VARIE 17/9/2016, 17 settembre 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - IN BELGIO EUTANASIA PER UN BAMBINO REPUBBLICA.IT PRIMO CASO di eutanasia su un minore in Belgio, e quindi nel mondo, perché il Paese è il primo e unico ad aver approvato nel 2014 una legge che lo consente
APPUNTI PER GAZZETTA - IN BELGIO EUTANASIA PER UN BAMBINO REPUBBLICA.IT PRIMO CASO di eutanasia su un minore in Belgio, e quindi nel mondo, perché il Paese è il primo e unico ad aver approvato nel 2014 una legge che lo consente. La notizia ha scatenato una forte polemica con prese di posizione opposte da parte del mondo laico e di quello cattolico. "Anche i minori in grado di decidere", sostiene Mina Welby. "La vita è sacra, va accolta sempre", ammonisce il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. "In Italia leggi condannano alla clandestinità", ribadisce Marco Cappato, dei Radicali italiani. "Che la volontà dei familiari non prevalga", avverte Maria Antonietta Coscioni. "Se rispettata la legge non c’è da discutere", taglia corto Beppino Englaro. "C’è stata sospensione delle cure o iniezione letale?", chiede la bioeticista Micaela Ghisleni. "Com’è è possibile che non abbia vinto l’amore dei genitori sulla morte", è la riflessione di Paola Binetti. Ecco la cronaca di un evento che ha scosso le coscienze. La legge alla Camera. Alla Camera, commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali, è in discussione il ddl sul ’fine vita", molti membri della Commissione sono per il no all’eutanasia. Sel, fa sapere il deputato Arturo Scotto, è favorevole ("Ma non all’estensione ai minori", precisa il capogruppo Sel). Mentre il M5S, con un voto sul web, si è espresso a favore dell’eutanasia. La cronaca. "In silenzio e nella discrezione più assoluta - ha scritto il quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad, che ha dato la notizia - per la prima volta nel nostro Paese un minorenne è morto per eutanasia". Non vengono riportati dettagli né sull’età né sulla malattia del minore, ma solo che è avvenuta nelle Fiandre. "Anche i minori in certe situazioni sono in grado di decidere sulla loro eutanasia". dice Mina Welby, vedova di Piergiorgio, l’uomo che negli ultimi anni di vita, gravemente malato, chiese ripetutamente che venissero interrotte le cure che lo tenevano in vita. È la prima volta che si chiede l’applicazione della legge del 2014, che consente ai genitori di scegliere la ’dolce morte’ per i propri figli malati terminali, dopo averne fatto richiesta al medico curante, il quale deve sottoporre il caso e ricevere l’autorizzazione del ’Dipartimento di controllo federale e valutazione dell’eutanasia’. La legge specifica che anche il minore deve esprimere una forma di consenso. Le reazioni. Per Marco Cappato, promotore della campagna ’Eutanasia legale’ e presidente dei Radicali italiani "il Belgio è il primo Paese al mondo a non girare la testa dall’altra parte di fronte alle condizioni di sofferenza insopportabile che possono colpire anche persone minori. Le regole belghe - ha precisato Cappato - forniscono sufficienti garanzie per prevenire abusi e sopraffazioni del tipo di quelli che accadono nella clandestinità alla quale condannano leggi come quelle italiane". L’attacco della Cei. Sul caso è intervenuta Scienza e vita, l’associazione che collabora in modo organico con la Cei per i temi della bioetica. "Il diritto all’eutanasia del bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne". "È solo la ’maschera’ di una vera decisione, personale, libera e consapevole - spiega il giurista Alberto Gambino, presidente di Scienza e vita - in quanto non è concepibile che un minore sia capace di affrontare scelte a contenuto legale ed esistenziale così estreme". "Il caso belga - precisa Gambino - finisce con l’attuare un principio particolarmente nefasto perché estende l’eutanasia, già di per sè inaccettabile, ad una vicenda di estreme fragilità in cui si misura la dignità di un soggetto con il metro di giudizio di chi non incarna direttamente quella dignità. Non si tratta di un caso di accanimento terapeutico, quindi di una situazione in cui già c’è una valutazione medica oggettiva circa l’inutilità della prosecuzione di una terapia, ma siamo davanti a veri propri atti di volontà eutanasici, che interrompono una vita umana che proseguirebbe naturalmente il suo corso". La prudenza dell’Istituto Coscioni. Cauto il commento di Maria Antonietta Farina, presidente dell’Istituto Luca Coscioni. "La volontà del familiare - ha dichiarato - non può e non deve essere prevalente rispetto a quella del minore. Non è sufficiente per procedere all’atto eutanasico. La volontà del minore va prima di tutto sottoposta a verifica non dei soli genitori (troppo emotivamente coinvolti), ma di esperti