Roberto Giardina, ItaliaOggi 10/9/2016, 10 settembre 2016
SI DIFENDE RIDUCENDO LE IMPOSTE
da Berlino
I populisti tedeschi avanzano, al Nord e al Sud, e Angela abbassa le tasse. O, meglio, il falco della Große Koalition, Wolfgang Schaüble. Il ministro alle finanze ha conquistato l’obiettivo che mancava dal lontano 1969, l’anno in cui divenne cancelliere Willy Brandt: il pareggio in bilancio, che noi abbiamo avuto la dabbenaggine di mettere nella Costituzione.
E non andrà in rosso nel 2016, e nemmeno nel 2017. Un pareggio ottenuto senza aumentare le imposte: gli introiti sono aumentati perché è salito il reddito dei tedeschi, sono aumentati gli occupati e diminuito i disoccupati (non sempre coincide). Il che gli ha permesso anche di far fronte alla spesa imprevista di 21 miliardi per accogliere il milione e centomila profughi arrivati in pochi mesi.
Già il 20 agosto, due settimane prima che l’AfD, l’Alternative für Deutschland, superasse la Cdu della Merkel nel Mecklenburg, il settimanale Der Spiegel era uscito con l’appello in copertina «Steuern runter!», giù le tasse, e il sottotitolo «Casse piene e cittadini salassati». Ma solo dopo il disastro al voto regionale, Schaüble ha annunciato uno sconto di 6,7 miliardi, e spalmato su due anni. Ancora troppo poco, c’è il margine per intervenire in modo più deciso.
Nell’anno in corso, Schaüble si è trovato in cassa 75 miliardi in più rispetto al 2010, i contribuenti hanno versato il 30% in più, mentre il prodotto nazionale lordo è cresciuto del 21%. Inoltre, grazie ai tassi vicini allo zero voluti dalla Bce, la Germania risparmia sugli interessi sul debito pregresso: da 38 miliardi nel 2009, si passa a 24 miliardi nel 2016, e a 19 previsti per l’anno venturo. Si accusava il governo di migliorare i conti a spese delle regioni, ma oggi dieci Länder su 16 sono tornati in attivo.
C’è ampio spazio per una manovra di alleggerimento, come gli chiedono da più parti, anche dall’estero. Si può spendere di più per le infrastrutture. Schaüble può aprire la borsa per rifare ponti e linee ferroviarie, autostrade e scuole, tanto per cominciare. Ma come diminuire le tasse, e a chi? Per fronteggiare l’AfD, meglio premiare il ceto medio, e non stangare i ricchi. Se si va a un comizio dei populisti, di rado si trovano disoccupati o quanti ricevono l’assegno sociale. Anzi, chi vota per l’AfD chiede di non aumentare gli aiuti a chi non lavora. Caso mai andrebbero premiati quanti si adoperano per il bene del paese, e dunque anche i pensionati.
Le aliquote non vengono toccate da tempo, e ora si punisce troppo chi ha in realtà un reddito normale: si arriva al 42% a partire dai 53.666 euro all’anno. Prima dell’euro, erano 106mila Deutsche Mark, una cifra di tutto rispetto, oggi equivale a una paga mensile discreta. Il massimo, il 45%, si versa a partire da 254 mila euro. Più che un gradino, è un grande salto. Si chiede di spostare il penultimo livello a 80 mila euro, il che alleggerirebbe il peso anche per quanti guadagnano meno. Una modifica che costerebbe a Schaüble dai 30 ai 35 miliardi di euro. Altri chiedono di venire incontro alle famiglie: la quota esente, uguale per tutti, anche per i miliardari, e pari al minimo vitale è di 8.653 euro, riconosciuti sia a marito e moglie, se presentano una dichiarazione congiunta. Si potrebbe riconoscere l’esenzione anche per ciascun figlio. Un bello sconto, che, si spera dovrebbe far aumentare il tasso di natalità: oggi all’ultimo posto alla pari, più o meno, con l’Italia.
Die Linke, l’estrema sinistra, e i verdi propongono invece, come al solito, di stangare i ricchi. Jürgen Trittin, ex capo dei Grünen, insiste per introdurre una tassa sul patrimonio. E si chiede di aumentare le tasse sull’eredità. Ogni anno vengono ereditati circa 200 miliardi, ma sono quasi esenti: contribuiscono solo per il 6% ai 671,7 miliardi, che lo Stato incassa con le tasse. Oggi i privati sono esenti fino a 400 mila euro, se venisse introdotta una tassa unitaria sulle eredità, aumentando anche di due punti l’Iva, oggi al 19, la più bassa della Ue, lo Stato introiterebbe altri 50 miliardi che potrebbe usare per alleggerire le tasse sul reddito. Aumenterebbero i consumi e quindi la produzione. Difficile che Schaüble voglia osare una riforma così radicale.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 10/9/2016