Marco Palombi, Il Fatto Quotidiano 21/9/2016, 21 settembre 2016
L’IDEONA DI DEUTSCHE BANK E IL TURISTA BARACK OBAMA
Di Deutsche Bank abbiamo parlato spesso: la banca tedesca, il più grande “rischio sistemico” al mondo secondo il Fmi, non naviga in buone acque e ora gli Usa le chiedono 14 miliardi di dollari per i magheggi fatti a suo tempo sui mutui subprime (prestiti concessi a gente che non poteva ripagarli) alla base della crisi del 2007-2008. Deutsche Bank, si diceva, non se la passa bene e ieri le agenzie ci hanno fatto sapere che sta per lanciare un CLO (Synthetic Collateralized Loan Obligation) da 5,5 miliardi per migliorare i suoi conti. Cos’è un CLO? Un prodotto finanziario in cui vengono impacchettate altre obbligazioni che a loro volta contengono migliaia di debiti individuali. L’idea è che accorpando i titoli dentro un unico prodotto si abbassi il rischio di perderci (dovrebbero “fallire” troppi debiti singoli): poi, promettendo rendimenti alti, quel rischio se lo accolla il mercato. Se ci si passa l’espressione, è la stessa merda che ha fatto esplodere la crisi nove anni fa: scommesse su debiti sottostanti che nessuno controllava, a cui venivano assegnati rating lusinghieri quando non li meritavano affatto (quasi sempre). Insomma, dopo un decennio le banche non solo sono ancora too big to fail, ma troppo grandi pure per essere disturbate mentre fanno i comodi loro. E allora di che parlava ieri Barack Obama all’Onu dicendo che “dobbiamo correggere la globalizzazione”, “lottare contro le disuguaglianze e colmare il divario tra i più agiati e i meno abbienti”? Otto anni alla Casa Bianca sono un po’ lunghi per pensare fosse una visita turistica.