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 2016  settembre 20 Martedì calendario

BETTINI: “SÌ, BUZZI MI DIEDE 10 MILA EURO, MA ERA DELL’AREA DALEMIANA-BERSANIANA”

La deposizione di Goffredo Bettini, europarlamentare Pd ed ex senatore, per 15 anni indiscusso king maker del centrosinistra romano, riaccende l’attenzione sul processo Mafia Capitale. Perché, a quasi due anni dai primi arresti, la più vasta inchiesta giudiziaria sui presunti rapporti tra politica e criminalità organizzata a Roma sembrava quasi essere scomparsa dal dibattito pubblico cittadino.
L’ispiratore del “modello Roma”, lo schema di governo alla base delle giunte comunali prima di Francesco Rutelli e poi di Walter Veltroni, un mix tra capitalismo in salsa municipale e impresa privata, parla a tutto campo di fronte ai giudici della decima sezione del Tribunale di Roma. Chiamato in aula come testimone dai legali di Salvatore Buzzi, che è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e corruzione, Bettini racconta del finanziamento elettorale di 10 mila euro che ha ricevuto dalla Coop 29 Giugno alle Europee del 2014, così come dell’incontro che ha procurato ai vertici della cooperativa con Gianni Letta, allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ma soprattutto, l’eurodeputato lancia stoccate contro il Pd e iscrive Buzzi nelle file dei suoi rivali di partito: “Non so se avesse la tessera, sicuramente era considerato un militante, prima del Pci poi della sinistra, espressione dell’area politica dalemiana-bersaniana. Un’area a me ostile”.
In avvio di deposizione, Bettini prova subito a tracciare una distanza tra sé e gli indagati: “Buzzi lo conosco di nome da molti anni, ma non credo di averlo mai incontrato in riunioni ristrette, avevo rapporti con Carlo Guarany (braccio destro del ras della 29 Giugno, indagato per corruzione aggravata, ndr), avevo simpatia per lui, mi ricordava un attore americano, Danny De Vito”. È un passaggio della deposizione che riassume bene la facilità della rete di cooperative a processo per Mafia Capitale di interloquire con le istituzioni. Bettini infatti racconta: “Guarany mi accennò a un progetto sull’accoglienza degli immigrati, in Sicilia, gli dissi che non mi occupavo di queste cose e di rivolgersi a Gianni Letta. Ho favorito le condizioni per quell’incontro, Letta li accolse e poi li mandò dall’allora prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro”.
Quanto a Buzzi, l’eurodeputato dem specifica: “L’ho incontrato solo in due occasioni pubbliche, la seconda perché mi interessava conoscere Pino Pelosi (condannato per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, ha lavorato per la 29 Giugno, ndr)”.
Ma sono i passaggi sui rapporti tra la politica romana e il mondo della cooperazione quelli destinati a far discutere. Bettini legge alcuni passi del suo libro “Pd anno zero”, poi lancia accuse: “Nel 2009 l’ho scritto per segnalare il degrado nel partito, non dovevamo aspettare i giudici, tutto si vedeva già a occhio nudo. Dal centro alla periferia nessuno risponde più a nessuno, personalismi, capi bastone, un partito balcanizzato”. E ancora: “Non servono i giudici per capire come la corruzione sia diventata la forma normale del rapporto tra politica e impresa”. Poi precisa: “La mia è un’accusa politica, non ho ricevuto notizie di reato”.