Carlo Bertini, La Stampa 19/9/2016, 19 settembre 2016
MOZIONE SULL’ITALICUM, IL PD DIVISO IN AULA
Temporali in arrivo questa settimana in Parlamento. Il Pd si appresta a mettere nero su bianco un impegno solenne da votare dopodomani in aula alla Camera: un testo che difende l’Italicum, ma che apre a modifiche condivise. Modifiche che allo stato, a sentire gli ultimi boatos democratici, possono risolversi nel concedere solo l’apparentamento tra diverse forze al secondo turno, facendo così un piace ad Alfano e non solo. Ma di tutto ciò non si farebbe alcun cenno nella mozione
Appuntamento mercoledì prossimo, dunque, per il primo spettacolo nel cartellone delle corride autunnali. L’emiciclo di Montecitorio è infatti chiamato a votare una mozione di Sel per riscrivere daccapo la legge elettorale. E l’aula rischia di trasformarsi in un catino infuocato se il Pd non sceglierà una linea conseguente alle parole del premier, che si è detto disposto a cambiare la legge. Con i sostenitori del no al referendum costituzionale pronti a rinfacciare a Renzi la contraddizione.
Ben sapendo che molti compagni, a partire da Speranza, sono pronti a dare il loro voto alla mozione di Sel, spaccando così il partito, i big Dem sono divisi sul da farsi. Tra chi è convinto sia meglio votare no - punto e basta - alla mozione di Sel, che nelle premesse definisce incostituzionale l’Italicum. E chi invece crede sia meglio scrivere una mozione di maggioranza che apra a modifiche, ma senza specificare il dettaglio, per dare seguito alle parole del premier e non fare irritare le fronde interne. Chi siede ai piani alti spiega che si deciderà all’ufficio di presidenza di domani prima dell’assemblea del gruppo convocata in serata, e che l’ultima parola ovviamente sarà del premier. Nel testo che dovrebbe essere partorito dal Pd «sarà ribadita la bontà dei capisaldi della legge, governabilità e sapere la sera del voto chi vince. E però anche che se ci sono proposte dalle opposizioni siamo pronti ad aprire un tavolo». Il Pd si fa forza sapendo che «tanto le opposizioni hanno delle posizioni così distanti tra loro che sarà impossibile trovare modifiche condivise da un ampio spettro di forze parlamentari». Ma in ogni caso da mercoledì alla Camera la maggioranza di governo comincia a ballare.