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 2016  settembre 23 Venerdì calendario

URSULA, 7 FIGLI E AGI: LA DELFINA ALTER EGO DI ANGELA MERKEL

Se c’è una cosa che non manca a Ursula von der Leyen è la pazienza. Un vecchio adagio ricorda che è la virtù dei forti, nel suo caso quella di una donna nata e cresciuta in una famiglia importante, benestante e molto numerosa. Quasi 58 anni, primo ministro della Difesa donna, è figlia di Ernst Albrecht, già governatore della Bassa Sassonia, naturalmente della Cdu. Ursula von der Leyen ha anche uno zio famoso, il direttore d’orchestra George Alexander, 5 fratelli e 7 figli avuti dal matrimonio con il medico, docente universitario e imprenditore Hieko von der Leyen, classe ‘55. Fra i fratelli, Hans-Holger Albrehct è presidente di Millicome International Cellular che attraverso il marchio Tigo commercializza prodotti digitali nei paesi emergenti, mentre Donatus fa parte del cda di Aurelius, società con partecipazioni in tutta Europa.
Ursula è esponente della chiesa evangelica ed è non solo paziente, ma anche molto prudente. Ha esordito come ministro nel 2005 al dicastero della Famiglia e dei giovani. Nel 2009 la “promozione” al ministero del Lavoro, prima della Difesa dove è stata destinata nel 2014. Dopo la nomina, i sondaggisti si erano occupati di lei per esaminare il gradimento quale possibile cancelliera. I risultati non erano stati incoraggianti. Il 63% non se la poteva immaginare come primo ministro. Tra i giovani fino a 29 anni, l’accoglienza era risultata ancor più bassa.
Ma la ministra ha la virtù della pazienza, che ha dimostrato nell’affrontare le “figuracce” delle forze armate, tra fucili che si inceppano e aerei che non volano. Paziente ed accorta è stata quando ha gestito l’accusa di plagio della tesi di dottorato. Prima di lei si erano dovuti dimettere sia l’enfant prodige della Cdu, anche lui ministro della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg, sia Annette Schavan, ministro dell’Istruzione. Un anno fa, il sito Wroniplag Wiki, le aveva imputato di aver copiato ampi stralci del lavoro del 1990: secondo alcuni docenti che “animano” il portale che passa al setaccio gli elaborati dei politici, si trattava di un caso “medio-grave”. Von der Leyen aveva sollecitato una verifica della tesi, e gli accademici della Medizinische Hochschule di Hannover avevano ridimensionato il caso, individuando errori nel 20% del testo e solo 3 gravi.
Come molti “big” del partito, anche la ministra tiene da mesi un profilo molto basso. Pochi giorni fa ha coperto le spalle alla cancelliera: “Mi auguro molto una candidatura di Angela Merkel”, ha dichiarato alla Westdeutsche Allgemeine Zeitung , maggiore giornale regionale del Paese. “Molte crisi dei paesi vicini non si sono abbattute sulla Germania anche grazie alla Merkel. Ogni generazione ha il suo cancelliere, la mia ha lei”, ha ribadito. All’elettorato conservatore, che l’Unione sta cercando di tenersi stretto, una donna come lei potrebbe piacere, anche per i comandamenti: “Non avrai altra cancelliera” e “Non desiderare la poltrona d’altri”. All’elettorato più progressista potrebbero non dispiacere impegno e competenza in campo sociale (a titolo privato ha anche accolto un profugo siriano).