Alessandro de Calò, La Gazzetta dello Sport 20/9/2016, 20 settembre 2016
MOURINHO È GIA’ FINITO? CIFRE E INDIZI PER CAPIRE
«Come hai fatto a ridurti così?». «In due modi», è la risposta che Ernest Hemingway attribuisce a uno dei protagonisti nel suo vecchio capolavoro The Sun Also Rising, che per noi italiani è Fiesta, semplicemente. «In due modi. Prima piano, poi di colpo».
José Mourinho ha perso 14 delle ultime 32 partite disputate con il Chelsea e il Manchester United. Praticamente una su due. Media terribile. Negli ultimi otto giorni, la situazione è precipitata perché il portoghese ha perso tre match su tre: col City del suo nemico numero uno, Pep Guardiola; col modesto Feyenoord, in Europa League; col piccolo Watford di Walter Mazzarri nell’ultimo weekend di Premier. Il domandone incombe, inevitabile: Mourinho è già finito? Io credo di no, anche se è evidente che qualcosa, nel suo metodo di lavoro, non funziona più come prima. Dopo aver incendiato lo spogliatoio del Real Madrid e fuso il motore del Chelsea, Mou adesso sta mandando in tilt lo United, nonostante i 185 milioni di euro spesi nel mercato estivo. C’è qualche indizio che aiuta a capire. Chi segue da vicino il lavoro dei Red Devils, assicura che Mourinho si era conquistato il consenso dei giocatori quando aveva garantito che avrebbero avuto un giorno di “fiesta” alla settimana, spezzando la vecchia prassi instaurata da Sir Alex Ferguson, capace di convocare un allenamento alla mattina del giorno libero.
Le perplessità hanno preso corpo quando il portoghese ha cominciato a cambiare sistema di gioco da un giorno all’altro senza dare spiegazioni, quando si è messo a criticare alcuni giocatori pubblicamente, quando ha inserito Pogba tra i titolari senza che i compiti fossero ben definiti. C’è sempre un capro espiatorio dopo ogni kappaò (l’ultimo è Luke Shaw), e questo tiro al bersaglio non rassicura i giocatori. Il (loro) sospetto è che non ci sia un progetto di gioco prestabilito: in questo senso l’impatto col magnifico City di Guardiola ha avuto un effetto deprimente e devastante. Il mirino puntato sugli arbitri, poi, è un sintomo di debolezza (in Spagna ormai lo chiamano Llourinho, il piangina). Secondo la stampa britannica – smentita dall’agente del portoghese – Mou in gennaio si sarebbe offerto al club di Old Trafford spiegando in una lettera di sei pagine cosa bisognava fare per ritornare a vincere. Ora lo United sta andando a picco. Sabato, all’ora di pranzo, Mourinho riceverà la visita del Leicester. Un anno fa, l’incrocio con Claudio Ranieri era stato fatale, il portoghese aveva perso la panchina del Chelsea. Stavolta potrebbe essere una prima tappa del rilancio. Non è detto, vedremo.