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 2016  settembre 13 Martedì calendario

“DOVREBBERO INVENTARE UNA APP PER FAR DURARE LE STORIE D’AMORE” – [Intervista ad Alain De Botton] – Ammettiamolo, Hollywood ci ha illuso

“DOVREBBERO INVENTARE UNA APP PER FAR DURARE LE STORIE D’AMORE” – [Intervista ad Alain De Botton] – Ammettiamolo, Hollywood ci ha illuso. Continuiamo ad aspettare che il futuro ci regali la casa perfetta con tanto di prato verde e steccato bianco, un partner innamorato e senza difetti, figli ubbidienti e persino un cagnolino devoto. Ma la vita reale non somiglia nemmeno lontanamente alle nostre fantasie. “L’amore perfetto non esiste. E in un certo senso è una liberazione – afferma lo scrittore best seller di origini svizzere, Alain De Botton – perché nessuno è senza difetti. Noi per primi”. Nel suo nuovo libro, Il corso dell’amore (Guanda, pp. 256 18) narra la storia di Rabih e Kirsten, una coppia moderna che finirà per incontrarsi, innamorarsi, sposarsi, far figli e tradirsi. “E solo a quel punto comincerà davvero il loro matrimonio. I veri eroi sono quelli che rimangono insieme negli anni, ancora innamorati, nonostante tutto”. Fondatore a Londra della School of Life, Alain De Botton è stato in Italia per presentare il suo libro e afferma: “A volte sarebbe utile trattare il nostro partner come un bambino di tre anni”. È tutta colpa di Hollywood se continuiamo a credere nell’amore perfetto? Sì, le commedie americane hanno fatto un bel casino. Le storie d’amore che vediamo sul grande schermo sono completamente sbagliate e finiscono per incidere sul nostro modo di vivere la realtà, creando aspettative irreali per la vita amorosa. Non siamo preparati agli stupidi litigi quotidiani, al calo della libido né a far fronte alle tentazioni che ci arrivano dall’esterno. Il matrimonio è soprattutto questo, ma noi non lo sappiamo e crediamo di aver sbagliato tutto. E invece… Le relazioni non possono essere divise fra estasi e fallimento. Dobbiamo imparare a orientarci nella terra di mezzo della normalità, della vita quotidiana accanto al partner, giorno dopo giorno. Lei scrive che “l’amore è più abilità che entusiasmo”. Ed è così. Tutti amano scoprire come sia nata una storia d’amore eppure la domanda giusta dovrebbe essere, “come avete fatto a rimanere insieme?”. Ci sono app per incontrare la persona giusta, ma nessuna che spieghi come fare per restarle accanto. L’amore non è soltanto sentimento, è una vera e propria competenza. E se riusciamo ad andare sulla Luna, possiamo anche imparare ad amare proprio come accade a Rabih e Kirsten, i protagonisti di questo romanzo, in una vera e propria educazione sentimentale. Si può imparare ad amare? Certamente! Ma per prima cosa non dobbiamo essere impazienti e buttare via tutto alla prima difficoltà. Cos’altro? Impariamo dal nostro rapporto con i bambini. Siamo generosi e molto comprensivi verso i loro atteggiamenti, per quanto possano sembrarci irrazionali. Ecco, l’amore è proprio l’arte di riuscire a comprendere il nostro partner sino in fondo, ma spesso siamo troppo esigenti. Potremmo imparare a trattare il nostro partner come un bambino di tre anni, non per mostrare superiorità, ma per riuscire a essere più tolleranti nei suoi confronti. Recentemente in Italia c’è stata una controversa campagna social per il #FertilityDay. L’orologio biologico è un pericolo? I bambini sono un problema enorme per le coppie. Ma dobbiamo avere una nuova visione dell’amore. I bambini spesso non sanno spiegarsi, non trovano le parole, un giorno ci amano, l’altro ci detestano e mettono su il broncio. Nelle relazioni non succede proprio la stessa cosa? Dobbiamo assolutamente imparare a interpretare le emozioni del nostro partner e soprattutto dobbiamo far affidamento sulla memoria corta per dimenticare gli litigi stupidi. Se non esiste la persona perfetta, possiamo cercare l’amore senza rinunciare alla razionalità? Il primo passo da fare è ammettere che noi per primi non siamo privi di difetti. Tutti noi siamo persone difficili ma c’è una cospirazione del silenzio. Né la nostra famiglia né i nostri amici ci dicono in faccia quali sono i nostri punti deboli e finiamo per illuderci di essere perfetti. A un primo appuntamento ideale dovremmo chiedere a chi abbiamo di fronte: “Cosa c’è che non va in te?”. Ma dovremmo saper rispondere alla medesima domanda con sincerità. Parliamo di adulterio. Lei afferma che chi tradisce il partner in realtà gli vuole bene. Ne è davvero certo? Non ho fatto i conti con la gelosia dell’animo latino (ride). Molti casi di tradimento non sono ciò che sembrano. L’adulterio spesso non è altro che una vendetta, una punizione diretta verso il partner tradito eppure amato. Ovviamente chi tradisce deve pentirsi ma chi è stato tradito dovrebbe farsi un esame di coscienza. Nessuno è perfetto. di Francesco Musolino, il Fatto Quotidiano 13/9/2016