varie 22/9/2016, 22 settembre 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - LA POLEMICA SUL FERTILITY DAY DELLA LORENZIN REPUBBLICA.IT ROMA - Mentre oggi a Roma, Padova, Bologna e Catania si tengono le tavole rotonde degli esperti nel primo Fertility day voluto dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, nelle piazze d’Italia i giovani manifestano per un parallelo "Fertility fake", armati di cuscinoni per mimare pance finte e clessidre: "Il governo ci incita a fare figli - spiegano - e a farli presto
APPUNTI PER GAZZETTA - LA POLEMICA SUL FERTILITY DAY DELLA LORENZIN REPUBBLICA.IT ROMA - Mentre oggi a Roma, Padova, Bologna e Catania si tengono le tavole rotonde degli esperti nel primo Fertility day voluto dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, nelle piazze d’Italia i giovani manifestano per un parallelo "Fertility fake", armati di cuscinoni per mimare pance finte e clessidre: "Il governo ci incita a fare figli - spiegano - e a farli presto. Molti di noi vorrebbero pure... e infatti #siamoinattesa. Di asili nido, welfare, reddito, bonifiche". E da più parti arrivano richieste di dimissioni del ministro, anche dallo scrittore Roberto Saviano. Fertility fake, in tutta Italia con cuscino e clessidra proteste anti-Lorenzin Navigazione per la galleria fotografica 1 di 14 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () Dopo le critiche sulla disastrosa campagna pubblicitaria che ha preceduto l’appuntamento odierno e che si è conclusa con l’allontanamento di Daniela Rodorigo, responsabile della comunicazione del dicastero, la ministra è tornata a difendersi: "L’importante sono i fatti, non le polemiche - ha detto aprendo a Roma l’iniziativa sulle nascite - e i fatti sono che in Italia ci sono 700mila persone che vogliono avere figli senza riuscirvi, che ci sono milioni di giovani e giovanissimi che non conoscono la questione della fertilità e i rischi ad essa connessi. Il ministero della Salute fa prevenzione. Il nostro obiettivo è l’informazione e la consapevolezza, poi ognuno fa le sue scelte ed è artefice del proprio destino". Leggi: Svezia e Singapore i Paesi migliori per crescere i figli A margine dell’inaugurazione Lorenzin ha aggiunto: "Nel Fertility day parliamo di salute, poi c’è l’aspetto politico e nella politica ci sono le strumentalizzazioni, e mi sa che c’è un sacco di gente che aspira a fare il ministro della Salute: va benissimo, ma io intanto mi occupo di cose vere". Ha poi ammesso che la campagna costata, lo ricordiamo, 113mila euro e pagata con i soldi dei contribuenti, "era proprio brutta ma io faccio il ministro e non il comunicatore; dunque mi interessa il messaggio più della campagna in sè". E ha precisato che, nel caso della foto sull’opuscolo informativo accusata di razzismo, si è trattato di un "errore tecnico e di incapacità". Fertility Day, nuove polemiche: "Immagini razziste". Usate fuori contesto delle fotografie stock Navigazione per la galleria fotografica 1 di 7 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () "La foto - ha aggiunto- non è quella che abbiamo visto noi. Ci hanno mostrato un documento cartaceo che risultava diverso dalle immagini in alta definizione". Quanto alla rimozione di Rodorigo, Lorenzin ha detto che non si è trattato di un "capro espiatorio". Ad ogni modo, ha spiegato, "se potessi fare un concorso al ministero della Salute per avere un grande direttore della comunicazione, lo avrei fatto già tre anni fa, ma non mi è possibile. Questa - ha rilevato - è stata una grande lezione per gli uffici del ministero e spero tutti ne prendano atto". Ovviamente, ha sottolineato, "nessuno aveva intenzioni razziste, perchè noi del ministero della Salute ci occupiamo ogni giorno di garantire la salute a tutti gli italiani, indipendentemente dal colore della pelle, facciamo prevenzione per tutti. Per questo, per noi quella di razzismo è un’accusa fortissima". Fertility Day, Lorenzin: "Dirigente revocata, ma non c’erano intenzioni razziste" Condividi Archiviate cartoline e opuscoli, Lorenzin ha annunciato infine che "la campagna