in grado di ricaricarsi sempre più velocemente: così magari fare 1’innovatore di batterie potrebbe non essere così raro. Il futuro vedrà anche il diffondersi dei sistemi di interfaccia cervello-macchina tra il grande pubblico, rendendo necessarie figure come il personal content curator, in grado di aiutare le persone a usare questi sistemi.
Con la crescita della popolazione e il continuo sfruttamento delle risorse, saranno inoltre molto richiesti specialisti di ecologia (rewilding strategist), chiamati a rendere, nel limite del possibile, più naturali gli ambienti in cui vivremo.
Infine, largo spazio ai social media manager anche nel prossimo futuro (potrebbe diventare di moda chiamarli digital cultural commentator, meglio saperlo...), ai quali però sarà sempre più chiesto di parlare attraverso le immagini.