che ne possano certificare l’umore e l’eventuale stato più o meno primariamente depressivo". Il Belgio ha istituito una ’Commissione federale di controllo e valutazione dell’applicazione della legge sull’eutanasia’, un organo presieduto dal professore Wim Distelmans, creato dai parlamentari belgi per assicurarsi che non si verifichino irregolarità. "Per fortuna ci sono pochissimi bambini che prendono in considerazione questa possibilità - ha dichiarato Distelmans - ma questo non significa che dobbiamo negare loro il diritto di una morte dignitosa". "Al momento - ha aggiunto Maria Antonietta Farina - non possiamo sapere se nel rapporto della Commissione federale belga, a fine anno, si potrà capire quanti anni aveva il minore e quale era la sua drammatica situazione clinica. Comunque, il tempo che è passato tra l’approvazione e l’applicazione dimostra un’altra volta quel che dice il presidente Distelmans: che dall’approvazione delle leggi sull’eutanasia in poi, si è investito molto di più su cure palliative...". Englaro: "Fare chiarezza". Sulla vicenda interviene Beppino Englaro, protagonista di una lunga battaglia giudiziaria per chiedere la sospensione dell’alimentazione artificiale e delle terapie a cui era sottoposta la figlia Eluana, in stato vegetativo a seguito di un incidente stradale avvenuto nel gennaio del 1992. "Com’è stata raggiunta l’autodeterminazione terapeutica di quel ragazzo?", chiede Englaro. "Su queste vicene c’è troppa confusione, ce n’è stata tanta sulla vicenda di mia figlia che era chiarissima. Vanno chiariti i particolari della morte di questo minore. Se è stata rispettata la legge belga, il problema è risolto. Non c’è altro da aggiungere". La sentenza della corte d’Appello del 2007 di Milano, ricorda il papà di Eluana, è stata molto chiara e ha stabilito principi di diritto in linea con la Costituzione: "L’autodeterminazione terapeutica, che non è eutanasia, non ha limiti nella sua applicazione anche se ne consegue la morte. Nessuno può decidere per noi, ma può decidere con noi". Come ha deciso, e con chi, il ragazzo belga? La morale laica della bioeticista Ghisleni. "Il caso, in Italia, è controverso ed evoca riflessioni di etica morale contrastante tra laici e cattolici. "In Belgio - spiega Micaela Ghisleni, docente a contratto di bioetica al Politecnico di Torino - l’eutanasia è praticata per legge in presenza di due condizioni: deve esserci la cosiddetta ’situazione infernale’ a livello clinico (stato di sofferenza fisica/morale tale da creare una condizione di indegnità esistenziale). E, da parte del soggetto, la volontà a volerla (volontà persistente, informata, autonoma)". "Questi sono i concetti in gioco - continua Ghisleni - dopodiché non sappiamo qual era lo stato clinico del ragazzo. E se c’è stata una richiesta di sospensione delle cure (omissione). O di fare una iniezione letale (azione). Una differenza, questa, inesistente dal punto di vista della morale laica. Ma fondamentale in Italia dove la legge autorizza solo la sospensione delle cure, come nei casi Welby e Englaro". La morale cattolica di Paola Binetti. Invita alla prudenza e a una attenta riflessione Paola Binetti, deputata di Area popolare, esponente del mondo cattolico. "In Italia - spiega Binetti - abbiamo fatto una legge sulle cure palliative che presta attenzione particolare al dolore dei bambini, mettendo loro disposizione tutti i farmaci, anche quelli che si spingono fino alla sedazione profonda. Ma si ferma prima di arrivare all’orrore nel dare la morte a un bambino". "Alla Camera - continua Binetti - stiamo discutendo per l’ennesima volta il ddl sul ’testamento biologico’: tutti i membri della Commissione dicono no all’eutanasia. Ma non vorrei che lo sferragliare di emozioni, come sempre succede in questi casi, possa far cambiare rotta al legislatore. Difficile pensare - sottolinea - che un bambino possa immaginare l’irreversibilità assoluta di una decisione. Addolora che l’intero sistema socio-sanitario belga non sia stato in grado di sostenere i genitori nell’affrontare il dolore del figlio. Com’è possibile che l’amore dei genitori non abbia vinto la sfida sulla morte?". L’Olanda sulle orme del Belgio. Anche l’Olanda si sta incamminando sulla strada del Belgio: nel giugno del 2015 la Nvk, associazione di pediatri olandesi (nederlandse vereniging voor kindergeneeskunde) si era espressa favorevolmente circa l’estensione dell’eutanasia a minori al di sotto del dodicesimo anno di vita. Il limite di età, secondo la Nvk, dovrebbe essere abbassato in base a valutazioni specifiche circa le facoltà mentali dei pazienti. REPUBBLICA.IT ARTICOLO DEL 13/2/2014 BRUXELLES - Il Parlamento belga ha approvato con una larga maggioranza (86 sì e 44 no) la legge che estende l’eutanasia anche ai