di informazione sul tema della fertilità, proseguirà sul sito web creato per l’occasione" ovvero www.fertilityday2016.it, un portale ’minimal’, in cui l’unica immagine questa volta è un nodo rosso. Come accennato, a chiedere le dimissioni della ministra non sono solo i giovani scesi in piazza a Roma (video) ma anche Roberto Saviano, che attacca Lorenzin in un lungo post su Facebook: "Lei si deve dimettere perché non sa fare il suo mestiere. Inutile rimuovere la responsabile della comunicazione, non ha sabotato nulla, come adesso vogliono far credere, anche perché non c’era nulla da sabotare. Lei davvero pensa che le donne, nonostante non abbiamo un lavoro, debbano procreare e davvero pensa che i neri siano frequentazioni da evitare". Dimissioni chieste anche da alcune forze dell’opposizione, come il M5s ("Ha mostrato timidezza intellettuale - dicono i deputati della commissione Affari Sociali della Camera - vorremmo un ministero della Salute all’altezza") e Sel-Sinistra italiana, che ieri ha depositato una mozione alla Camera contro il Fertility day. In particolare il deputato di Si Nicola Fratoianni scrive su Twitter: La #Lorenzin caccia il sottoposto per scaricare le sue responsabilità per il manifesto razzista sul #FertilityDay. Se ne vada lei. E subito SAVIANO Oggi l’Italia celebra il Fertility Day. Evviva! L’immagine che vedete è quella che il Ministero della Salute alla fine ha deciso di associare alla campagna. Un nodo rosso. Parliamo di salute. Punto. Me li immagino i creativi in riunione (magari con la ministra): "Vediamo cosa avranno da dire su un fiocco rosso!". No, in effetti sul fiocco rosso non abbiamo nulla da dire. Potremmo invece dire moltissime cose sull’infografica disponibile sul sito. Sulla par condicio del 40% infertilità maschile e 40% infertilità femminile ("Oh, le percentuali devono da esse le stesse, che se no Saviano ce rompe er cazzo"). Potremmo dire che, per concepire, una coppia deve sapere che ha tutto il tempo per poterlo fare. Che se per un anno prova ad avere un figlio e non ci riesce non è necessariamente "malata". Potremmo notare l’assenza totale di linee guida per i medici, che spesso sul desiderio di maternità e paternità speculano, anche e soprattutto economicamente. E invece no, miei cari cittadini italiani, i malati siete proprio voi. Curatevi! Si potrebbe dire che se in Italia la percentuale di riuscita, per le coppie con più di 43 anni, della procreazione medicalmente assistita (PMA) è del 6%, il fattore età c’entra relativamente e invece c’entra molto l’ostracismo fatto alla ricerca scientifica. Altrove, in Europa, le percentuali sono diverse, ecco perché l’Italia resta il Paese con il più alto tasso di turismo riproduttivo. Mi dispiace, ministra Lorenzin, non creda che io ce l’abbia con lei, ce l’ho piuttosto con tutto quello che lei rappresenta e con l’orrida figura che l’Italia fa continuando ad avere lei a capo di un ministero come quello della salute, un ministero cruciale, da tutti i punti di vista. Lei è espressione, e risultato, di tutto ciò che l’Italia non dovrebbe essere (o almeno non dovrebbe essere più). Lei non ha in alcuna considerazione la donna, il suo corpo e la sua sensibilità. Ed è cosa tanto più grave perché lei è donna e sa quanto sia difficile essere lavoratrice, madre, compagna, moglie in un Paese come l’Italia. Lei nega continuamente che in Italia il diritto ad abortire sia tradito dall’obiezione di coscienza, imposta ai ginecologi che vogliano fare carriera, in un Paese laico dove i padiglioni degli ospedali pubblici vengono continuamente dedicati a nuovi e vecchi santi. Lei (e l’area politica di cui è espressione) ha fatto il peggiore ostracismo possibile alla procreazione assistita, rendendo la maternità e la paternità per uomini e donne non fertili un privilegio da comprare e non un diritto di cui godere. Lei definisce la maternità “prestigio sociale" in un Paese dove le donne incinte vengono licenziate. Ma chi l’autorizza a mostrare una simile indelicatezza? Lei, da ministra della salute, non ha espresso opinioni sul fine vita, ma