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 2016  settembre 28 Mercoledì calendario

1936 Silvio antifascista Nasce primogenito il 29 settembre da papà Luigi, impiegato di banca, e mamma Rosa, segretaria del direttore generale della Pirelli

1936 Silvio antifascista Nasce primogenito il 29 settembre da papà Luigi, impiegato di banca, e mamma Rosa, segretaria del direttore generale della Pirelli. Silvio ha ricordi di guerra: in treno, mamma salva una ragazza ebrea minacciando una Ss: «Non scenderà vivo da qui!». Secondo una versione successiva, mamma Rosa prende il nazista per il bavero e gli dà una scrollata. Papà Luigi, per i sentimenti antifascisti, ripara in Svizzera e, quando torna, il bimbo gli corre incontro in quello che è il momento «più straziante e più felice della mia vita». Il racconto insegna che l’amore per la libertà fu un amore d’infanzia (tenendo conto che Berlusconi ha un rapporto con la memoria un po’ arbitrario). 1946 Silvio anticomunista Il referendum repubblica-monarchia sollecita nel bambino la passione della politica. Che ha concreti effetti due anni più tardi, alle prime elezioni repubblicane d’Italia: Silvio attacca manifesti della Dc quando sente scrollare la scala: sotto ci sono cinque monelli comunisti. La storia ha due finali. Primo: Silvio, dotato di velocità da sprinter olimpico, semina la teppaglia. Secondo: i cinque monelli sono diventati sette o otto e danno una ripassata al piccolo democratico. Epilogo: Silvio le prende anche da mamma Rosa che sospetta chissà quale marachella, e non se lo perdonerà mai. Il racconto insegna che per l’anticomunismo si sopportano le più crudeli ingiustizie. 1956 Silvio chansonnier Il giovane Silvio studia giurisprudenza (intanto che a Bologna nasce Miriam Bartolini, nota al mondo come Veronica Lario) ma non vuole pesare sulle spalle del babbo: fonda I quattro doctores con l’amico Fedele Confalonieri. Silvio canta e suona il basso. Lavorano sulle navi da crociera, sebbene poi Confalonieri abbia detto di non averci mai messo piede, e Paolo Villaggio invece abbia confermato che c’erano anche lui e Fabrizio De André e si suonava Jacques Brel. Comunque, «mai nei night club», dice Berlusconi, «perché eravamo ragazzi di buona famiglia». Il racconto insegna che il ventenne Silvio non amava i luoghi di perdizione, e già preferiva le cene eleganti. 1966 Silvio al femminile Il giovanotto va già fortissimo: si è laureato con 110 e lode in Giurisprudenza, ha cominciato l’attività di costruttore, fondato la Edilnord e sposato Elvira Dall’Oglio; e nel marzo 1966 ha ricevuto il dono più importante della vita: la primogenita Marina. Poi avrà altri quattro figli, ma Marina è la più simile, la più adorata e adorante, e la più brava negli affari. E infatti, secondo le classifiche di Forbes, nel 2011 era la donna più importante d’Italia e la trentaquattresima al mondo. Quando la intervistano sul padre, dice cose così: «Taccia! Mi faccia dire!». Il che rende il rapporto fra intervistata e intervistatore abbastanza asimmetrico. Il racconto insegna che il motto di Enzo Biagi («Se Berlusconi avesse le tette farebbe l’annunciatrice») era sbagliato: se Berlusconi ha le tette è Marina. 1976 Silvio rischiatutto Quarantenne, è già fra gli uomini più ricchi d’Italia. Ha costruito Milano 2 e nel ’74 ha fondato TeleMilano. È una tv via cavo e ha ospitato, fra gli altri, Eugenio Scalfari e Giorgio Bocca. Nel ’76, TeleMilano passa a trasmettere via etere. È l’inizio della rivoluzione che porterà i fuochi d’artificio nella case italiane: Mike Bongiorno, Dallas, Drive In, il Mundialito di calcio, DeeJay Television, la famiglia Bradford. Il ’76 è anche l’anno in cui Bettino Craxi diventa segretario del Psi e sarà lui, qualche anno dopo, a salvare le tv di Silvio dall’oscuramento decretato dal pretore. Massimo Boldi celebrerà così Sua Emittenza: «Italia 1, Milano 2, Milano 3, Rete 4, Canale 5... ma chi sei?». Nel 1977, Silvio compra e sana il Giornale di Montanelli. Il racconto insegna che in Media stat virtus. 1986 Silvio olandese volante Si presenta al calcio calando su un campo in elicottero. Primo colpo: acquista Roberto Donadoni soffiandolo alla Juventus: per i tempi, un affronto da pirata. Poi arrivano i tre olandesi: Gullit, Van Basten e Rijkaard. Rottama Nils Liedholm e prende il giovane Arrigo Sacchi. «Diventeremo i più forti del pianeta». Sembra un ex ragazzo un po’ troppo entusiasta e invece nel giro di tre anni il suo Milan è campione d’Italia, d’Europa e del mondo. La somma di squadra, tv e marketing cambia la visione del football. Berlusconi poi è quello che fa le formazioni, come testimoniato dai libri di Bruno Vespa, in cui compaiono gli schemi di «giuoco» da lui compilati. Il racconto insegna che il pallone è rotondo, o quasi, e sebbene da qualche tempo sia rotolato verso i comunisti (cinesi).