minori di 18 anni facendo del Belgio il primo paese al mondo a legalizzarla in maniera così estesa (in Olanda, dove una legge analoga è già in vigore, può essere applicata solo a chi ha più di 12 anni). La legge entrerà in vigore dopo che verrà firmata da re Filippo, da cui non è attesa alcuna opposizione. La legge sull’eutanasia belga, approvata nel 2002, si applicava in precedenza solo agli adulti legalmente riconosciuti come tali. L’approvazione della Camera segue di pochi mesi l’ok del Senato ricevuto lo scorso dicembre. Grazie al provvedimento approvato oggi, i minorenni con malattie terminali potranno chiedere di morire nel caso in cui i genitori siano d’accordo e dopo che uno psichiatra o psicologo avrà accertato che i pazienti siano consci del significato della loro scelta. Il dibattito sulla legge è stato acceso, con i leader delle comunità cristiane, musulmane ed ebree del Belgio che hanno espresso "grande preoccupazione sul rischio" di rendere l’eutanasia "una routine". "Stabiliamo che gli adolescenti non siano in grado dal punto di vista legale di prendere importanti decisioni economiche e affettive, e poi li riteniamo in gradi di decidere se devono morire", ha dichiarato l’arcivescovo Andre-Joseph Leonard. Christian Brotcorne, capo del gruppo centrista francofono in Parlamento, ha chiesto polemicamente "che cosa succederebbe se i genitori fossero in disaccordo tra di loro, o se uno psichiatra dovesse credere che il bambino non è in grado di capire la situazione?". I sostenitori della legge ritengono che questa permetterebbe di liberare bambini malati di terminali da sofferenze senza fine, rispettando il loro diritto ad una morte dignitosa. L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa però ha affermato che la proposta di legge viola "la base della società civile", ricordando che i bambini non sono in condizione di dare "un consenso informato adeguato". REPUBBLICA.IT 14 GENNAIO 2016 PARTIRA’ a marzo, per la prima volta nella storia italiana, l’esame di una proposta di legge per la legalizzazione dell’eutanasia. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo che ha stabilito anche un orientamento di massima per la calendarizzazione dei provvedimenti da discutere nei prossimi due mesi. Fino ad ora le Camere hanno affrontato il tema del ’fine vita’ e del biotestamento, sull’onda di quanto accaduto ad Eluana Englaro. Una legge che però non ha mai visto la luce. "Con la calendarizzazione del tema dell’eutanasia alla Camera dei deputati per marzo - annunciata dal Capogruppo di Sel, Arturo Scotto - abbiamo compiuto un altro importante passo verso la legalizzazione e il governo di un fenomeno sociale sempre più importante nella società italiana", hanno spiegato Marco Cappato, Filomena Gallo e Mina Welby, a nome dell’Associazione Luca Coscioni, di Radicali italiani e della campagna "Eutanasia legale" che ha sostenuto l’iniziativa. "Ringraziamo Scotto per aver ottenuto che il tema dell’eutanasia sia inserito nell’agenda dell’Aula. La Camera potrà ora affrontare anche la nostra proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel settembre 2013 e già sottoscritta da oltre 105.000 cittadini. LEGGI Belgio, a 24 anni chiede e ottiene l’eutanasia perché depressa Siamo fiduciosi nell’opera che gli oltre 225 Parlamentari aderenti agli obiettivi dell’intergruppo eutanasia compiranno ora in Commissione e in Aula" spiegano. A favore della proposta di legge si erano schierati anche alcuni malati che si erano fatti, con le loro storie, bandiera della battaglia. "Un ringraziamento speciale va a tutte le persone malate che si sono mobilitate finora per l’obiettivo della calendarizzazione, a partire da Luigi Brunori, che proprio nei giorni scorsi è morto, a Max Fanelli, Walter Piludu e Ida Rescenzo, che si sono rivolti a più riprese ai Presidenti dei Gruppi parlamentari. Non saremmo arrivati a questo risultato senza la forza e la generosità della militante radicale Dominique Velati, che ha restituito alla conoscenza degli italiani un tema altrimenti tabù per il potere italiano", concludono i radicali. La proposta, composta da quattro articoli, prevede che ogni cittadino può rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di trattamento di sostegno vitale così come della terapia nutrizionale. Ed il personale medico e sanitario è tenuto a rispettare la volontà del paziente se arriva da un maggiorenne capace di intendere e di volere, salvo in alcuni casi particolari Ogni persona, stabilisce l’ultimo articolo, "può stilare un atto scritto, con firma autenticata dall’ufficiale di anagrafe del comune di residenza o domicilio, con il quale chiede l’applicazione dell’eutanasia per il caso in cui egli successivamente venga a trovarsi" nelle condizioni previste dalla legge.