da persona ha detto chiaramente quale sia la sua idea: «Io penso che, e questo lo dico non tanto come ministro ma come persona, bisognerebbe aiutare queste persone a vivere e aiutarle a trovare nella vita, anche nella malattia, la propria dignità, la speranza. Spesso parliamo di persone abbandonate, sole, e questo forse è uno degli aspetti più tragici della malattia». L’aspetto più tragico è che lei non capisce che agli italiani le opinioni della signora Lorenzin non interessano, agli italiani interessano le opinioni e il lavoro della ministra Lorenzin. Chi pratica eutanasia - dovrebbe sapere, ministra, anche questo - non lo fa per porre fine a una vita di solitudine, ma per vivere fino alla fine una vita dignitosa. Lei è pribizionista in materia di droghe fingendo di ignorare (o magari ignorando davvero) che la tossicodipendenza è prima di tutto un problema di salute pubblica. Lei ha vidimato, approvato, dato il suo assenso alla diffusione di materiali informatici maschilisti e razzisti che nessun Paese civile può tollerare. Nessuno tranne l’Italia. Ministra Lorenzin, lei si deve dimettere perché non sa fare il suo mestiere. Inutile rimuovere la responsabile della comunicazione, non ha sabotato nulla, come adesso vogliono far credere, anche perché non c’era nulla da sabotare. Lei davvero pensa che le donne, nonostante non abbiamo un lavoro, debbano procreare e davvero pensa che i neri siano frequentazioni da evitare. La campagna sul Fertility Day non è stata fraintesa, è lei a essere inadeguata. Lei è tutto quello che l’Italia non deve più essere. Politici come lei sono quello da cui Matteo Renzi avrebbe dovuto liberare il Paese con quell’imbroglio di palingenesi che doveva essere la "rottamazione" (che fa il paio col "vaffanculo" di Grillo che a Roma ha prodotto una giunta in continuità con la peggiore politica di alemanniana memoria). Lei, Lorenzin, è espressione di un potere che si autoalimenta pur non avendo più dagli elettori alcun consenso. Guardi ministra, a me ormai dicono: ma come è possibile che all’estero ti premia Angela Merkel e in Italia i politici ti accusano di essere un diffamatore (Berlusconi per primo, ma poi Renzi, De Magistris, De Luca, Gasparri... la lista è lunga)? Da oggi risponderò così: da politici che lanciano continuamente proclami sessisti e razzisti, sono onorato di essere considerato un nemico pubblico da zittire e screditare. Fino a quando le Lorenzin guideranno ministeri, le critiche dei politici per me saranno medaglie. DIDASCALIA Nuove polemiche per la campagna del ’Fertility Day’. Sono numerose le accuse dirette al ministero della Salute che arrivano dai social per le immagini utilizzate in un nuovo opuscolo. La scelta delle immagini sarebbe infatti razzista: la campagna mette a confronto due coppie di giovani bianchi al mare (a rappresentare le buone abitudini) e un gruppo di ragazzi, tra cui alcuni neri, che fumano e assumono droghe (le cattive abitudini). Inoltre il ministero è accusato anche di aver utilizzato delle fotografie stock. L’immagine delle due coppie al mare è stata già utilizzata, ad esempio, da una clinica britannica per pubblicizzare gli impianti dentali. le buone abitudini da promuovere (sui biondi) i cattivi compagni da abbandonare (sui neri) stili di vita corretti per la prevenzione della sterilità e dell’infertilità ELVIRA NASELLI SU REP.IT DOPO tante polemiche è arrivato il primo Fertility day, il 22 settembre, la giornata scelta dal ministero della Salute che, cambiando in corsa messaggio e discussa campagna pubblicitaria, punta adesso su prevenzione e stili di vita sani con un più ecumenico fiocco rosso e lo slogan “Parliamo di salute”. Il fattore età. Cambiano i messaggi, dopo le critiche e gli sfottò non del tutto ingiustificati dei social, ma il senso no. La fertilità ha un limite biologico, che bisogna conoscere. Ed è un limite che certamente confligge con i tempi dello studio delle donne, delle tipologie di contratto offerte, della carriera, dei posti negli asili nido. E’ in base a questi fattori che si decide di avere o non avere un