Pietro Minto, La Lettura 18/9/2016, 18 settembre 2016
DECENNIO OPACO PER «NEWS FEED»
Dieci anni fa Facebook annunciava la nascita del News Feed, una pagina che sarebbe diventata l’anima del social network, oggi destinazione di 1,3 miliardi di utenti che qui leggono aggiornamenti e guardano video e foto. All’epoca la novità non fu accolta bene: gli utenti protestarono, formarono gruppi e comitati per tornare al prodotto che conoscevano. In appena un decennio, il News Feed è passato dall’essere un’avanguardia da combattere a standard riconosciuto universalmente. È grazie a esso che Facebook ha potuto organizzare l’oceano di contenuti caricato dagli utenti, scegliendo – attraverso parametri opachi – quelli ritenuti migliori per ciascuna persona. Ed è attorno al News Feed che Facebook ha costruito il suo impero commerciale: qui compaiono pubblicità, banner e contenuti sponsorizzati, pagati dagli inserzionisti per raggiungere una copertura maggiore.
Negli ultimi anni in molti hanno accusato il gigante di Mark Zuckerberg di aver creato un monopolio dell’informazione, regolando anche il numero di accessi che i siti di news ottengono attraverso le loro pagine Facebook. E dove risiederebbe questo monopolio? Proprio nel feed, la pagina infinita che centinaia di milioni di persone seguono ogni giorno. Uno strumento potentissimo diventato ancora più utile con l’avvento della tecnologia mobile, che ha permesso al News Feed di infilare l’algoritmo di Facebook nelle tasche di molti. Continuando a non svelare come lavora.