varie, 19 settembre 2016
DELITTI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 19 SETTEMBRE 2016 – Salvatore Nicosia, 39 anni. Proprietario di un negozio di autoricambi a Vittoria (Ragusa), incensurato ma «arrogante, sfrontato, violento e litigioso», sposato, due figli di 2 e 4 anni, capelli rasati, ribattezzato “Turi Mazinga” dagli amici per il fisico scolpito dai quotidiani allenamenti in palestra
DELITTI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 19 SETTEMBRE 2016 – Salvatore Nicosia, 39 anni. Proprietario di un negozio di autoricambi a Vittoria (Ragusa), incensurato ma «arrogante, sfrontato, violento e litigioso», sposato, due figli di 2 e 4 anni, capelli rasati, ribattezzato “Turi Mazinga” dagli amici per il fisico scolpito dai quotidiani allenamenti in palestra. L’altra mattina era nel magazzino della sua bottega quando arrivarono due che gli spararono tre colpi di fucile da caccia al petto e subito dopo scapparono via col suo furgone. Mattina di lunedì 12 settembre in un negozio di autoricambi sulla strada per Santa Croce Camerina a Vittoria, Ragusa. Elisa Pavarani, 39 anni. Operaia della F&T Salotti, nata a Parma ma residente a Sala Baganza, biondina, occhi chiari, «sempre sorridente, sguardo limpido», da parecchi anni aveva una relazione con Luigi Colla, 42 anni, saldatore, sempre attento alla forma fisica e sempre in palestra, a detta dei colleghi piuttosto irascibile e facile alle liti. Siccome la storia non funzionava più, un paio di settimane fa la Pavarani aveva detto al Colla che voleva una pausa di riflessione e lo aveva pregato di non chiamarla, di non cercarla. Invece lui, che senza di lei non intendeva stare, sabato pomeriggio la invitò a casa sua «per un chiarimento». La donna, seppur di malavoglia, accettò. Ben presto tra i due scoppiò una violenta discussione e d’un tratto l’uomo, afferrato un coltello da cucina, le infilò la lama quattro volte in petto trafiggendole cuore e polmoni (il Colla, ritrovato alle due e mezza di notte che vagava per Parma tutto confuso). Pomeriggio di sabato 10 settembre in un appartamento in via Sidoli, periferia di Parma. Sebastiano Sortino, 49 anni. Panettiere di Floridia (Siracusa), sposato e padre di due figli, Angelo e Nunziatina, la notte di venerdì scorso dormiva beato a casa sua quando ricevette la telefonata di una dipendente che gli chiedeva aiuto: due diciassettenni e un Dylan Foti di 19 anni, dopo aver divorato cornetti e pizzette, non avevano trovato di meglio da fare che lanciarsi i pezzi di pellet utilizzato per l’accensione del forno tra ghigni e schiamazzi che disturbavano tutto il quartiere. Siccome la faccenda andava avanti da tempo, il Sortino balzò dal letto, si vestì, corse nel panificio e cacciò i balordi in malo modo, ma appena rimontò in macchina i tre, in sella a uno scooter, gli si avvicinarono, gli puntarono contro una Beretta 7.65 con la matricola abrasa e gli spararono cinque colpi: quattro andarono a vuoto, uno gli si conficcò nell’ascella sinistra perforandogli il polmone. Alle 3 di notte di venerdì 9 settembre a Floridia, meno di 23mila abitanti in provincia di Siracusa. SUICIDI Luca Gallo, 18 anni. Residente a Torino, iscritto all’ultimo anno all’Itis Casale di via Rovigo dove studiava, con ottimi voti, chimica dei materiali. Fidanzato, a detta di tutti «sereno, pieno di amici», «non aveva problemi né coi compagni di classe né in famiglia». L’altra mattina all’apparenza tranquillo fece colazione coi genitori, poi diede un bacio alla sorellina che ancora dormiva, infilò nello zaino i libri per il primo giorno di scuola, salutò la mamma e il papà e uscì di casa. Invece di scendere le scale salì al quarto piano del palazzo, posò lo zaino in terra, si sfilò le scarpe, mandò un messaggio su Whatsapp a una compagna di classe, condividendo un commento su un gioco, e subito dopo si buttò di sotto andandosi a schiantare in cortile. Nessun biglietto. Verso le sette e mezza di mattina di lunedì 12 settembre in un palazzo in via Vespucci, nell’elegante quartiere della Crocetta, nel centro di Torino. Nunzio Scarica, 25 anni. Di Torre Annunziata (Napoli), metalmeccanico, bel ragazzo moro, esile, una passione per i tatuaggi, alle 7 del mattino di domenica 11 settembre disse ai genitori che sarebbe andato a Qualiano dalla fidanzata. Invece a bordo della sua Alfa Romeo raggiunse l’aeroporto di Capodichino e volò fino a Barcellona: lì s’arrampicò in cima a una montagna e si buttò di sotto andandosi a sfracellare in un dirupo. Nessun biglietto. Esaminando il suo pc si scoprì che prima di partire aveva mandato ad alcune aziende di Barcellona il suo curriculum tradotto in spagnolo. Prima di mercoledì 14 settembre a Barcellona, in Spagna, in una zona di montagna nota perché in tanti la scelgono per suicidarsi. Uno studente di 21 anni. Originario di Brindisi ma residente a Torino, dove frequentava il Politecnico, mercoledì mattina aprì una finestra del suo appartamento e si buttò di sotto. Volo di cinque piani. Nessun biglietto. Mattina di mercoledì 14 settembre in un palazzo al civico 6 di piazza Risorgimento a Torino.