figlio, e ogni donna lo sa. Cercare un figlio. Ma chi vuole un figlio deve sapere – però - che neanche la procreazione assistita, o l’egg freezing, il congelamento di ovociti, può fermare il tempo e che esistono limiti fisici alla procreazione: un figlio non si può fare quando si vuole. Ma quando si può. LEGGI Fertility Day, dopo le polemiche una nuova cartolina senza foto di MICHELE BOCCI Informare i giovani. Per questo il messaggio del ministero – che sarà anche sul sito fertilityday2016.it, con il calendario della giornata e iniziative in molte città italiane – punta a informare giovani e non più giovani che gli elementi che mettono a rischio la fertilità maschile e femminile sono tanti. E bisogna farci i conti quando si è giovani. Proteggendo la propria fertilità: da patologie, come l’endometriosi o le infezioni sessualmente trasmesse, o da terapie che la danneggiano, come la chemioterapia. Ed evitando comportamenti – come raccomanda la Sia, la società italiana di andrologia – che danneggiano gli spermatozoi: fumo, diete ricche di grassi, obesità, alcol, anabolizzanti e attività fisica in eccesso, droghe, compresa la marijuana. Precipita la fertilità maschile. Del resto almeno negli ultimi cinque anni ai congressi Eshre, la società europea di embriologia e riproduzione umana, il calo di fertilità è stato oggetto di studi infiniti: crolla quella femminile, perché si sposta troppo in avanti la gravidanza, e precipita la qualità degli spermatozoi dei giovani di tutta Europa – sarebbero non più del 30 per cento quelli ad avere una qualità ottimale - tanto che si è arrivati provocatoriamente a proporre un congelamento generalizzato nei ragazzi di 18 anni, dopo uno spermiogramma. Se poi vorranno avere figli avranno qualche chance in più. Discorso non diverso per gli ovociti femminili, che invecchiano con l’età delle donne. E anche il congelamento da giovani, pratica molto in voga Oltreoceano e addirittura pagata da molte aziende come optional per le dipendenti, non garantisce nulla. Perché si può congelare un ovocita, ma non il tempo. E se congelo a trent’anni e provo ad avere un figlio a 43, sarà comunque una gravidanza – se riuscirà l’attecchimento – in una donna biologicamente anziana. La campagna. Tutte queste informazioni in pochi le hanno. E proliferano invece i venditori di illusioni. Era questo l’intento del ministero. Fare una campagna di prevenzione vera, che informasse donne e uomini sui tempi della riproduzione. Poi, è ovvio che i figli si fanno se ci sono le condizioni personali, se lo Stato aiuta con i servizi, e magari con la detassazione come in Francia. Ma una campagna di prevenzione della salute non può affrontare questioni così diverse. C’era un altro modo per far passare il messaggio? C’era certamente, e basta guardare l’effetto dell’ironico spot del ministero per la Salute danese, che invita i concittadini a fare un viaggio (con sconti) all’estero, e proponendo al ritorno concorsi per prodotti per l’infanzia. Risultato? Nella sola Copenhagen 1200 nascite in più. Forse la prossima volta basterà cambiare agenzia di comunicazione e dare l’incarico ad una danese. Fertility day, Luciana Littizzetto contro: "Io farei la giornata dell’intelligenza" Dal palco del Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, Luciana Littizzetto commenta la campagna promossa dalla ministra Beatrice Lorenzin per un aumento delle nascite. In merito all’appuntamento del 22 settembre nelle varie piazze di tutti i comuni italiani che aderiranno al Fertility day la nota comica ironizza: "In Italia, è concretamente difficile avere figli. Al lavoro, se resti in cinta, rischi il trombing" Oggi, 22 settembre, è il Fertility Day, la giornata promossa dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin che ha l’obiettivo di informare i giovani sulla prevenzione e la fertilità. Nelle piazze si protesta contro l’iniziativa del governo. E sui social le critiche, molte ironiche, sono rivolte soprattutto alla campagna pubblicitaria accusata di razzismo. Ecco alcuni tweet REDDITO ASILI NIDO WELFARE POSSIBILITA’ DI ADOTTARE