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 2016  settembre 26 Lunedì calendario

CARTA «Siamo grandi solo sulla carta. È sul campo che dobbiamo dimostrarlo. Io conosco un’unica strada: il lavoro» (Antonio Conte, allenatore di calcio, del Chelsea, parlando del difficile inizio di stagione della sua squadra)

CARTA «Siamo grandi solo sulla carta. È sul campo che dobbiamo dimostrarlo. Io conosco un’unica strada: il lavoro» (Antonio Conte, allenatore di calcio, del Chelsea, parlando del difficile inizio di stagione della sua squadra). TENEREZZA «Vettel è un campione, a volte mi fa tenerezza, merita una macchina alla sua altezza» (Sergio Marchionne, presidente e a.d. della Ferrari). LETTO «Chi è secondo me il corridore più forte? Il mio compagno Alejandro Valverde. È forte su ogni terreno. Se è ancora così competitivo a 36 anni, è perché ama la competizione e si porterebbe la bici fino alla camera da letto. Alejandro per me è un grande esempio» (Nairo Quintana, ciclista, del team Movistar). PELLE «Dumas, il mio allenatore al Caen, mi ha insegnato a non avere paura in campo; Allegri mi ha spiegato l’importanza della tattica; Gasperini mi ha rilanciato; Mihajlovic mi voleva già al Torino, lui è simile a Montella. Ecco, oggi con il mister ho un feeling a pelle» (M’Baye Niang, calciatore, attaccante del Milan). SEMPLICITA’ «Federico deve stare tranquillo, deve far parlare il suo gioco. Quando hai tante attenzioni addosso diventi nervoso, finisci per strafare. Mentre il segreto dei grandi calciatori è la semplicità» (Borja Valero, calciatore, centrocampista della Fiorentina, parlando del suo compagno Bernardeschi). SORRISI «Mario è sempre all’ascolto e trasmette gioia. Ora quando segna sorride, e questo è importante, come sarà importante per lui correre di più, avere costanza nel lavoro sui movimenti con e senza palla e continuare ad avere una vita sana» (Lucien Favre, allenatore di calcio, del Nizza, parlando di Mario Balotelli). SODDISFAZIONI «Corro soprattutto per soddisfare me stesso. Può darsi che poi non si arrivi in alto, ma l’importante è la gratificazione che si ha. Mi sono allenato perché andare con l’handbike mi piace, se lo avessi fatto solo per vincere forse non ce l’avrei fatta. Chissà, se il fisico tiene potrei arrivare alla prossima Paralimpiade» (Alex Zanardi, atleta, due ori e un argento alle ultime Paralimpiadi). LIBERO «Quando mi tuffavo mi sentivo bene, mi rilassavo come a casa. Anche dopo Rio ho nuotato un paio di volte riprovando sensazioni uniche: perché in acqua nessuno parla con me, ho il cervello libero» (Michael Phelps, ex nuotatore, intervistato da Fabio Fazio a Che Tempo che fa).